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I mille del 20 gennaio a Ghedi per dire no alle guerre e si al disarmo nucleare

Chi non è bersaglio diretto non si senta al sicuro: in una guerra nucleare i sopravvissuti invidierebbero i morti!
24 gennaio 2018
Alfonso Navarra

  

MANIFESTAZIONE A GHEDI

Ghedi si è svolta, il 20 genaio, la manifestazione nazionale per dire “basta guerre, si disarmo nucleare”, indetta dal Forum contro la guerra (www.forumcontrolaguerra.org), con l'adesione di varie realtà, tra le quali i Disarmisti esigenti.

Il corteo ha attraversato la cittadina di circa 19.000 abitanti, si è fermato davanti alla RWM (produce le bombe che l'Arabia Saudita impiega in Yemen) e infine, dopo uno spostamento di 6 Km, si è concluso davanti alla base aerea “Luigi Olivari”, che ospita le B-61 del “nuclear sharing NATO”. 

 

Non ci si può affatto lamentare della riuscita numera del corteo, visti i tempi che corrono: circa 1.000 attivisti reali, venuti da tutta Italia (anche da Napoli!), protagonisti di una marcia festosa, colorata e composita nelle sue presenze: comitati locali contro la militarizzazione, associazioni pacifiste cattoliche, gruppi no war e nonviolenti, centri sociali, sindacati di base, la lista Potere al Popolo...

Da menzionare la presenza di alcune personalità pacifiste: tra le altre, Claudio Carrara, presidente del MIR, don Fabio Corazzina, di Pax Christi, Vittorio Pallotti, del CDMPI (venuto a diffondere le copie de “La rivoluzione disarmista” di Carlo Cassola con il saggio di commento di Alberto L'Abate), Giuseppe Bruzzone, già obiettore di coscienza al servizio militare (ai tempi in cui la scelta si scontava con la galera), il consigliere regionale del M5S in Piemonte Gianpaolo Andrissi; e la curiosità della partecipazione dello scrittore Aldo Busi.

 

Al presidio finale davanti alla base delle B-61, dopo gli organizzatori – Luigino Beltrami di Donne e Uomini contro la guerra faceva da presentatore - abbiamo preso la parola, tra i primi interventi: il sottoscritto, Alfonso Navarra, ricordando l'adesione dei Disarmisti esigenti anche alla piattaforma contro la guerra, lo scienziato critico Angelo Baracca e Giovanna Pagani, di WILPF Italia, che aveva già parlato davanti alla sede della RWM dichiarando "inaccettabile che lavoratori siano costretti a produrre armi omicide per guadagnare il pane."

Per quanto riguarda più specificamente l'impegno locale della popolazione di Ghedi, ho ricordato l'esigenza, già richiamata in assemblea il 12 gennaio, nella sala consiliare, di un piano di protezione civile contro possibili incidenti nucleari con fuoriuscita di materiale fissile dovuti alla movimentazione delle testate (scontata visti i lavori di adattamento della base alle nuove armi e ai nuovi F-35).

Il mio intervento in quella assemlea, ripreso in parte da Carmine Piccolo, è reperibile su: https://www.facebook.com/100008920740111/videos/1774815556159119/?id=100008920740111

 

A Ghedi è stato anche distribuito un volantino dei Disarmisti esigenti, sotto riportato, riferentesi alla “Caravan Petrov” della Primavera 2018; e all'incontro internazionale del 19 maggio a Milano, primo anniversario della morte di Stanislav Petrov, su come affrontare e superare a livello globale il rischio nucleare.

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