Latina

Nicaragua - Riappare Ortega

Dopo due settimane in viaggio inaugura negoziazioni con impresa privata
23 giugno 2007
Giorgio Trucchi

Il presidente del Nicaragua Daniel Ortega Saavedra

Dopo un viaggio ufficiale di circa due settimane che l'ha condotto in Venezuela, Cuba, Libia, Algeria, Iran e Senegal, il presidente Ortega è tornato in Nicaragua giusto in tempo per inaugurare l'inizio dei lavori delle commissioni miste governo-impresa privata, che avranno il compito di elaborare proposte concrete per rilanciare politiche produttive che affrontino il problema della povertà e della disoccupazione nel paese.
Le tavole tematiche che si sono create si occuperanno di diversi ambiti di lavoro, tra di essi Energia ed Infrastrutture, Agricoltura-Allevamento-Pesca e Foreste (che include il tema della produzione di etanolo), Turismo e Zone Franche, Costa Caribe (infrastrutture, vie di comunicazione e porti), Agroindustria (palma africana e prodotti derivati come il biodiesel) e Finanze.

Si tratta del terzo incontro tra governo ed impresa privata e l'obiettivo è quello di arrivare, entro due mesi, alla formulazione di proposte concrete in ognuno dei settori interessati.

A quasi sei mesi dall'insediamento del nuovo governo, il presidente Ortega si trova ora a dover giocare a carte scoperte. Dal punto di vista economico, la sua amministrazione ha fino ad ora mantenuto una forte dose di segretezza su ciò che dovrebbero essere le linee guida del programma economico del suo governo.
Questa mancanza di informazioni e di presentazione di una strategia a lungo termine, ha fatto sì che da più parti giungessero critiche circa l'eccessiva somiglianza ed apparente continuità con l'impostazione data negli anni scorsi dal governo Bolaños.
Se si eccettua l'inaugurazione che verrà fatta nei prossimi giorni del Programma "Hambre Cero" e del rispettivo "Bono Productivo" per circa 5 mila famiglie durante il 2007, le misure economiche adottate e rese pubbliche dal nuovo governo si sono fino ad ora concentrate sull'importanza del controllo degli indici macroeconomici, sulla necessità di attrarre nuovi investimenti stranieri, sul rispetto del pagamento dell'oneroso Debito Interno esistente che favorisce i banchieri nazionali.
È stato inoltre proposto un nuovo Programma economico con il FMI (che per la prima volta ha però visto un governo nicaraguense avanzare una proposta invece di attendere che l'organismo finanziario internazionale ne confezionasse una con le solite condizioni capestro), ma del quale ancora oggi si sa molto poco.
Per quello che riguarda il Bilancio Generale della Repubblica, il presidente Ortega ha praticamente inviato alla Asamblea Nacional per la sua approvazione, ciò che era già stato confezionato dall'amministrazione Bolaños, apportando alcuni aumenti per settori nevralgici come la sanità e l'istruzione, derivanti dai tagli ai megasalari dei funzionari del Potere esecutivo.
La stessa Mesa de Donantes (formata dai principali paesi donanti, l'Unione Europea e la Banca Mondiale), che copre buona parte del deficit di bilancio statale finanziando appositi programmi, ha annunciato ritardi nell'esecuzione dei progetti e la mancanza di un dialogo fluido con il nuovo governo, dando ad intendere che potrebbero essere messi in stand-by alcuni esborsi previsti in questi mesi.

Fino ad oggi, quindi, ai proclami verbali del presidente circa la necessità di creare un nuovo modello di sviluppo che tenga conto della salvaguardia dell'ambiente, della diversificazione della produzione, della creazione di posti di lavoro, degli investimenti in sanità, istruzione e infrastrutture, del rispetto dei diritti dei lavoratori e lavoratrici, hanno fatto seguito pochi elementi concreti, ai quali si aggiunge una violenta crisi energetica che sta paralizzando il paese.
Pur riconoscendo che cinque mesi sono certamente pochi per poter trarre già delle conclusioni ed in attesa che si concretizzino gli accordi commerciali di cooperazione con il Venezuela all'interno del progetto dell'ALBA (tra i quali riveste estrema importanza l'apertura della filiale del Banco de Desarrollo de Venezuela - BANDES -, con il compito di finanziare il settore dei piccoli e medi produttori), l'installazione di queste commissioni miste con l'impresa privata diventa, quindi, un primo ed importante elemento che permetterà di intravedere realmente quali saranno le linee di politica economica e produttiva del nuovo governo e quanto quest'ultimo abbia realmente intenzione di iniziare un vero e significativo cambiamento di modello nel paese.

La totale mancanza delle centrali sindacali all'interno di questo momento di confronto bipartito danno comunque un segnale non certo positivo. Che senso può avere definire politiche produttive e di sviluppo per diminuire gli indici di povertà e disoccupazione senza la partecipazione dei lavoratori e lavoratrici?

Dopo l'intervento del Vicepresidente della Repubblica, Jaime Morales Carazo, ed il suo richiamo a "cercare vie d'uscita comuni alla crisi del paese, distanziandosi da modelli di divisione ormai obsoleti come la destra e la sinistra e lasciandosi alle spalle le esperienze nefaste del capitalismo selvaggio e del socialismo reale", ha preso la parola il presidente Ortega.

Nel suo discorso, Daniel Ortega ha svariato su vari temi, soffermandosi in modo particolare sull'urgenza "dell'unità centroamericana e latinoamericana per affrontare il mondo globalizzato, dato che non possiamo più aspettare che le grandi potenze che dettano le regole del mercato globale e che sono in lotta tra di loro per l'egemonia economica mondiale si occupino dei nostri problemi".

Ortega ha anche avvertito che è necessario modificare il modello esistente delle monocolture. "Dobbiamo tener presente - ha detto - che non possiamo metterci tutti a coltivare lo stesso prodotto perché adesso va di moda l'etanolo. Bisogna diversificare, razionalizzare la produzione e preservare l'ambiente".

Ortega ha concluso il suo intervento toccando uno dei temi più delicati di questo momento e cioè la crisi energetica. Durante le ultime settimane si è verificato un deficit di oltre 100 MW dei 484 di cui ha bisogno attualmente il paese. Questo deficit ha provocato la sospensione del fluido elettrico per oltre 10 ore al giorno in gran parte del paese, creando il caos e gravi perdite.
Di fronte a questa situazione, generata in gran parte dalle sconsiderate politiche degli anni passati, che hanno di fatto privatizzato la distribuzione e gran parte della generazione di energia elettrica, Ortega ha invitato gli imprenditori presenti all'incontro ad investire nel settore energetico ed ha ricordato che, mentre si stanno portando avanti vari progetti per la produzione di energia rinnovabile (prevalentemente geotermica e idroelettrica), è necessario trovare misure alternative che migliorino la disastrosa situazione attuale.
A dicembre inizierà ad operare una nuova centrale che verrà donata da Cuba e che genererà 60 MW ed è stato concluso un accordo con una società di capitale misto nordamericano e canadese per la generazione di altri 120 MW. Ha infine informato che durante il suo viaggio ha affrontato il problema con i governi di Algeria e Iran per poter installare centrali termiche e che è iniziato un lavoro di verifica delle centrali di generazione elettrica date in concessione a privati, affinché investano per garantire la massima produzione possibile, visto che nel passato la mancanza di investimenti e di manutenzione ha reso obsoleti numerosi generatori.

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