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Bomba contro un corteo per la pace ad Ankara

Canti e balli per la pace, poi il terribile boato (video)

Circa cento morti e centinaia di feriti in un attentato ad Ankara (Turchia), il 10-10-2015, contro una manifestazione che aveva come slogan "Contro la guerra, pace ora". Facciamo diventare nostro questo slogan, in segno di solidarietà!
11 ottobre 2015
Patrick Boylan

La strage ad Ankara: canti e balli per la pace, poi il terribile boato.

  La strage ad Ankara: canti e balli per la pace, poi il terribile boato. Nella Turchia del Primo Ministro Recep Tayyip Erdoğan, marciare per la pace è sovversivo e ti espone ad attentati.

Questo è il messaggio che due kamikaze hanno inviato al popolo della pace che, ad Ankara il 10-10-2015, sfilava contro la politica filo-Isis e anti-curda di Erdoğan. 

Filo-Isis?

Infatti, da quattro anni la Turchia alimenta la guerra per procura tuttora in corso in Siria, foraggiando le varie formazioni di guerriglia – persino l'Isis – allo scopo di rovesciare il governo di Assad e di ridurre la Siria in brandelli, ponendo fine così alle antiche rivalità egemoniche tra i due stati confinanti.

Il tutto d'intesa con la Nato, di cui la Turchia è membro ed esecutore materiale.

In quanto alla questione curda, sicuramente la più sentita, i manifestanti di Ankara chiedevano al governo una risposta pacifica alle richieste curde di maggiore autonomia:  trattative, non bombe (come sta accadendo da mesi).

La folla si era dunque riunita per dire no all'uso della violenza per risolvere le controversie. La risposta di Erdogan, o chi per lui, non si è fatta attendere.

       Qui sotto

  • il video del corteo al momento dell'attentato e  

  • il comunicato diramato dalla Peace Association of Turkey,

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La nostra risposta a tutto ciò, quale potrebbe essere? Anzitutto, mostrare che le intimidazioni non fanno altro che far crescere il movimento per la pace. Per esempio, scendendo in piazza per opporci al progetto del governo Renzi (momentaneamente fermo mentre si sonda il terreno parlamentare) di portare l'Italia in guerra in Iraq, col pretesto di combattere l'Isis (vedi editoriale). 

Non solo, ma partecipando anche ai molteplici eventi per la pace e per l'ambiente che si terranno nei prossimi giorni in diverse città della penisola: a Taranto il 13 ottobre, a Roma il 14 ottobre e anche il giorno dopo, il 15 ottobre, a Milano il 23 ottobre, a Napoli il 24 ottobre e di nuovo a Roma il 26 ottobre. Per la lista completa, vedi qui.  Più saremo attivi e più sconfiggeremo, vanificandoli, i tentativi di intimidirci tramite atti di violenza, ovunque avvengono.

Potremo poi chiedere al Parlamento di limitare le autorizzazioni all'esportazione delle armi italiane in Turchia (triplicate dal 2011) in quanto, indipendentemente da chi sia effettivamente il mandante dell'attentato del 10 ottobre, esso è la conseguenza della politica guerrafondaia (all'interno come all'esterno) portata avanti dal governo turco: essa andrebbe sanzionata.

Infine, potremo fare anche qualche piccolo gesto concreto, come quello proposto da John Gilbert degli Statunitensi contro la guerra di Firenze, ossia adottare lo slogan dei manifestanti turchi: "Contro la guerra, pace ora".  Potremmo, ad esempio, metterlo su uno striscione per il corteo del 24 ottobre, inserirlo nelle nostre pagine di social media, e farlo apparire in fondo ad ogni nostra e-mail al posto del solito "inviato dal mio...",

Tanti gesti, grandi e piccoli, per non dimenticare i giovani pacifisti di Ankara. 

 

VIDEO:

Video Twitter/Dokuz8 su RepTV del 10-10-2015

 

COMUNICATO:
 

Comunicato della Peace Association of Turkey (traduzione di Marinella Correggia)

Basta con una politica sanguinaria

 Un centinaio di persone hanno perso la vita e molte di più sono state ferite in un'esplosione verificatasi ad Ankara, in Turchia, alla manifestazione che aveva come slogan "Contro la guerra, pace ora". Questo attacco mira a terrorizzare non solo chi manifesta ma l'intera società. Gli assassini mirano a far sì che il nostro popolo si abitui al terrore e alla violenza. Il loro obiettivo è rendere le persone disperate e impaurite, così che non scendano più in strada. 

L'attacco, chiunque l'abbia perpetrato è da ricondurre alle politiche sanguinarie del partito di governo, l'Akp, che vanno avanti da anni e che di recente hanno conosciuto un escalation. Gang islamiste reazionarie, favorite in particolare dall'ostilità contro la Siria, stanno ora tornando in Turchia, sapendosi garantite dal governo Akp. E' noto che questi gruppi fanno parte delle politiche sanguinarie dell'Akp. Per anni, hanno agito come esecutori a beneficio dell'imperialismo e continuano questo ruolo in Turchia.

Il governo Akp, che non può tollerare nemmeno di sentir parlare di pace, non esista a ricorrere a qualunque strumento per le sue politiche violente.

Opporvisi è dovere di tutti quelli che amano la pace e delle forze progressiste. La migliore risposta che il nostro popolo possa dare a questo crudele attacco ad Ankara è compiere questo dovere. E' l'unico modo di rispondere ai fini dell'imperialismo e del suo collaboratore Akp, e di arrivare a una vera pace.

Il nostro popolo non si chinerà davanti all'imperialismo e ai suoi collaboratori.

Peace Association of Turkey

Istanbul, 10.10.2015

 

 

 

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