Latina

Honduras: Manuel Zelaya torna in Honduras e propone un Fronte Ampio per le elezioni del 2013

Non può esserci riconciliazione senza castigo per gli oppressori, dice base della Resistenza
31 maggio 2011
Giorgio Trucchi

Zelaya all’arrivo a Tegucigalpa (Foto G. Trucchi)

Dopo 16 mesi di esilio in Repubblica Dominicana, l'ex presidente Manuel Zelaya è tornato in Honduras. L'aspettavano migliaia di persone che si sono mobilitate verso l'aeroporto internazionale di Tegucigalpa per dargli il benvenuto. 
 
Accompagnato da varie personalità internazionali, tra cui il cancelliere venezuelano Nicolás Maduro, il sottosegretario dominicano Miguel Mejía, l'ex presidente panamense Martín Torrijos, l'ex senatrice colombiana Piedad Córdoba e vari esiliati, l'ex presidente Zelaya ha salutato la moltitudine che affollava la zona sud dell'aeroporto di Toncontín, riconoscendo pubblicamente che è stato solo grazie alla lotta del popolo honduregno se ha potuto tornare in patria. 
 
Durante il suo intervento, Zelaya ha posto l’accento sull'importanza dell'Accordo di Cartagena, firmato lo scorso 22 maggio come risultato del processo di mediazione promosso dai presidenti del Venezuela e Colombia. 
 
Ha anche chiesto alla popolazione e alle numerose organizzazioni che integrano il Fronte nazionale di resistenza popolare, Fnrp, di vigilare affinché si rispettino tutti i punti dell'Accordo e ha invitato il governo degli Stati Uniti a rettificare la propria politica estera nei confronti dell’Honduras e dell’America Centrale. “Permetteteci di creare democrazia in America Latina, perché non bisogna avere paura del sistema democratico", ha detto Zelaya. 
 
Secondo il membro del Comitato Esecutivo del Fnrp, Carlos H. Reyes, dopo il colpo di Stato "il popolo honduregno ha fatto miracoli, perché ha saputo organizzarsi, mobilitarsi, crescere politicamente nonostante la repressione e gli omicidi di militanti. Ora, questo popolo ha una nuova speranza e il ritorno di Zelaya è il primo passo di una nuova tappa di lotta", ha segnalato. 
 
Luther Castillo, garifuna e membro della Resistenza, ha segnalato alla Lista Informativa “Nicaragua y más” e a Sirel che l'entusiasmo della popolazione per il ritorno dell'ex presidente è comprensibile per ciò che rappresenta a livello simbolico, tuttavia bisogna vigilare molto da vicino il compimento degli Accordi di Cartagena, perché la repressione, gli omicidi e l'impunità continuano e non possiamo, né dobbiamo dimenticare", ha segnalato Castillo. 
 
Questa posizione è stata assecondata da varie organizzazioni che integrano il Fnrp. "Dimenticare ciò che è successo dopo il colpo di Stato sarebbe un errore storico. Facciamo un appello al popolo honduregno affinché continui nella lotta contro i progetti di morte e per la rifondazione del Paese, per mezzo di un’Assemblea nazionale costituente originaria e popolare", ha detto Bertha Cáceres, coordinatrice del Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras, Copinh. 
 
"Non possiamo riconoscere il regime, né parlare di riconciliazione e di reincorporazione dell’Honduras all'Osa (Organizzazione degli Stati americani), almeno fino a quando non cessi la violenza contro il popolo, non si ponga fine all'impunità e non si castighino i repressori", ha concluso la dirigente indigena. 
 
I prossimi mesi saranno fondamentali per il futuro dell’Honduras. "La gente è entusiasta. La Resistenza e Zelaya devono approfittare della congiuntura per canalizzare questa energia, definendo una strategia politica chiara e coerente. Se non lo fanno, il rischio è che si generino dispersione, confusione e lotte interne", ha affermato il sociologo e analista politico Eugenio Sosa.

Un nuovo partito

Dopo sole 72 dal ritorno di Manuel Zelaya, sembra che il processo di costituzione di un nuovo partito abbia subito un’improvvisa accelerazione. Il vice coordinatore del Fnrp, Juan Barahona, ha infatti avallato la proposta fatta domenica (29/5) dall’ex presidente, di trasformare la Resistenza in partito politico per partecipare alle elezioni generali del 2013.

“Il cammino per la Resistenza per arrivare al governo del Paese è attraverso la costituzione di un Fronte Ampio, in cui ci sia spazio per tutte le organizzazioni che fanno parte del Fnrp”, ha detto Barahona. Secondo il dirigente della Resistenza, nei prossimi mesi si dovrà iniziare la raccolta di firme per l’iscrizione del Fnrp come partito politico. “Dopo promuoveremo un plebiscito per installare un’Assemblea costituente e in seguito, ci presenteremo alle elezioni”, ha affermato. La decisione dovrà comunque essere sottoposta all’Assemblea Generale del Fnrp, massima autorità di quest’organizzazione.

Nei giorni scorsi, Zelaya aveva dichiarato di essere intenzionato ad assumere la dirigenza della Resistenza honduregna, promuovendo alleanze tra gruppi politici e organizzazioni che ne fanno parte, con l’obiettivo di ottenere “un trionfo del potere popolare durante le prossime elezioni”

Galleria fotografica sull'arrivo di Zelaya

Note: © (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )

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