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    ILVA di Taranto

    Ambiente Svenduto, comincia il secondo grado del processo

    PeaceLink partecipa come parte civile per chiedere giustizia e ribadire la dura condanna inflitta in primo grado ai responsabili del disastro ambientale di Taranto. Il processo coinvolge anche alcune figure chiave del mondo politico, fra cui l'ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
    19 aprile 2024 - Redazione PeaceLink
  • Editoriale
    E' stato violato il diritto internazionale e occorre una condanna unanime

    Israele attacca l'Iran, il movimento pacifista sia la voce dell'intera umanità

    Di fronte al rischio di un'escalation suicida, i vari gruppi pacifisti nel mondo, a partire da quelli israeliani, hanno il compito di unire le voci e richiamare i governi a isolare Netanyahu. Ancora insufficiente è l'attenzione del movimento ecologista sui rischi nucleari della guerra
    19 aprile 2024 - Alessandro Marescotti
  • Ecologia
    PeaceLink sollecita il presidente della Regione Michele Emiliano

    Perché la Regione Puglia non ha aggiornato lo studio epidemiologico del dottor Forastiere?

    Si apre l'appello del Processo Ambiente Svenduto con una grave mancanza: il non aggiornamento dello studio fondamentale per comprendere il nesso causa-effetto tra gli inquinanti prodotti dall'ILVA e la salute dei cittadini.
    18 aprile 2024 - Associazione PeaceLink
  • CyberCultura
    Organizzato da Pax Christi e PeaceLink

    È iniziato il primo corso di Intelligenza Artificiale generativa per la pace

    Ci si pone l'obiettivo di "alfabetizzare" i partecipanti all'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale generativa per la creazione di testi e prodotti utili al giornalismo online e al mediattivismo.
    17 aprile 2024 - Redazione PeaceLink
  • MediaWatch
    Il servizio pubblico tende a schivare la delicata questione dei disertori

    Ucraina, quello che la RAI non ci racconta

    Vi è una sorta di reticenza nel raccontare il fenomeno diffuso della renitenza alla leva dei giovani ucraini. E delle donne ucraine che chiedono in piazza il ritorno a casa dei soldati. Si preferisce parlare dei soldati feriti che vogliono ritornare al fronte a combattere per difendere la patria.
    17 aprile 2024 - Alessandro Marescotti

Sondaggio: Idee contro la guerra

Sondaggio concluso

APRIAMO LUOGHI DI PACE

Autore: Mauro
La proposta è semplice: a partire dal primo febbraio e fino al 25 aprile 2003 le associazioni, i Comuni, le parrocchie, le persone aderenti all'iniziativa, ogni giorno, a turno, renderanno disponibile la loro sede o la loro casa (nei limiti della disponibilità di spazio di ciascuno) per due ore al mattino, pomeriggio o sera organizzando, nelle forme che riterranno opportune, un momento di approfondimento e riflessione.

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La ragione preventiva

Una nuova guerra sta per essere scatenata. No, non è così, la guerra contro la popolazione irachena è in corso da oltre dieci anni, condotta da Stati Uniti e Gran Bretagna, con l’embargo e con i bombardamenti che mai hanno avuto fine.

Ora si vuole eliminare il dittatore che tanto ha servito gli interessi del mondo occidentale, sia quando, da amico, era il baluardo della nostra civiltà contro l‘Iran di Khomeini, sia quando, da nemico, ha dato agli Usa il pretesto per collocarsi in forze in una delle zone più importanti per il controllo delle scorte di petrolio. Ora gli Stati Uniti vogliono prendere direttamente il possesso del paese che custodisce la seconda riserva petrolifera mondiale, proprio ciò di cui il mercato ha bisogno, per fornire combustibile agli sprechi della società dei consumi.

Tutte le principali guerre di questi anni sono state combattute dagli Usa per assicurarsi il controllo delle riserve strategiche di petrolio e gas naturale. Dobbiamo pensare da subito alla possibilità di fonti di energia alternative all’oro nero che tra qualche decennio sarà sempre meno disponibile.

La transizione verso altre risorse energetiche e, soprattutto, verso un altro modello di società, può essere indolore solo se progettata per tempo. Ma non sembra essere questa la direzione verso la quale ci stiamo movendo, e allora appare chiara l’utilità dei criminali come Saddam e del terrorismo in generale nell’ottica del controllo militare delle riserve energetiche. Con l’idea di guerra preventiva si tenta di occultare, preventivamente, i nuovi crimini che saranno messi in atto in virtù della nostra sottomissione al dio mercato.

Per convincerci della bontà di questa guerra preventiva, si semina paura, e la paura crea il clima adatto. Mentre la televisione s'incarica di far sì che le torri gemelle di New York crollino tutti i giorni, si aumenta la tensione con una minaccia tremenda: l'Iraq potrebbe di nuovo usare armi chimiche e, cosa molto più grave, un giorno potrebbe arrivare ad avere armi nucleari. L'umanità non può permettersi quel pericolo, proclama il presidente dell'unico paese che abbia mai usato armi nucleari contro la popolazione civile.

Le guerre preventive uccidono nel dubbio, non per le prove. Infatti di prove dell’esistenza dell’armamento nucleare, batteriologico, chimico di Saddam Hussein non se ne sono viste. Ma la guerra pare inevitabile, anche se non si capisce perché l’arma atomica può essere pericolosa nelle mani irachene e non anche in quelle indiane, pachistane, russe, nordamericane, israeliane e di chiunque altro.

Se l'Italia dovesse prendervi parte, con o senza l’approvazione delle Nazioni Unite, saremmo coinvolti in un'azione doppiamente criminale: poiché la guerra è sempre omicidio di massa e poiché la partecipazione italiana configurerebbe la violazione della nostra Costituzione. Il Governo, il Parlamento e il Presidente della Repubblica che facessero un tale passo si collocherebbero di nuovo fuori della legge e noi tutti, cittadini italiani, avremmo l'obbligo morale e giuridico di opporci efficacemente alla guerra in nome del diritto, dell'umanità, della stessa legge fondamentale della nostra Repubblica.

Così, un anno dopo la guerra afgana, mentre con altre motivazioni di facciata si sta preparando un nuovo massacro, sono ancora identiche le problematiche mondiali irrisolte che ci interrogano quotidianamente: il concetto di guerra e dei suoi strumenti; la definizione di nemico; i concetti di pace, di giustizia e di solidarietà; il concetto di difesa; il ruolo dell'Onu e degli organismi sovranazionali; il ruolo delle religioni e delle chiese; il ruolo del singolo e della sua coscienza; il sistema economico mondiale; il ruolo della politica.

Noi proponiamo di continuare ad aprire Luoghi di Pace che possano servire: come occasione di riflessione condivisa, serena, documentata e non preconcetta per chiunque ne senta il bisogno; come testimonianza, semplice ma viva, che non esiste solo la strada della guerra; come modalità non violenta ed aperta di interazione tra singoli e gruppi; come costruzione di possibili modalità alternative alla violenza e al sistema vigente.

La proposta è semplice:
a partire dal primo febbraio e fino al 25 aprile 2003 le associazioni, i Comuni, le parrocchie, le persone aderenti all'iniziativa, ogni giorno, a turno, renderanno disponibile la loro sede o la loro casa (nei limiti della disponibilità di spazio di ciascuno) per due ore al mattino, pomeriggio o sera organizzando, nelle forme che riterranno opportune, un momento di approfondimento e riflessione.

È possibile prevedere scambi di opinioni spontanee, conferenze, animazioni, proiezione di audiovisivi e filmati, creazione di documenti, di materiale fotografico, celebrazioni religiose, laboratori di approfondimento, cene, concerti, spettacoli e tanto altro.

In questo modo potrà essere stilato un calendario che per il momento prevede di arrivare fino al 25 aprile, una data che per noi italiani significa fine della guerra, liberazione, speranza nel futuro. L’eventuale prosecuzione sarà concordata in base allo svolgersi degli eventi internazionali e in base all'andamento dell'esperienza, che vedrà ogni gruppo impegnato una o più volte al mese, a seconda del numero degli aderenti.

Per tenere un filo conduttore dell'iniziativa è importante che ogni associazione o Comune produca un sintetico contributo scritto riguardo la serata dallo stesso organizzata. Il contributo verrà inviato a tutte le altre associazioni o comuni partecipanti.

Il simbolo dei Luoghi di pace, insieme a questo manifesto, sarà esposto durante le manifestazioni.Per informazioni, adesioni e per segnalare le iniziative: tel. 031701517 - 031731445; e-mail muretona00@cracantu.it comopace@cracantu.it
www.comopace.org

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    Perché la Regione Puglia non ha aggiornato lo studio epidemiologico del dottor Forastiere?

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    17 aprile 2024 - Alessandro Marescotti
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