Altro sangue versato nel Bajo Aguán
Oquelí Domínguez era fratello maggiore di Alí Domínguez, assassinato il 7 gennaio, e fratello minore di Reynaldo Domínguez, uno degli attivisti che negli ultimi anni sono stati più volte arrestati per avere difeso le proprie terre, le acque dei fiumi Guapinol e San Pedro e quelle dei torrenti che attraversano il Parco nazionale “Montaña de Botaderos”.
L’area centrale del parco è minacciata dalla compagnia mineraria Inversiones Los Pinares (NE Holdings Inc e NE Holdings Subsidiary Inc), precedentemente conosciuta come EMCO Mining Company.
Le holding gestite da Inversiones Los Pinares sono controllate da Lenir Pérez Solís, già coinvolto in altri conflitti minerari e Ana Facussé Madrid, figlia del defunto latifondista e produttore di palma africana Miguel Facussé Barjum.
Il nome Facussé è stato collegato in passato al grave conflitto agrario del Bajo Aguán, in cui persero la vita decine di contadini organizzati.
Informazioni preliminari indicano che Oquelí Domínguez e sua madre sono stati attaccati da sconosciuti che guidavano una motocicletta.
L'attacco mortale giunge pochi giorni dopo l’inizio di licenziamenti di massa da parte della compagnia mineraria.
Attacchi a ripetizione
Sono già cinque i difensori della terra e dei beni comuni uccisi quest'anno nel Bajo Aguán. Decine i casi di minacce e attacchi fisici.
Sia il Comitato municipale che la Piattaforma agraria della Valle dell’Aguán denunciano che, nonostante gli appelli fatti alle istituzioni affinché si facciano carico della sicurezza personale di chi difende territori e beni comuni e pongano fine all'impunità, le risposte sono state pressoché nulle e la violenza sta aumentando.
“La causa della violenza è il progetto minerario. Un progetto illegale che ha causato solo morte e distruzione”, ha scritto il Comitato in un comunicato pubblico.
“Chiediamo la fine delle violenze, che lo Stato protegga i difensori e le loro famiglie, come è suo dovere fare, e che avvii un'indagine tempestiva e indipendente per trovare i colpevoli di questi omicidi”.
Anche la Coalizione contro l'impunità e la Convergenza contro il continuismo (CCC) si sono pronunciate per condannare questo nuovo omicidio, che porta dolore e lutto nelle famiglie della zona.
“Riteniamo lo Stato responsabile per quanto sta accadendo, perché è suo dovere rompere il muro d’impunità e prevenire fatti così dolorosi.
Lo riteniamo responsabile – continua la Coalizione – anche per la sua passività di fronte alla continuità delle operazioni della compagnia mineraria Los Pinares, pur sapendo che non ha ottemperato a tutti i requisiti di legge”.
La CCC ha chiesto al governo una risposta forte di fronte a questo crimine atroce.
“Insieme ad altre organizzazioni sociali e popolari chiediamo l’immediata installazione della Commissione internazionale contro la corruzione e l'impunità in Honduras (Cicih). È un passo necessario e urgente per combattere le reti criminali responsabili anche di questi crimini”.
Fonte: Rel UITA (spagnolo)
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