Giorno della memoria
Una infezione latente
A molti può accadere di ritenere che ogni straniero è nemico. Questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente. Quando ciò diventa l'origine di un sistema di pensiero, allora, al termine della catena sta il Lager.
Primo Levi
La peste si è spenta, ma l'infezione serpeggia: sarebbe sciocco negarlo. Se ne vedono i segni: il disconoscimento della solidarietà umana, l'indifferenza ottusa o cinica per il dolore altrui.
A molti individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che ogni straniero è nemico.
Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati e non sta all’origine di un sistema di pensiero.
Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena sta il Lager.
Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza: finché la concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano. La storia dei campi di distruzione dovrebbe venire intesa da tutti come un sinistro segnale di pericolo.
In ogni gruppo umano esiste una vittima predestinata: uno che porta pena, che tutti deridono, su cui nascono dicerie insulse e malevole, su cui, con misteriosa concordia, tutti scaricano i loro mali umori e il loro desiderio di nuocere.
Note: Il Giorno della Memoria è celebrato il 27 gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell'Olocausto. In quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Il termine Olocausto indica il genocidio di cui furono responsabili i nazisti e i loro alleati nei confronti degli ebrei e, per estensione, lo sterminio di tutte le categorie di persone dai nazisti ritenute "indesiderabili" o "inferiori" per motivi politici o razziali.
Allegati
Calvino sull'inferno oggi
PeaceLink166 Kb - Formato png
Articoli correlati
- La presenza, in filigrana, dell’Inferno di Dante nel romanzo di Primo Levi "Se questo è un uomo"
Primo Levi e la "città dolente"
Il filtro letterario permette forse al sopravvissuto, al testimone, di sopportare la portata del proprio dolore, e crea quel passo di distanza che consente di intuire per un attimo il senso di quel "naufragio" che ha coinvolto le vittime, gli oppressori, i complici, gli indifferenti.26 luglio 2020 - Franca Sartoni - Breve scheda
Primo Levi (1919-1987)
Chimico, partigiano, deportato nel lager di Auschwitz, sopravvissuto, fu per il resto della sua vita uno dei piùgrandi testimoni della dignità umana ed un costante ammonitore a nondimenticare l'orrore dei campi di sterminio.Peppe Sini - Vignette per riflettere
Giornata mondiale dei diritti umani
Altan, Staino, Biani, contro tutti i fili spinati, gli steccati, gli odi e i pregiudizi che dividono gli uomini9 dicembre 2018 - Redazione PeaceLink
Sociale.network