Latina

Nicaragua: i cañeros sono già a Managua

ANAIRC si mobilita contro il Gruppo Pellas. Chiedono indennizzi per la loro malattia
10 marzo 2009
Giorgio Trucchi

Ex lavoratori delle piantagioni di canna da zucchero e vedove di ANAIRC (Foto G. Trucchi)

Sono partiti alle 4 di mattina da Chichigalpa, nell'occidente del Nicaragua, per arrivare presto a Managua.
Hanno portato le loro amache, qualche provvista e gli utensili per cucinare e si sono stabiliti in un terreno nelle vicinanze della Cattedrale, a circa 500 metri dal famoso Edificio Pellas, luogo in cui il colosso economico nicaraguense ha concentrato da alcuni anni tutte le sue attività.
Sono gli ex lavoratori delle piantagioni di canna da zucchero, meglio conosciuti come cañeros, della Asociación Nicaraguense de Afectados por Insuficiencia Renal Crónica (ANAIRC), affiliata alla UITA, con la quale l'Associazione Italia-Nicaragua ha iniziato un progetto pilota di aiuto medico da più di un anno

Hanno deciso di intraprendere questo viaggio verso la capitale per chiedere al Gruppo Pellas un indennizzo per la grave malattia, la Insufficienza Renale Cronica, Irc, contratta nelle piantagioni di proprietà dell'Ingenio San Antonio.
La responsabilità del Gruppo Pellas, di cui fa parte la Nicaragua Sugar Estates Ltd, proprietaria dell'Ingenio San Antonio, è stata ripetutamente denunciata dai membri di ANAIRC nel corso degli ultimi anni, per l'uso sconsiderato di pesticidi all'interno delle piantagioni e per l'inquinamento delle risorse idriche della zona.
In ottobre del 2008, il Tribunale Permanente de i Popoli ha emesso una sentenza di condanna morale ed etica nei confronti del Gruppo Pellas per il caso delle migliaia di morti tra i suoi ex lavoratori e lavoratrici.
Il governo italiano, attraverso l'ex ambasciatore a Managua, Alberto Boniver, ha prima incredibilmente concesso al signor Carlos Pellas, presidente del gruppo economico, l'onorificenza di Grande Ufficiale "Ordine della Stella della Solidarietà Italiana" e poi l'ha anche nominato Console onorario d'Italia nella città di Granada, in Nicaragua.

Secondo statistiche presentate da ANAIRC, negli ultimi anni sarebbero decedute 3.209 persone e sono più di 4 mila gli ammalati di Irc nei dipartimenti di León e Chinandega. Una vera epidemia che ha lasciato migliaia di vedove ed orfani. È per questo motivo che tra le 200 persone che si sono mobilitate verso la capitale c'è un numero considerevole di vedove che chiedono giustizia per la morte dei loro mariti.

Nel comunicato stampa inviato ai principali mezzi d'informazione del paese, gli ex lavoratori delle piantagioni di canna da zucchero manifestano che "In base alla Legge No. 456 - Legge di Addizione di Rischi e Malattie Professionali alla Legge No. 185, Codice del Lavoro, la Irc è una malattia professionale. L'informazione sul numero di persone decedute ha come base i dati riportati sul Libro dei Decessi del comune di Chichigalpa e i casi riportati ad ANAIRC di persone che vivevano in altri comuni della zona.
Tra il 14 marzo 2005 ed il 5 marzo 2009 sono decedute 2.202 persone. A causa della Irc sono morte quindi circa 46 persone al mese.
Questa situazione -continua il comunicato- deve obbligare le autorità competenti del paese ad affrontare una vera e propria emergenza sanitaria, particolarmente nella zona dove si coltiva la canna di zucchero.
Risulta ancora più grave la situazione in quanto, secondo i racconti delle persone ammalate, il sistema sanitario una volta deceduta la persona registra il caso come infarto. Questo comportamento ha molto spesso l'obiettivo di occultare la malattia professionale e di conseguenza, di "coprire" il datore di lavoro che deve rispondere per i danni alla salute e alla vita di queste persone", recita il testo del comunicato.

È per questo, quindi, che i membri di ANAIRC hanno inviato una nuova lettera all'impresa, l'undicesima negli ultimi due anni, chiedendo una riunione con il signor Carlos Pellas affinché si installi una tavola di dialogo e negoziazione.

"Negli anni scorsi abbiamo inviato varie lettere al signor Carlos Pellas chiedendo di essere ascoltati e di poterci riunire con lui, ma non si è nemmeno degnato di risponderci", ha raccontato alla Lista Informativa "Nicaragua y más" il vicepresidente di ANAIRC, Gustavo Martínez.

"Vogliamo giungere ad un accordo con il Gruppo Pellas affinché ci indennizzino per i danni che ci hanno causato. In questo momento la gente sta riposando perché il viaggio è stato molto pesante, ma nei prossimi giorni cominceremo una serie di mobilitazioni di protesta di fronte all'Edificio Pellas. Vogliamo riunirci al più presto con l'impresa".
Anche per Julio César Paz, membro della Giunta Direttiva di ANAIRC, questa mobilitazione verso Managua non poteva più aspettare.
"Abbiamo visto troppi morti a Chichigalpa e di fronte all'atteggiamento passivo dei proprietari dell'Ingenio San Antonio non abbiamo avuto altra opzione che partire e venire a Managua per reclamare il nostro diritto ad un indennizzo".

Per Verónica Flores, vedova e membro di ANAIRC, la situazione che ha dovuto vivere da quando suo marito è morto di Irc è stata molto dura.
"La nostra è una lotta per una causa giusta. Mio marito ha lavorato quasi 25 anni nell'Ingenio San Antonio e si è ammalato. È una malattia triste, perché ti consuma l'organismo poco a poco, si resta senza forze e non si può più andare a lavorare. Ha passato gli ultimi sei anni della sua vita con questa malattia e gli ultimi due sono stati i più duri. Ha sofferto molto ed è morto lo scorso 11 settembre.

Per noi vedove -ha continuato Flores- la malattia e la morte dei nostri mariti ci ha obbligate a farci carico della famiglia ed è molto pesante perché non sappiamo dove prendere i soldi per sopravvivere. Dobbiamo arrangiarci. Nel mio caso ho una pensione di reversibilità di 100 dollari, ma non basta nemmeno per pagare le piccole spese. È per questo motivo che siamo qui. I nostri mariti sono morti per aver lavorato nell'Ingenio San Antonio ed è giusto che l'impresa c'indennizzi. Da qui non ci muoviamo fino a che non ci danno una risposta. Chiedo alla gente e alle organizzazioni a livello nazionale ed internazionale che ci aiutino, perché stiamo lottando per una causa giusta ed è importante che si sappia ciò che è successo nelle piantagioni di Chichigalpa e quello che ci è toccato vivere", ha concluso Flores in tono sicuro.

In queste prime ore a Managua, ANAIRC ha consegnato alcune lettere chiedendo il sostegno delle Commissioni Sanità, Lavoro e Previdenza Sociale e Ambiente del Parlamento. Ha anche chiesto l'assistenza medica alla Croce Rossa Nicaraguense nel caso in cui si aggravasse la situazione sanitaria delle persone che si trovano nell'accampamento improvvisato di Managua.

Varie organizzazioni hanno già garantito il sostegno umanitario e logistico per gli ex lavoratori delle piantagioni di canna da zucchero, tra cui l'Associazione Italia-Nicaragua. La Unión Internacional de Trabajadores de la Alimentación (UITA) ha informato che seguirà molto da vicino l'evolversi della situazione.

© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua www.itanica.org )

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