La centrale a biomassa di Teana potrà bruciare Cdr

API e Confidustria di Matera propinano il rilancio della Val Basento con la costruzione di impianti energetici, discariche, false centrali a biomassa. Ma le responsabilità dell'inquinamento della valle non sono anche le loro?
18 settembre 2008

vista di teana Sorprende come - con quanta enfasi - l’API (Associazione Piccoli Industriali) e Confidustria di Matera propinino il rilancio della Val Basento con la costruzione di grandi impianti energetici, discariche e false centrali a biomassa. Peccato che costoro, oggi, vestano i panni dei puri paventando un nuovo miraggio industriale, mentre dimenticano di essere stati i responsabili assoluti dell’inquinamento di una valle ormai ridotta a “sversatoio di veleni”. E lo fanno, lanciando a mezzo stampa i loro anatemi “Pimby” contro i cittadini colpevoli di denunciare gli interessi affaristici contro l’ambiente e la salute.

La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) – Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini - torna a ribadire come la costruzione di centrali a biomassa, compresa quella di Teana, siano il “miraggio verde” a sol beneficio di quelle imprese interessate a spolpare contributi statali denominati CIP6 che, ricordiamo, ogni cittadino contribuisce a finanziare con la propria bolletta energetica. E’ risaputo come anche il CDR (Combustibile Derivato da Rifiuto) sia stato assimilato alle biomasse, così come ci ricorda una Delibera Regionale partorita nel 2005, appositamente, per mascherare queste falsi centrali a biomassa. Il tutto al di fuori del Piano Energetico Regionale vigente.

In pratica, la “monnezza” diventa così biomassa - anzi “biomassa solida” - come piacerebbe a qualcuno che inventa nuovi vocaboli per i nostri dizionari al fine di alimentare, in realtà, veri e propri “inceneritori” di rifiuti. Peccato che i “nuovi puri” della Confindustria dimentichino di chiedere il conto all’ENI ed agli industriali che hanno inquinato in Val Basento per una bonifica della valle che tarda ad essere effettuata, nonché una vera riconversione industriale pulita che punti sul solare, sulla bio-edilizia, sull’elettronica e nuovi materiali. Altro che “Nimby o fantasmi tali” evocati dall’API e Confindustria! Le bugie con le quali i propugnatori della “Soft Economy” raccontano le loro verità sono solo l’espressione di un ritorno al passato, quello di una valle che ha già pagato un prezzo troppo caro per sottacere nuovamente ai voleri degli interessi privati.

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