Cile: L'Observatorio de Derechos de Pueblos Indígenas denuncia abusi dei carabineros contro i mapuche
Le recenti (e preoccupanti) denunce provenienti dall'Observatorio de Derechos de Pueblos Indígenas sugli abusi polizieschi in Cile non sono servite soltanto per portare a conoscenza dell'opinione pubblica la morte del giovane mapuche Matías Catrileo, di cui si sono resi responsabili i carabineros, ma anche a segnalare quella che sembra una vera e propria guerra in corso dello stato cileno verso le comunità mapuche stesse.
Lo scorso 3 gennaio, al tentativo di recupero delle terre del "Fundo Santa Margarita" (di cui si è impossessato l'imprenditore Jorge Luchsinger) da parte di un gruppo di mapuche aderenti alle Comunidades Mapuche Llupeco-Vilkun, i carabineros in difesa della proprietà hanno risposto con il fuoco ferendo a morte il ventiduenne Matías Catrileo: successivamente la polizia ha distrutto le case di alcune famiglie mapuche nella regione di Araucania , ha devastato la maggior parte del loro raccolto, infine hanno trattato con disprezzo le famiglie che avevano appena depredato sottoponendole ad un trattamento degradante e umiliante.
Una lettura più attenta che non si limiti al solo fatto di cronaca fa emergere un quadro inquietante.
Secondo quanto denunciato dalla Coordinadora Arauco Malleco (Cam) Jorge Luchsinger agisce da tempo indisturbato come fiancheggiatore di un gruppo paramilitare di estrema destra denominato "Trizano". Dopo una trentina di attacchi mapuche al "Fundo Santa Margarita" avvenuti negli ultimi sette anni per cercare di recuperarlo, Luchsinger ha predisposto una sorveglianza quasi continua da parte dei carabineros, la cui risposta è stata però notevolmente sproporzionata, poiché l'azione dei mapuche, e in particolare quella di Matías Catrileo, era assolutamente pacifica. Infine, nonostante l'Observatorio de Derechos de Pueblos Indígenas abbia definito la risposta dei carabineros "immorale" e abbia sollecitato il governo a far rispettare veramente i diritti del popolo mapuche, non ci sarà una vera inversione di rotta nelle politiche di tutela degli indigeni, prova ne è la nomina del giudice José Pinto Aparicio per risolvere il caso: si tratta infatti della persona che in occasione dell'assassinio di Alex Lemùn, mapuche ucciso dalla polizia nel 2002 in circostanze non dissimili da quelle di Catrileo, ha scelto di archiviare il caso nonostante le comunità indigene avessero chiesto di indagare a fondo la posizione del maggiore dei carabineros Marco Aurelio Treur, indiziato come il principale responsabile della morte di Lemùn. Il Consejo de Todas las Tierras, insieme alla Coordinadora Arauco Malleco, ha ammonito tutte le istituzioni affinché non si ripeta lo stesso epilogo del caso Lemùn, e in effetti la stessa presidenta cilena Michelle Bachelet ha più volte dichiarato nel suo programma di governo l'impegno per il riconoscimento dei popoli originari e della loro identità, come aveva promesso anche in occasione della sua investitura ufficiale alla Moneda appena dopo aver vinto le elezioni. In realtà per i mapuche vige ancora Legge Antiterrorismo varata al tempo di Pinochet e poi rimasta tuttora in vigore anche se con alcune modifiche: spesso nei loro confronti vengono a mancare le garanzie costituzionali presenti invece per qualsiasi altro tipo di processo.
Infine, la Agrupaciones de Familiares de Detenidos Desaparecidos y de Ex Presos Políticos e la Cam fanno notare che Catrileo è il secondo morto tra le file dei movimenti sociali dopo l'uccisione dell'operaio Rodrigo Cisternas lo scorso 3 maggio: anche in quel caso i responsabili furono i carabineros, che spararno contro un corteo di protesta dei lavoratori della Bosques Arauco (impresa del Gruppo Angelini) in sciopero per richiedere aumenti salariali e soprattutto migliori condizioni di lavoro: "quando si tratta di difendere gli interessi e gli investimenti dei grandi latifondisti e delle transazionali lo stato cileno, per mano dei vari governi che si sono succeduti, aguisce impunemente con crudeltà e violenza", conclude la Coordinadora Arauco Malleco.
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