Le prime bombe della Seconda guerra del Golfo caddero su Bagdad nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2003. Cinque anni dopo venne calcolato che costò più di 500 miliardi di dollari per una strage di civili iracheni, soprattutto, almeno 650mila civili, dieci volte più dei 63mila militari iracheni uccisi e cento volte più dei 5-6mila tra soldati e contractors occidentali. Gli italiani caduti furono 36. Ricordiamo l'orrore di quella notte con i versi di Dino Frisullo.
Giorgia Meloni, durante la comunicazione alla Camera sul Consiglio europeo, ha attaccato il Manifesto di Ventotene confermando la sua avversione ai valori antifascisti e la visione nazionalista del governo che presiede.
Sulla sua pagina Facebook la Fondazione esprime forte disappunto per il clima di ostilità subito nella piazza "pro-Europa" convocata da Michele Serra. Ma la scelta di partecipare all'evento ha ricevuto molteplici critiche.
Oggi, mentre gli Stati Uniti cercano canali di comunicazione con Mosca, c'è chi in Europa reagisce con isteria mentre occorre solo gioire perché si sta allontanando lo spettro della guerra nucleare, pericolosamente sfiorata nel 2022.
"Interdizione" non è sinonimo di "interposizione". Non siamo di fronte a un'operazione di pace, ma a un intervento che, per la Russia, equivale a una dichiarazione di guerra. L'invio di truppe occidentali in Ucraina sarà considerato un atto ostile, con conseguenze militari imprevedibili.
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