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"Non capisco la mia chiesa, che non condanna l'atomica"

Intervista a padre Alex Zanotelli

A tutto tondo sui temi della Carovana 2007. Povertà, militarizzazione e beni comuni i temi portanti.
4 settembre 2007
Fonte: impaziente.org - 03 settembre 2007

Padre Alex Zanotelli ha inaugurato a Lecce la Carovana della Pace 2007, ricevendo l'affetto di tutti i cittadini che hanno gremito la sala del Castello Carlo V.
Lo abbiamo intervistato presso la sede dei comboniani di Lecce, dove per una settimana ha tenuto un seminario sulla Bibbia dedicato ai giovani.

Da cosa nasce l’idea di una carovana che porti in giro spunti di riflessione per la società civile?

“La Carovana è nata nel contesto del Giubileo del 2000, organizzata dai comboniani.
Per noi in Italia il Giubileo è occasione per lucrare indulgenze plenarie, mentre il tentativo è quello di ritornare all’economia di eguaglianza che sta alle origini della religione ebraica.
Il giubileo aveva il significato dell’eguaglianza, della remissione dei debiti: in quell’anno chi aveva perso la terra, i propri averi, la libertà, la riotteneva: economia dell’uguaglianza”.

Quindi nel 2000 avete organizzato un altro Giubileo: il Giubileo degli oppressi.

“Sì, per ricordare alla comunità italiana che non è sufficiente comperare indulgenze, perché anche noi abbiamo dei debiti da rimettere, al Terzo mondo, al divario Nord - Sud.
L’iniziativa è proseguita nei tre anni successivi: ora abbiamo chiesto a tutti gli istituti missionari di cooperare. Nel settimo anno del Giubileo, prepariamo la grande carovana del 2008, qualcosa di veramente grande”.

Che ripartirà dalle basiliche paleocristiane. E' un segno forte, questo?

“Certo, ci ritroveremo il 22 settembre alla notte per la pace in cui tenteremo di leggere la realtà e poi con esperti aiuteremo i giovani a ragionare su cose fondamentali come l’immigrazione, la militarizzazione, il tracollo ecologico, i rifiuti e le energie rinnovabili. All’alba ogni gruppo avrà redatto un documento che diventerà il programma di lancio della carovana del 2008”.

I cittadini ritornano protagonisti?

“Oggi non vedo nessuna speranza da parte dei governi che anzi sono una parte del problema che dobbiamo risolvere.
La speranza è nella base: la gente che prende coscienza e si mette insieme a fare rete e comincia a pesare su amministrazione politici governi affinché coloro che abbiamo eletto prendano le decisioni che noi vogliamo. Se questo non accade, c’è poca speranza:l’importante è essere uniti”.

La società italiana è pronta per tutto questo?

“Bisogna riconoscere che la società italiana è tra le più ricche di vivacità, che c’è una base attiva e cooperante, per i diritti e per il Sud del mondo.
Ha un solo problema: ognuno va per i fatti suoi.
Le carovane aiutano a metterci insieme”.

Cosa chiede alla cittadinanza attiva italiana?

“Che unita si impegni su tre coordinate.
La povertà: c’è un divario immenso tra chi ha e chi non ha.
Oggi è la finanza che domina, nemmeno l’economia. E la finanza permette ha chi ha di fare tutto quello che vuole. Ci sono 50 milioni di poveri in Europa, figurarsi nel resto del mondo.
La seconda coordinata è la militarizzazione: Bush dice che se l’Iran avrà l’atomica, allora si aprono le porte all’olocausto atomico.
“In questo, non riesco a capire la mia chiesa perché non ha il coraggio di dire non che l’olocausto, bensì l’ atomica in è il peccato. Se non abbiamo questo coraggio come facciamo a dire che una bugia è un peccato?
La situazione ecologica: abbiamo possiamo arrivare a incredibili disastri, è impossibile sostenere questo stile senza armi.
Stiamo usando tanta energia e tanti soldi, dobbiamo tornare a lavorare sui beni comuni, che sono fondamentali.
La gente capisce questo è un problema fondamentale, si lotta per la civiltà, la democrazia.
Per sedere alla comune mensa insieme e in piena dignità e rispetto delle proprie culture”.

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