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Lettera aperta Al Sindaco di Gradisca d’Isonzo Al Presidente della Provincia di Gorizia Al Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia

21 febbraio 2005
Alessandro Metz
Fonte: www.meltingpot.org - 18 febbraio 2005

Egregi Amministratori,
nonostante i ripetuti proclami di contrarietà da Voi finora espressi, forse non è stato fatto tutto quello che era possibile legalmente attivare per bloccare e ridiscutere la scelta governativa di allestire il CPT nell’ex-caserma Polonio.
Il Ministro dell’Interno, dopo averVi direttamente promesso -circa un anno fa- un ripensamento ed una sospensione nell’iter di realizzazione del Centro di Permanenza Temporanea per immigrati a Gradisca d’Isonzo, ha invece accelerato la costruzione dello stesso; ma alla luce della documentazione in possesso del Comune di Gradisca e, in particolare, vista la risposta ufficiale della Prefettura di Gorizia del 30 dicembre 2004, ci sembra palese non solo il raggiro di qualsiasi norma urbanistico-edilizia per un’opera pubblica da realizzare in questa Regione, non solo il raggiro di tutte le Istituzioni locali e della Comunità che Voi rappresentate, ma anche si dimostra probabile il fatto di essere davanti ad un enorme opera abusiva dal costo di oltre 10.000.000 di Euro.
E’ un’opera che non solo calpesta l’Autonomia e la Specialità della nostra regione, ma che fa letteralmente a pugni con lo spirito e i contenuti della nuova legge in materia di immigrazione e di integrazione appena approvata dal Consiglio Regionale.

I documenti citati dalla Prefettura (nella lettera al Comune di prot.2002/901476/12B-10), come segnalato pure nell’interrogazione al Presidente Illy, presentata dal sottoscritto, dimostrano che:

* La segretazione riguarda le modalità per l’aggiudicazione dell’appalto, il cui controllo è affidato alla Corte dei Conti, ma solo alla conclusione dell’opera.

* Tutte le carte progettuali avrebbero dovuto essere portate a conoscenza delle Amministrazioni interessate e, quindi, ai cittadini, perché un Sindaco ha il diritto-dovere di informare i propri cittadini di quanto a lui conoscenza, essendo eletto da quest’ultimi e non dai servizi segreti; e la reazione sarebbe stata sicuramente ancor più sdegnata, convinta e negativa.

* Le Ordinanze del Presidente Berlusconi sulle modalità di approvazione dei progetti che esautorano gli Enti Locali rispetto a qualsiasi competenza in materia urbanistica ed edilizia (in nome di un’emergenza che nel Nord-Est non c’è più da anni) sono valide solo nelle Regioni con cui il Governo ha raggiunto l’intesa citata nelle stesse (OPCM n.3287 e 3289): Marche, Veneto, Liguria e Sicilia. Quindi il progetto non poteva essere approvato con quelle modalità! Il decreto di approvazione del 20.10.2003 (successivo all’OPCM 3287 del 23 maggio 2003) è illegittimo!

* La procedura di approvazione inventata dal Governo per approvare i nuovi progetti di CPT con l’OPCM n.3287 (e che nelle premesse citava l’intesa con le regioni Veneto, Marche e Liguria) poi estesa con OPCM successiva alla Regione Sicilia (sempre previa intesa), comunque prevedeva, per poter permettersi di bypassare qualsiasi competenza urbanistica locale, l’istituzione di una commissione tecnico-consultiva almeno per l’approvazione del progetto, di volta in volta integrata da un rappresentante della regione interessata. Ciò per quanto ci riguarda non risulta essere mai avvenuto!

* Il muro di cemento armato che circonda l’ex-caserma Polonio non sembra essere contenuto nel progetto originario, ma è stato approvato con atto successivo, dopo la sua realizzazione effettiva: legalmente appare un abuso nell’abuso.

Da queste considerazioni si evince che il progetto del CPT avrebbe dovuto rispettare le norme urbanistiche ed edilizie in vigore per qualsiasi Opera Pubblica di interesse statale, con tanto di accertamento di conformità urban istica ed approvazione dei progetti da parte degli EE.LL. coinvolti.
Inoltre Amministrazioni Locali, autonomia e specialità del FVG sono state bypassate sulla base di ordinanze irriferibili per il FVG.
Pertanto siamo in presenza di un enorme abuso edilizio perpetrato da un Organo di Governo statale. Riteniamo che il Sindaco, con il supporto dei governatori e dei legali della Provincia e della Regione, debba intervenire al più presto chiedendo il sequestro dell’intero cantiere, denunciando l’illegittimità di tutti gli atti relativi e segnalando il tutto alla Corte dei Conti per quanto di competenza. Non sono accettabili ulteriori indugi; di tempo ne abbiamo perso anche troppo. Possiamo ancora fermare la realizzazione di un corpo totalmente estraneo alla nostra cultura, al nostro spirito ed alla nostra tradizione, perché il CPT rappresenta un’autentica violenza ai principi fondamentali della convivenza e della sussidiarietà. Nel caso di Gradisca d’Isonzo ancor più che altrove.
Supporteremo il Sindaco e i Presidenti della Provincia e della Regione, se decidono di agire con quella determinazione che fin’ora non è, né stata manifesta né capace di tradursi in atti concreti, altrimenti saremo i primi a denunciare le responsabilità e ambiguità politiche di queste Amministrazioni nel caso in cui,così non fosse. Perché riteniamo che ora sia il momento di agire per fermare i soprusi del Governo e dimostrare che nessuno può prendersi gioco della comunità locale e dei suoi rappresentanti.
Non c’è alcun spazio per considerare inevitabile l’entrata in funzione del CPT e per trattare eventuali “dividendi”. Ci sono tutti i margini invece per bloccare quel progetto e deciderne il destino.
Rimanendo in attesa, assieme a moltissimi altri cittadini, spero che questa lettera abbia una risposta nei fatti già nei prossimi giorni.

Trieste, 18 febbraio 2005
Alessandro Metz
Consigliere Regionale dei Verdi Friuli Venezia Giulia

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