Laboratorio di scrittura

A settecento anni dalla morte di Dante

Chi scrive non è mai sconfitto

A grande distanza di tempo i vincitori fanno grandi brutte figure se si scrive bene la storia e se si aggiunge anche la dimensione letteraria, la voce, i sentimenti di chi ha perso ma con dignità. Chi scrive può rendere immortale la memoria.
20 maggio 2021

Scrivere è importantissimo

La letteratura ha una importante funzione sociale che è quella di dare voce alle persone. Ha dato voce al desiderio di libertà, uguaglianza e fratellanza. Oggi la letteratura può dare voce alle speranze e alle inquietudini di tante persone.

Scrivere è importantissimo. Dovremmo farlo tutti, al meglio. Magari raccogliendo le memorie degli anziani. Chi scrive può rendere immortale la memoria. Chi scrive non è mai sconfitto, e Dante lo insegna, a settecento anni dalla morte.

A grande distanza di tempo i vincitori fanno grandi brutte figure se si scrive bene la storia e se si aggiunge anche la dimensione letteraria, la voce, i sentimenti di chi ha perso ma con dignità.

Scrivere può dare una grande mano a non dimenticare ciò che è successo.

La cosa terribile del passato è che i vincitori abbiamo non solo vinto ma anche scritto la storia. Dante seppe invertire questa logica, e la sua potenza sta nella capacità di rovesciare la storia. Fu scontitto ma oggi è vincitore, e lo è stato in tutti i secoli a seguire. Non sono stati i vincitori a scrivere il senso della storia che ha vissuto.

Anche sulla tematica dell'inquinamento potremmo immaginare un'attività letteraria. Molti operai sono morti senza scrivere nulla, a Taranto, senza raccontare la loro vita. E questo è un vero peccato. Sul tema dell'inquinamento a Taranto mi hanno sempre fatto riflettere queste frasi di Calvino:

"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio".

La letteratura riesce a scavare nell'esperienza umana e a ricercare il senso nella vita, anche in contesti difficili come quello in cui vivo.

E per concludere consiglio vivamente questa lettura:
La nuvola di smog, racconto di Italo Calvino (1958)
Seppe descrivere con meticolosa capacità di osservazione la polvere (di una fabbrica di ghisa) che entrava ovunque, come nel quartiere Tamburi di Taranto.

Articoli correlati

  • Nel nostro morbido bozzolo di indifferenza e di ignavia
    Laboratorio di scrittura
    A settecento anni dalla morte di Dante

    Nel nostro morbido bozzolo di indifferenza e di ignavia

    Viviamo in una zona di confort irreale, come se esistessimo solo noi. Non conosciamo gli eroi del nostro tempo, sono perseguitati e non li sosteniamo. Da questa letargica indifferenza ci risvegliamo quando la TV ci fa sentire in colpa e magari organizza un nuovo criminale "intervento umanitario".
    15 settembre 2021 - Alessandro Marescotti
  • "La nuvola di smog"
    Cultura
    Commento di alcuni brani tratti dal racconto di Italo Calvino del 1958

    "La nuvola di smog"

    Una impietosa descrizione della polvere, frutto di una città industriale dominata da una fabbrica di ghisa. Il protagonista è un giornalista che arriva in città e che non riesce ad adattarsi alla polverosità della sua stanza, presa in affitto, e del suo ufficio.
    20 maggio 2021 - Alessandro Marescotti
  • Italo Calvino e la leggerezza
    Scuola
    Tratto da "Lezioni americane"

    Italo Calvino e la leggerezza

    9 settembre 2020 - Alessandro Marescotti
  • Primo Levi e la "città dolente"
    Scuola
    La presenza, in filigrana, dell’Inferno di Dante nel romanzo di Primo Levi "Se questo è un uomo"

    Primo Levi e la "città dolente"

    Il filtro letterario permette forse al sopravvissuto, al testimone, di sopportare la portata del proprio dolore, e crea quel passo di distanza che consente di intuire per un attimo il senso di quel "naufragio" che ha coinvolto le vittime, gli oppressori, i complici, gli indifferenti.
    26 luglio 2020 - Franca Sartoni
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)