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Sondaggio: Idee contro la guerra

Sondaggio concluso

l'italia entra in guerra - la guerra entra in italia

Autore: samuel zarbock, uno
Praticamente, vorrei provare a riassumere alcune delle idee più gettonate (ho guardato il numero di voti, non la media) apparse qua dentro: "Razione Kappa", della Cooperativa sociale Robert Owen onlus; "Sirene della contraerea" di Kuda; "La luce della speranza", di Alberto Tassi; "Per terra", di Paolo Pazzaglia; "Bombardamento pacifista", di Fantini Erika.

L'idea è semplice, e non è nemmeno frutto della mia sola fantasia... cosa che mi porta a credere che sarà efficace :)

Quando l'Italia dichiarerà guerra (perché credo che anche solo un "appoggio strategico" agli Stati Uniti d'America significhi questo) noi porteremo la guerra in Italia. Troppo comodo fare a meno di tutti i suoi rumori, la sua sporcizia, gli spaventi, le apprensioni che ti butta addosso: se la vuoi, la guerra è così, e te la devi prendere tutta.

La sirena della contraerea.
Bravissima/o/i Kuda: ma oltre al file a disposizione su http://www.canalemusica.org/Sirena.mp3 ho trovato anche i file di http://www.beograd.com/nee/soundscapes.htm (agghiacciante, vero?).
Se utilizzi Nero puoi registrare come audio anche gli MP3: dopo aver riempito un CD con i suoni delle sirene li puoi riversare su cassette e distribuire il tutto alle varie associazioni che parteciperanno al corteo per la pace del 15 febbraio.
Il bello del digitale è che loro potranno fare lo stesso e rendere capillare la distribuzione dell'idea di Kuda.
Avete un'ora da proporre? Durante i telegiornali serali? Lo so che le vecchiette degli appartamenti vicini mi denunceranno: ma godrei come un opossum se il mio giudice non se la sentisse di dichiarare "disturbo della quiete pubblica" quello stesso terrificante suono che il nostro paese vuole rovesciare su di un'intera popolazione di innocenti assieme ad ordigni esplosivi.

Le istruzioni di cosa fare in caso di bombardamento.
Mi immagino dei volantini, qualcosa che reciti all'incirca "L'italia è entrata in guerra. Ecco che cosa fare". E giù con una sfilza di istruzioni e consigli: praticamente, la vita spartana che ha descritto la Cooperativa sociale Robert Owen in "Razione K". Parafraso: staccare il contatore dell'energia elettrica; ritirare i risparmi dalle banche; spegnere il radiotelefono; spegnere l'impianto di riscaldamento o dell'aria condizionata; non utilizzare alcun mezzo di trasporto mosso dal petrolio; ridurre il consumo di cibo all'indispensabile, non buttare neanche una briciola di pane, bere solo acqua del rubinetto...
Lo so che l'idea originale aveva una componente "boicottante" (intendo dire di pressione economica) che questa rilettura invece perde... ma credo che l'urgenza sia porre l'accento su ciò che succede per davvero quando si scende in guerra.

Alberto Tassi ha poi proposto di spegnere le luci, e l'"oscuramento" potrebbe benissimo accompagnare il momento delle sirene... Che ne dite di una mezz'ora di buio e allarme anti-raid?

Anche Erika Fantini suggeriva la distribuzione di biglietti e volantini, ma lei proponeva di farlo mediante un bombardamento pacifista: purtroppo la sua realizzazione è costosa, e sarebbe affidata a pochi. Ecco perché sostituirei il bombardamento vero e proprio con i suoi suoni, il buio nelle case, le istruzioni "da bunker".

I cadaveri.
E' vero: quando ho letto l'articolo di Robert Fisk ("Blair ha idea dell'aspetto delle mosche che si alimentano dei cadaveri?") ho immaginato di poter distribuire carcasse maciullate in giro per le strade di tutte le città, come se fossero "effetti collaterali" di un bombardamento... credo che più di una coscienza si sarebbe sentita toccare nel profondo.

Quando però mi sono ripreso dal mio delirio (lo so, non ditelo nemmeno: è stato solo un momento di follia) ho avuto la fortuna di incappare nell'idea di Paolo Pazzaglia: sedersi tutti insieme per terra. Magari paralizzando il traffico - di sicuro dando un segnale visibile e semplice.
Ecco: perché non sdraiarsi per terra? Una distesa di cadaveri, mezz'ora al giorno, riunitisi a piedi per occupare una piazza, alcune strade, un parco. Se manca la consapevolezza di che cosa comporti essere in guerra, si possono pur sempre distribuire le istruzioni di cui sopra... oppure la traduzione dell'articolo di Fisk.

Ecco, io ho finito. Per riassumere: sottolineiamo l'ingresso in guerra dell'italia con i simboli di ciò che una guerra significa. E speriamo di non averne bisogno.

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