Latina

Buon anno Nicaragua

2010: tra conflittualità e cambiamenti sociali
6 gennaio 2010
Giorgio Trucchi

Manifestazione del Fsln novembre 2009 © (Foto G. Trucchi)

Il quarto anno dell'amministrazione Ortega si preannuncia particolarmente movimentato, con un probabile acuirsi della conflittualità tra governo ed opposizione, l'intensificazione della campagna mediatica antigovernativa e il tentativo da parte dell'attuale amministrazione di portare avanti il proprio progetto che, per il momento, sembra avere più luci che ombre, anche se queste ultime non mancano.

Tra i principali temi sul tappeto vi sarà il processo elettorale nelle regioni autonome della Costa Atlantica Nord e Sud che si realizzerà a marzo. Elezioni caratterizzate storicamente da una bassa partecipazione della popolazione per eleggere i due Consigli regionali autonomi, saranno questa volta un importante banco di prova per il partito di governo, alleato in vari municipi con il partito indigenista Yatama, settori della ex Contra o Resistencia, del liberalismo e con il partito legato alla chiesa evangelica, Alternativa por el Cambio.

Elezioni, inoltre, su cui saranno puntati gli occhi della comunità internazionale dopo le forti polemiche e ripercussioni politiche ed economiche a livello nazionale ed internazionale che hanno fatto seguito alle elezioni municipali del 2008 e alle accuse, mai veramente provate, di brogli elettorali. In quell'occasione il Fsln ha ottenuto 109 dei 153 municipi presenti in Nicaragua.

Già come nel 2008, l'opposizione, nuovamente divisa, sta mettendo le mani avanti e annuncia nuovi brogli ed un processo irregolare nella consegna dei documenti d'identità alla popolazione, necessari per potere votare.

Opposizione allo sbando

Il tema dell'unità è ormai vecchio all'interno della frammentata opposizione all'attuale governo sandinista. Il settore del liberalismo è diviso in una miriade di fazioni tra le quali spiccano il Partito liberale costituzionalista, Plc, dell'ex presidente Arnoldo Alemán e il Movimento Vamos con Eduardo, Vce, che fa capo all'ex banchiere e candidato perdente negli ultimi due processi elettorali, Eduardo Montealegre, il quale gode dei favori di gran parte dell'apparato mediatico antisandinista nonché del governo nordamericano.

Entrambi, estremamente litigiosi, si disputano la leadership della base liberale in vista della candidatura per le elezioni presidenziali del 2011 ed affrontano guai giudiziari per delitti che sono stati imputati loro durante il periodo in cui hanno rivestito cariche pubbliche.

A cercare di portare calma e coesione all'interno dell'opposizione si prodigano senza sosta il Movimento rinnovatore sandinista, Mrs, costola del Fsln uscito, rientrato e nuovamente uscito dal partito senza grande successo e che in più di un'occasione non ha avuto dubbi nel sostenere la candidatura di Montealegre e partecipare a marce con lo stesso Alemán, e la cosiddetta società civile, un insieme di ong che operano in vari settori ed ambiti, tra cui quelli privilegiati dalle facoltose agenzie nordamericane della "governabilità", "rafforzamento della democrazia e dei processi elettorali" o della "partecipazione cittadina".

Un flusso di denaro che in più di una occasione è stato denunciato in quanto servirebbe a finanziare processi di destabilizzazione di governi che non seguono i rigidi voleri di Washington. In questo caso, il Nicaragua seguirebbe le stesse sorti degli altri paesi legati all'Alternativa Bolivariana per i popoli della nostra America, Alba, e il 2010 si prospetta piuttosto difficile alla luce delle dichiarazioni della segretaria di Stato nordamericana Hillary Clinton, secondo la quale il Nicaragua e il Venezuela - ma anche gli altri paesi che non sono stati menzionati ma i cui governi subiscono quotidianamente manovre di destabilizzazioine - destano preoccupazione.

Il nuovo tentativo di coesionare l'opposizione politica, a cui come detto parteciperebbero i partiti di centrodestra e un settore della società civile con il sostegno dell'impresa privata e dell'alta gerarchia della Chiesa cattolica, caratterizzerà quindi la politica nordamericana nei confronti del Nicaragua cercando di limare le differenze tra Alemán e Montealegre, riportare unità all'interno del liberalismo, continuando a foraggiare, attraverso le sue agenzie, le ong che si presteranno al gioco, preparando il terreno per ricreare una nuova Unione nazionale oppositrice, Uno, che già aveva assolto molto bene i compiti imposti dagli Stati Uniti verso la fine degli anni 80.

Tale progetto dovrà comunque prendere in considerazione la situazione molto particolare che vive il Parlamento nicaraguense e la particolarità dell'anno che è appena iniziato.

Un altro elemento che potrebbe infatti generare forti tensioni, ma anche rompere definitivamente il progetto unitario dell'opposizione, è proprio l'elezione di circa 30 importanti cariche all'interno della Corte suprema di giustizia, Csj, Consiglio supremo elettorale, Cse, Corte dei Conti, Cgr, Procura dei diritti umani, Pddh e il Consiglio nazionale di valutazione ed accreditazione dell'educazione superiore, Cnea.

La riconferma dei magistrati ed autorità in scadenza di mandato, come vorrebbe il Fsln, o la loro sostituzione con personalità meno legate ai partiti, come invece vorrebbe l'opposizione senza però specificare a chi si riferisce, avrà comunque bisogno del voto di una maggioranza qualificata, vale a dire 56 voti sui 91 disponibili in Parlamento.

La situazione della Asamblea Nacional

Attualmente, in Parlamento esistono 7 gruppi parlamentari: il Fsln con 38 deputati, Plc 20, Bancada Democrática Nicaraguense (Bdn - Vamos con Eduardo) 15, Alianza Liberal Nicaraguense (Aln), 5, Bancada de Unidad Nicaraguense (Bun) 7, Mrs 2 (piú altri 2 prestati dal gruppo di Eduardo Montealegre per permettere ai "rinnovatori" di non scomparire visto che il numero minimo per un gruppo parlamentare è di 4 deputati) e 2 Indipendenti.

Se per l'approvazione di leggi ordinarie, per cui è sufficiente una maggioranza semplice di 47 voti, i due gruppi fuoriusciti dal Plc di Alemán, Bdn di Montealegre e dal Mrs (Aln e Bun) fanno la differenza e fungono da ago della bilancia, nel caso di riforme costituzionali o nomine di cariche pubbliche l'unica possibilità reale per evitare uno stallo istituzionale sarà l'ennesimo accordo tra Fsln e Plc, o meglio dire, tra Ortega ed Alemán.

Per evitare tale possibilità, l'intera opposizione, i gruppi della società civile e l'impresa privata hanno firmato nei mesi scorsi un accordo pubblico in cui i partiti politici, ad eccezione ovviamente del Fsln, s'impegnano a non rieleggere nessuno dei magistrati uscenti. Impegno comunque difficile da mantenere vista la notoria litigiosità di questi settori, il comportamento altalenante dei piccoli gruppi parlamentari propensi molto spesso ad assecondare le proposte sandiniste, l'avvicinarsi della resa dei conti tra Alemán e Montealegre in vista della candidatura per il 2011 e la sicure pressioni statunitensi, ma anche europee, affinché sia quest'ultimo il candidato anti Fsln per le presidenziali.

Lo scenario più probabile sarà quindi quello di un'ennesima ed estenuante negoziazione tra i due principali partiti del paese ed una paralisi dei principali poteri dello Stato con conseguenze politiche, economiche e sociali per il momento non calcolabili.

Per evitare questa possibilità che comunque indebolirebbe ulteriormente il progetto governativo a meno di due anni dalle elezioni presidenziali, i magistrati sandinisti della Corte suprema di giustizia hanno annunciato la possibile introduzione nel Parlamento di un progetto di legge ordinaria che, in caso di mancata elezione o rielezione alla scadenza del mandato dei magistrati uscenti, questi ultimi resterebbero comunque in carica fino a che il Parlamento non giunga a un accordo.

I poteri dello Stato ed i partiti

Il tema dell'influenza dei partiti all'interno dei principali Poteri statali, ad esclusione ovviamente del Parlamento, risale ai tempi del famoso accordo o "patto" del 2000 tra Fsln e Plc, in cui si ristrutturarono il Cse, Csj e Cgr aggiungendo o aumentando il numero di magistrati e suddividendoli in base ai rapporti di forza tra i due partiti.

Questa nuova strutturazione e soprattutto l'influenza delle forze politiche è stato a lungo discusso e l'attuale opposizione chiede una loro departitizzazione. In questi ultimi mesi, inoltre, tale elemento è diventato un vero e proprio cavallo di battaglia, da usare nell'arena politica per attaccare il partito di governo ed i principali esponenti di questi tre Poteri.

Se sulla carta questa richiesta è sicuramente accettabile per garantire uno svolgimento imparziale delle loro funzioni, in un paese polarizzato come il Nicaragua - ma lo stesso vale per i paesi della regioni che vivono democrazie ancora molto instabili dopo decenni di invasioni, guerre civili e ingerenze straniere - non è possibile usare lo stesso metro di misura delle democrazie occidentali o degli Stati Uniti.

Le ultime drammatiche vicende dell'Honduras ne sono un chiaro esempio. In questo paese il controllo assoluto dei poteri economici e militari sui Poteri dello Stato, attraverso pedine manovrabili secondo il bisogno, ha permesso la pianificazione ed esecuzione di un colpo di Stato civico-militare che ha riportato indietro il continente latinoamericano di decenni rispetto al consolidamento della democrazia.

Comprensibile, anche se difficile da collocare all'interno di un quadro di riferimento diverso da quello in questione, la strategia del partito governante per non ritrovarsi nuovamente come prima del 1999-2000, quando il totale controllo di questi poteri, soprattutto quello elettorale, da parte della destra nazionale aveva messo il Fsln con le spalle contro il muro.

L'annientamento, anche violento, del partito rojinegro non è stato possibile solamente grazie all'esistenza in Nicaragua di un esercito ed una polizia forgiati durante il periodo rivoluzionario e mai disposti a diventare il braccio armato dell'oligarchia nazionale, come invece è successo in Honduras.

Mantenere quindi i propri "uomini" all'interno delle principali cariche istituzionali diventa per le forze politiche non solo un'esigenza, ma anche una garanzia di sopravvivenza politica.

2010: anno di conflittualità e cambiamenti sociali

Per l'anno che è da poco iniziato si prospetta quindi un nuovo e ancora più duro affondo da parte dell'opposizione e un consistente aumento dell'ingerenza straniera nel paese, con un incremento della campagna mediatica antisandinista ed i tentativi per destabilizzare politicamente ed economicamente il governo. Dopo quanto accaduto in Honduras e la crisi che sta affrontando il processo di unità centroamericana grazie alle politiche destabilizzanti di Costa Rica, Panama e del governo di fatto honduregno, il Nicaragua diventa il nuovo bersaglio per "liberare" la regione dall'influenza Alba. Da questo punto di vista, la nuova amministrazione nordamericana sta dimostrando in America Latina di essere l'esatta continuazione del predecessore George W. Bush.

Ci troveremo però di fronte anche a una vera sfida per la destra nicaraguense, la quale difficilmente riuscirà, soprattutto in Parlamento, a mantenere l'unità mano a mano che si avvicinerà il periodo elettorale a inizio del 2011. Su questo e sulla continuazione del progetto iniziato nel 2007 conterà il governo Ortega, dovendo comunque tenere sempre presente che essere minoranza in Parlamento lo costringerà a continui e sfibranti negoziazioni che limitano enormemente la messa in pratica del progetto stesso.

Un anno di lavoro: luci ed ombre

In mezzo a quella che sembra essere una situazione tutt'altro che semplice, vale la pena ricordare almeno alcune delle cose fatte fino ad ora da un governo che l'opposizione dipinge come demagogico, incapace, autoritario, dittatoriale e alcune volte addirittura terrorista.

Non sono certo mancate le ombre che puntualmente riempiono le pagine dei due principali giornali ed i programmi della maggior parte dei canali televisivi, insieme per altro a una serie infinita di menzogne e mezze verità per infondere il dubbio e il timore tra la popolazione.

Ci sono stati casi di corruzione, gestione sbagliata di alcuni progetti, improvvisazioni, una gestione sicuramente troppo famigliare del potere ed una confusione Stato-Partito che ricorda in parte alcuni errori storici degli anni 80. Da registrare anche una politica estera a volte confusa, poco diplomatica ed eccessivamente ripiegata sullo sbocco Alba ed un atteggiamento a volte eccessivamente autoritario che nel passato non ha fatto altro che aiutare l'opposizione a fare circolare a livello internazionale la falsa immagine di un paese sull'orlo di una guerra civile e di una costante violazione dei diritti umani.

Il tema dei fondi provenienti dagli accordi Alba e dall'importazione e pagamento facilitato del petrolio venezuelano - una vera e propria valanga di petrodollari - ha poi scatenato le fantasie più originali.
Il fatto di non averli voluti inserire nel Bilancio della Repubblica, temendo una quanto mai probabile manovra ostruzionistica dell'opposizione in Parlamento, ha poi creato un vero e proprio buco nero informativo sul loro utilizzo e sulla gestione delle varie imprese miste nicaraguensi-venezuelane, che smistano i fondi attraverso la Cassa Rurale Nazionale (CARUNA) per finanziare la maggior parte dei progetti sociali e produttivi del governo.

Inoltre, le grandi famiglie oligarchiche, i gruppi economici e finanziari e le multinazionali presenti nel paese non sembrano avere risentito molto di questi tre anni di governo sandinista, estremamente bisognoso di consolidarsi al potere prima di cercare di effettuare un sostanziale cambiamento del modello e particolarmente attento alle richieste dei settori imprenditoriali legati al partito.

Nonostante tutto ciò è evidente l'enorme sforzo fatto in settori dell'economia, come ad esempio quello agricolo, della micro, piccola e media industria, del commercio, abbandonati dai governi del passato ed anche il carattere spiccatamente sociale del governo sandinista. Da rilevare anche la buona tenuta dell'economia nicaraguense in mezzo ad una crisi economica devastante per l'intero pianeta. Secondo i dati forniti dall'economista indipendente, non certo tenero con il partito di governo, Adolfo Acevedo, l'Indice dell'attività economica sarebbe caduto del 3,1 rispetto al 2008 - in linea con la media centroamericana - mentre le esportazioni e le remesas familiares - soldi inviati dai nicaraguensi residenti all'estero - avrebbero avuto una diminuzione intorno al 7 per cento, inferiore comunque a tutti gli altri paesi della regione.

La diminuzione del PIL si attesterà tra il 1,2 e il 1,5 per cento. Buono invece il risultato delle spese per il consumo famigliare che registrerà un incremento nonostante la crisi e la contrazione dell'economia nazionale. Secondo la CEPAL, questo dato è dovuto soprattutto alle trasferenze derivate dai programmi sociali del governo. Con un'inflazione prossima allo 0 per cento, i salari hanno potuto mantenere il proprio potere acquisitivo. Crollati invece gli investimenti privati (-27 per cento) che hanno provocato una forte riduzione delle importazioni di beni di capitale e delle costruzioni.

Rafforzate anche le riserve internazionali - mai così alte nella storia del paese - grazie all'approvazione da parte del Fmi della seconda e terza fase del programma triennale firmato con il governo nicaraguense, mentre la crisi economica e la diminuzione degli ingressi fiscali dello Stato hanno obbligato il governo a presentare tre riforme al Bilancio della Repubblica, con una riduzione sostanziale della spesa pubblica che non ha però intaccato i programmi sociali.

Programmi sociali e produttivi a gonfie vele

Da giugno 2007 a dicembre 2009, il programma Fame Zero ha beneficiato con il Buono Produttivo Alimentare, Bpa, 39.137 famiglie che possiedono un appezzamento di terra compreso tra 1 e 10 manzanas (1 manzana = 0,6 ettari). Ciò equivale a quasi il 50 per cento della meta prevista.
Durante il 2009 sono state 8.878 le famiglie beneficiate che avevano un terreno inferiore a 1 manzana (44 per cento della meta).
In due anni e mezzo di lavoro, 48.015 madri di famiglia a cui vengono intestati i Buoni Produttivi Alimentari - per un totale di circa 250 mila persone in estrema povertà - hanno goduto di questo progetto ( il 48 per cento della meta fissata).
Per il 2010 il programma prevede la consegna del Buono ad altre 34 mila famiglie sparse in tutto il paese.
Particolarmente interessante il lavoro svolto a Managua dove sono stati consegnati 6.315 Bpa, il doppio di quanto previsto, generando una forte produzione di vitelli, latte, maiali, polli e uova.
Tale produzione ha permesso una corretta alimentazione delle famiglie beneficiate e la nascita di 65 cooperative di donne che stanno commercializzando l'eccedenza della produzione.

Nel campo dell'alfabetizzazione il Nicaragua è stato dichiarato libero dall'analfabetismo, dopo un lavoro minuzioso che ha insegnato a leggere e scrivere a più di mezzo milione di nicaraguensi.
L'attuale tasso d'analfabetismo è di solo il 3,3 per cento a livello nazionale, il più basso nella storia del paese.
Inoltre, circa 5 mila bambini che frequentano il quinto e sesto anno di scuola primaria inizieranno un processo di alfabetizzazione a favore di
circa 12 mila bambini e bambine che per vari motivi, soprattutto economici, non hanno mai frequentato le aule scolastiche.
50 mila nuovi alfabetizzati sono inoltre stati inseriti in programmi di post-alfabetizzazione per ottenere il diploma di scuola primaria. All'appello mancano ora 100 mila analfabeti e circa 300 mila alfabetizzati che entreranno in un processo di post-alfabetizzazione.
Continua inoltre il lavoro del Ministero dell'educazione, che ha elaborato un piano decennale per trasformare l'educazione in Nicaragua e per garantire la giusta formazione a tutti i maestri, soprattutto per quelli che hanno sempre lavorato in modo empirico senza un titolo magistrale.

Con la Operazione Miracolo, circa 60 mila nicaraguensi sono stati operati gratuitamente di cataratta e di altre malattie degli occhi nei tre centri oftalmologici sorti durante gli ultimi anni: uno a Ciudad Sandino e gli altri due sulla Costa Atlantica. Altre migliaia di persone sono invece state operate a Cuba ed in Venezuela, potendo così tornare a vivere una vita normale. Nel settore della Sanità, oltre ad incentivare la gratuità della salute in tutti gli ospedali e dispensari, sono da segnalare il miglioramento delle strutture sanitarie, l'ampliamento delle operazioni chirurgiche, cure e medicinali forniti dalle strutture convenzionate con lo Stato, la costruzione di nuovi dispensari ed ospedali, come l'Ospedale Solidarietà che entrerà in funzione ai primi di febbraio 2010 e l'instancabile lavoro delle brigate mediche cubane che hanno lavorato nelle zone più impervie del paese.
Le brigate mediche sandiniste hanno invece realizzato circa 90 mila visite, 2 mila interventi chirurgici e 30 mila esami specialistici in 60 municipi di tutto il paese. Ovviamente tutto gratuito.

Nel 2009, l'Istituto nazionale forestale, Inafor, ha ridotto della metà gli incendi forestali rispetto all'anno scorso e di un ventesimo quelli del 2006. Per quanto riguarda la riforestazione, ha sviluppato la Crociata Nazionale di Riforestazione su un territorio di oltre 15 mila ettari.
In tre anni di governo l'area totale riforestata è stata di oltre 47 mila ettari, equivalente a quanto fatto negli ultimi 25 anni. Alla crociata hanno partecipato 50 mila studenti con il supporto dell'esercito, la polizia il Ministero dell'ambiente, dell'istruzione e le organizzazioni del Potere Cittadino. Con rispetto al miglioramento genetico, Inafor ha prodotto 4,2 tonnellate di sementi migliorate che sono state utilizzate nei programmi governativi d'incentivo alla produzione.

Sono inoltre continuati i programmi sociali Usura Zero, Case per il Popolo, Strade per il Popolo, Piano Tetto e il Programma Amore che ha aiutato circa 12 mila bambini e bambine che lavoravano nelle strade. Per quanto riguarda le politiche per garantire la sovranità e sicurezza alimentare alla popolazione, il governo sandinista ha continuato a rafforzare l'Impresa nazionale di grani, Enabas, riuscendo a calmierare i prezzi di prodotti fondamentali come il mais, il riso e i fagioli, aprendo migliaia di punti vendita a prezzi ridotti.

Per concludere, dal punto di vista energetico il Ministero dell'energia e miniere, Mem, ha informato che in soli tre anni il governo ha eliminato completamente i razionamenti energetici che durante gli ultimi anni di governo Bolaños erano arrivati fino a 12 ore al giorno.

Secondo il ministro Emilio Rappaccioli Baltodano, nel 1991 la capacità effettiva di generazione di energia elettrica era di 356 MW e la domanda massima era di circa 271 MW, contando quindi su una riserva di 85 MW. Nel 2006 la capacità di generazione era aumentata a 570 MW con una domanda massima di 501 MW, con una riserva di soli 59 MW e con impianti obsoleti e senza una reale politica di manutenzione, dovuta alla privatizzazione della maggior parte degli impianti di generazione.
Dopo soli tre anni di governo sandinista, la capacità di generazione è salita a 722 MW con una domanda massima di 522 MW e una riserva di 200 MW, che rappresenta il 38 per cento della domanda.
Per i prossimi mesi la capacità di generazione salirà a 802 MW grazie all'entrata in funzione della centrale ALBANISA di Nagarote e di quella di León.
Secondo questi dati, l'aumento medio della generazione durante l'attuale governo è stato di 79 MW, cinque volte superiore a quello ottenuto durante i 16 anni di governi neoliberisti (13 MW all'anno).
350 milioni di dollari è stato l'importo investito nell'aumento della generazione elettrica ed altri 700 milioni verranno investiti durante il periodo 2010-2013.

Durante il 2009, 11.300 case nella zona rurale hanno ricevuto per la prima volta energia elettrica e nel 2010 è previsto ampliare il progetto con altre 8 mila case.
Rappaccioli ha inoltre detto che si stanno intensificando i progetti per ampliare la generazione di energia a base di fonti rinnovabili, calcolando che entro quattro anni si abbandonerà la generazione a base di combustibili fossili che attualmente rappresenta il 72 per cento dell'energia prodotta.

© (Testo e foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )

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