Perché i pacifisti contestano il G7
Il G7, o Gruppo dei Sette (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, USA), è spesso contestato da gruppi pacifisti e attivisti globali per diverse ragioni. Alcuni dei principali motivi includono:
- Militarizzazione ed economia. Gruppi pacifisti contestano il G7 per le politiche che favoriscono la militarizzazione dell'economia, spingendo per un aumento delle spese militari o per la promozione di industrie legate alla produzione di armamenti. Questa allocazione di risorse è in contrasto con gli ideali sostenuti dai movimenti pacifisti.
- Disuguaglianze globali. I critici del G7 sostengono che le decisioni prese all'interno di questo gruppo di nazioni contribuiscono ad accentuare le disuguaglianze globali, favorendo gli interessi delle nazioni più sviluppate a discapito di quelle più povere. La questione della distribuzione equa delle risorse e delle opportunità è al centro delle preoccupazioni dei pacifisti.
- Impatto ambientale. L'impatto ambientale delle politiche economiche e commerciali del G7 è un'altra area di preoccupazione per i gruppi pacifisti ed è una ragione di alleanza con i gruppi ecologisti. La percezione che le decisioni prese all'interno del G7 possano portare a pratiche non sostenibili, inquinamento e sfruttamento delle risorse naturali, può scatenare critiche da parte dei sostenitori della pace e della sostenibilità.
- Democrazia e partecipazione. Il G7 rappresenta un modello decisionale che non è democratico e inclusivo: rappresenta le nazioni più ricche dell’Occidente. La mancanza di rappresentanza delle nazioni povere e la percezione di un processo decisionale dominato dalle nazioni ricche è motivo di contestazione. Inoltre il G7 si pone come sede decisionale al di fuori dell’ONU e contribuisce allo svuotamento di quella che è l’assemblea di tutte le nazioni del mondo.
- Approccio alla crisi e ai conflitti. La gestione da parte del G7 di crisi globali e conflitti internazionali è oggetto di critica da parte dei pacifisti. La percezione che le azioni del G7 possano contribuire a tensioni - o a soluzioni militari anziché diplomatiche - genera opposizione.
In generale, le critiche al G7 da parte dei gruppi pacifisti derivano da una combinazione di preoccupazioni legate alla militarizzazione, alle disuguaglianze, all’impatto ambientale e agli aspetti democratici della governance globale.
Il G7 in Puglia sarà un summit per aumentare la transizione delle economie occidentali in economie di guerra in un pericoloso scontro con la Russia che potrebbe giungere anche a una guerra nucleare con esiti catastrofici per l'intera umanità.
Il processo di riarmo è inoltre una sottrazione di risorse alla risoluzione delle grandi questioni che sono al centro dell'Agenda ONU 2030 che rischia di rimanere inattuata, rimandando ulteriormente i grandi obiettivi di sostenibilità sociale e ambientale che sono stati concordati fra tutte le nazioni del mondo.
I poveri di mondo vengono lasciati da parte e sono invece messi in cima alle priorità delle agende di governo i costosissimi programmi militari.
Dwight Eisenhower affermò: “Ogni colpo che viene esploso, ogni nave da guerra che viene inviata, ogni razzo che viene sparato, significa, in ultima analisi, un furto a coloro che soffrono la fame e non sono nutriti, a coloro che hanno freddo e non sono vestiti. Il mondo in armi non sta spendendo soltanto dei soldi. Sta spendendo il sudore dei suoi lavoratori, il genio dei suoi scienziati, le speranze dei suoi bambini”.
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