Latina

Vittoria storica per il movimento indigeno

Ecuador: sospesa la Ley de Aguas

Marcia indietro (momentanea?) del presidente Correa
23 maggio 2010
David Lifodi

Non hanno mai mollato e ce l'hanno fatta. Hanno resistito di fronte all'intervento della polizia, agli insulti, al tentativo di denigrare la loro protesta (è finanziata dall'esterno del paese, hanno detto) e adesso rilanciano. Il movimento indigeno dell'Ecuador ha ottenuto una vittoria storica, come ha scritto il portale Servindi, uno dei più competenti e aggiornati per quanto riguarda il mondo indio: la Ley de Aguas è stata sospesa. "Per il governo non è una priorità" ha spiegato il presidente Rafael Correa con una marcia indietro tanto repentina quanto inaspettata. E adesso gli indigeni non si fermano: chiedono una consultazione pre-legislativa sulla legge stessa.
Alla base del successo sta l'assunto da mesi ripetuto dalla Conaie: gli indigeni rappresentano circa un terzo dei quindici milioni del paese, quindi hanno il diritto di essere consultati. La Corte Costituzionale ha stabilito che i popoli indigeni dovranno essere consultati prima dell'approvazione della legge tramite un referendum da convocare entro cinque mesi. La battaglia per la Ley de Aguas apre una nuova fase nelle mobilitazioni indigene dell'Ecuador, che hanno ripreso un forte slancio dopo essere rimaste scottate dall'ingresso di due loro rappresentanti nel governo dell'allora precedente governo Gutierrez, prima che questo facesse capire quale fosse la sua vera natura. E ancora: la luna di miele con Correa terminata brevemente dopo che il suo governo, pur degno di considerazione per la Costituzione all'avanguardia, il riconoscimento del Sumak Kawsay (il buen vivir indigeno), la riappropriazione della base di Manta (in mano Usa), aveva aperto alla Ley Minera ed aveva sollevato dubbi sulla legittimità, pure sancita dalla stessa Costituzione, dello stato plurinazionale.
"Chiederò ai miei parlamentari di archiviare domani questa legge risolvendo il problema", ha dichiarato Correa secondo quanto riportato da Misna. La pressione indigena è probabilmente divenuta insostenibile per il presidente, che comunque dovrà accettare una manifestazione di Conaie e Ecuarunari e tutte le altre confederazioni del mondo indio entro fine maggio. La mobilitazione infatti non si ferma: la consultazione pre-legislativa non avverrà prima di quattro mesi, per cui gli indigeni hanno di fronte a loro l'obbligo di dovere tener alta l'attenzione su questo tema. Inoltre resta molta incertezza sulle prossime mosse del presidente: Correa ha già detto che rifiuterà di approvare la Ley de Aguas se il testo sarà sottoposto a numerose modifiche che ne stravolgano il senso. Si prospetta quindi un vero e proprio referendum sulla sua figura, oltre che sulla Ley de Aguas, anche perché le dichiarazioni della Conaie non sono concilianti nonostante la vittoria: Alianza País, la coalizione di governo, ha da tempo identificato come suo nemico principale i popoli indios e gli ecologisti, hanno ribadito più di una volta, non a caso non hanno mai fatto pienamente parte del progetto Correa, anche quando i rapporti non erano così tesi come in questa circostanza. Inoltre, lo scopo del movimento indigeno è quello di coinvolgere tutta la popolazione in questa battaglia per il diritto all'acqua. "Non si tratta di una vertenza esclusivamente legata agli indios, ma a tutti gli ecuadoriani", hanno precisato i portavoce di Ecuarunari, di fronte al tentativo del governo di condurre un'operazione che dividesse la popolazione in buoni e cattivi, e in effetti la Ley de Aguas, la lotta per la sovranità alimentare e il rispetto della sovranità nazionale fanno parte di una stessa battaglia, quella che non intende svendere il paese alle rapaci multinazionali provenienti, queste si, dall'esterno del paese.
Mentre nel movimento indigeno si ragiona su come proseguire la lotta, l'Assemblea Nazionale dell'Ecuador ha modificato la Ley Orgánica de la Función Legislativa affinché il processo di consultazione pre-legislativa abbia inizio.

 

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.

Articoli correlati

  • Ecuador: il fallimento della militarizzazione
    Latina
    La strategia repressiva di Noboa non è servita a fermare la violenza dei cartelli della droga

    Ecuador: il fallimento della militarizzazione

    La criminalità organizzata, nonostante i numerosi arresti dell’ultimo periodo, si è impadronita del paese sfruttando le politiche neoliberiste da cui è derivata la crescita di imprese offshore e delle attività di riciclaggio di denaro sporco che le hanno permesso di ramificarsi tra le istituzioni.
    19 febbraio 2024 - David Lifodi
  • Ecuador: un paese carcere
    Latina
    Il presidente Daniel Noboa vuol costruire degli enormi penitenziari per fermare la delinquenza

    Ecuador: un paese carcere

    Negli ultimi cinque anni il tasso di violenza è quintuplicato
    9 gennaio 2024 - David Lifodi
  • Chiapas: torture e detenzioni illegali contro gli indigeni
    Latina
    La denuncia, presentata in sede Onu, arriva dal Frayba

    Chiapas: torture e detenzioni illegali contro gli indigeni

    Il Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de las Casas di San Cristóbal de las Casas che accusa il governo del Chiapas di torturare, fabbricare prove false e incarcerare illegalmente i lottatori sociali indigeni, in particolar modo quelli zapatisti.
    28 novembre 2023 - David Lifodi
  • Presidenziali Ecuador: vince il neoliberismo
    Latina
    Nel ballottaggio si impone a sorpresa Daniel Noboa

    Presidenziali Ecuador: vince il neoliberismo

    Esponente della destra e miliardario, Noboa, 35 anni, è il più giovane presidente nella storia del paese
    16 ottobre 2023 - David Lifodi
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)