Patagonia: miniera a cielo aperto in costruzione
Le miniere continuano ad essere il principale cavallo di Troia per l'ingresso delle imprese multinazionali in America Latina. L'ultimo caso arriva dalla Patagonia, dove il Foro Ambiental y Social Patagónico (Fasp) denuncia l'assalto dello stato provinciale alla Ley 5001, che intende cancellare la proibizione dello sfruttamento e dell'estrazione mineraria.
Gli attivisti appartenenti al Fasp della provincia argentina di Chubut hanno da poco avviato una raccolta firme per impedire l'utilizzo del cianuro nei processi di produzione nel caso in cui lo sfruttamento minerario abbia inizio, obiettivo che si è prefisso di raggiungere a qualsiasi costo lo stato. Il Proyecto Navidad, questo il nome del progetto che intende impiantare la miniera nella provincia di Chubut, sarebbe inoltre incostituzionale in quanto andrebbe a violare l'articolo 41 della Costituzione argentina. La carta costituzionale stabilisce infatti che nel caso di danni gravi e irreversibili (in questo caso prodotti dalla miniera a cielo aperto), si privilegia la difesa dell'ambiente senza che sia necessario aspettare che il danno sia stato prodotto, poiché si tratterebbe di un impatto ambientale irreversibile. Sempre il Fasp ha chiesto al governo dello stato provinciale di informare e consultare comunque la popolazione prima di aprire la strada alla costruzione della miniera. Durante un'intervista rilasciata a Radio Mundo Real Fabián García, portavoce del Forum, ha chiamato alla "vigilancia social minera", ma ha approfittato anche per fare una disamina della situazione ambientale dell'intera provincia chubutense e in particolar modo della città di Trelew. Sviluppo sostenibile, ambiente e tutela della popolazione non sembrano però essere le priorità dello stato provinciale, nonostante il Fasp abbia più volte sottolineato che il progresso economico non passi solo attraverso l'apertura della miniera, ma che, al contrario, ci sono numerose alternative possibili.
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