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L'aumento della popolazione minaccia la sicurezza globale

L' incremento della popolazione mondiale potrebbe avere "gravi conseguenze sulla sicurezza" non solo per un paese o una regione, ma per il mondo intero
8 agosto 2005
Thalif Deen

. Il rapido incremento della popolazione mondiale, che secondo le stime passerebbe dagli attuali 6,5 miliardi di persone a circa 9,1 miliardi entro il 2050, potrebbe avere "gravi conseguenze sulla sicurezza" non solo per un paese o una regione, ma per il mondo intero, secondo quanto dichiarato in un nuovo rapporto delle Nazioni Unite (Onu). La crescita della popolazione globale - specialmente nel mondo povero e affamato dei paesi più poveri - "crea problemi di sicurezza nazionale, come conflitti civili e terrorismo", dichiara il Population Institute con sede a Washington, in un rapporto pubblicato in coincidenza con la Giornata mondiale della popolazione. Lo studio, intitolato "Coltivare l'insicurezza: le conseguenze del rapido incremento della popolazione sulla sicurezza globale", sottolinea che la crescita della popolazione comporta forti aumenti di giovani, una rapida urbanizzazione e penuria di risorse, tutti fattori di insicurezza e instabilità. "Folti gruppi di giovani disoccupati, combinati con città sovraffollate e lo scarso acceso alla terra coltivabile e all'acqua, genera una popolazione adirata e frustrata rispetto al proprio status quo, e perciò più suscettibile di ricorrere alla violenza per cambiare la situazione", avverte lo studio. Si prevede che gran parte dell'incremento avverrà nei 50 Paesi meno sviluppati (PMS), giudicati i più poveri tra i poveri, dove i tassi di fertilità possono arrivare a otto figli per donna. Il documento, scritto e coordinato da Katherine Weiland, funzionaria per la politica pubblica presso il Population Institute, prevede che la popolazione di alcuni PMS, tra cui Afghanistan, Burkina Faso e Uganda, triplicherà nei prossimi 50 anni.

Anwarul K. Chowdhury, sottosegretario generale e alto rappresentante per i Paesi meno sviluppati, dichiara che sebbene le dimensioni complessive della popolazione nella maggior parte dei PMS non siano ampie, l'alto tasso di crescita in molte di queste nazioni "costituisce un serio limite ai loro sforzi verso lo sviluppo". "La lotta contro la povertà, la fame e le malattie intrapresa dai PMS è seriamente ostacolata dal rapido aumento della popolazione e dai suoi effetti che si 'trascinano' su tutti i loro obiettivi di sviluppo sociali ed economici", ha detto Chowdhury all'IPS. Riconoscendo in pieno questo fatto, il Programma d'azione di Bruxelles per lo sviluppo dei PMS in questo decennio dedica un'intera sezione alle questioni della "popolazione" nel quadro della costruzione di capacità umane e istituzionali, ha aggiunto. "Possono generarsi ribellioni e altre manifestazioni di tensione politica tra i gruppi di giovani che cercano di cambiare l'attuale sistema politico", ha detto all'IPS Werner Fornos, presidente del Population Institute. Oggi, quasi il 40 per cento della popolazione mondiale ha meno di 20 anni. Tra questi, l'85 per cento vive nel mondo in via di sviluppo, dove c'è scarsità di posti di lavoro, di risorse e di opportunità educative, ha aggiunto. Fornos ha anche menzionato il National Intelligence Council Usa, comitato di consulenza della Central Intelligence Agency (CIA), secondo cui una vasta popolazione giovane rischia di minacciare gli interessi Usa in Afghanistan, Colombia, Iraq, Messico, Pakistan, Arabia Saudita e West Bank e Gaza. Il funzionario ha poi osservato che ampi programmi di pianificazione familiare, come parte di una strategia di sviluppo integrata, ridurranno i rischi per la sicurezza associati al rapido incremento della popolazione.

"I programmi di pianificazione familiare aiutano a ridurre la povertà e promuovono lo sviluppo perché le famiglie più piccole sono generalmente più sane e più stabili economicamente, più felici; sono comunità più sostenibili", ha aggiunto. Alla domanda se la comunità internazionale stia mantenendo le sue promesse di attuazione di tali programmi, la direttrice esecutiva del Fondo Onu per la popolazione (Unfpa), Thoraya Ahmed Obaid, ha dichiarato all'IPS: "Abbiamo visto un maggiore impegno rispetto ai temi legati alla popolazione sin dalla Conferenza del Cairo su popolazione e sviluppo (ICPD) del 1994. I fondi donati per tali questioni sono piuttosto aumentati". Tuttavia, secondo Obaid, è ancora poco rispetto a ciò che i leader mondiali hanno promesso alla conferenza. I donatori hanno dato solo la metà dell'importo che avevano concordato in quanto necessario per attuare il Programma d'azione ICPD, e ciò sta ostacolando la sua realizzazione. "Ciononostante, prevediamo un aumento dei finanziamenti, dal momento che i governi si stanno impegnando di più per lo sviluppo, come abbiamo visto negli ultimi mesi", ha aggiunto.
Il Programma d'azione ICPD calcola che sono necessari 18,5 miliardi di dollari entro il 2005 per attuare i servizi preventivati per la salute riproduttiva, come la pianificazione familiare, la salute materna e la prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale. Ma i fondi provenienti dai donatori e le spese nazionali hanno sommato poco più di 15 miliardi di dollari nel 2003. "Ciò rende possibile l'obiettivo dell'ICPD, di 18,5 miliardi di dollari nel 2005, ma solo se tanto i donatori quanto i paesi in via di sviluppo continuano ad aumentare i finanziamenti, come negli ultimi anni", ha detto Obaid in un rapporto all'Unfpa lo scorso giugno.

La funzionaria ha avvertito però che "non si sa con certezza se i 18,5 miliardi di dollari saranno sufficienti per l'attuazione dell'ICPD, dato che i costi dell'assistenza sanitaria sono saliti e la crisi dell'Hiv/Aids è peggiore rispetto alle previsioni del 1994". Obaid si è detta compiaciuta di vedere che le entrate dell'Unfpa dalle fonti regolari ha raggiunto "una punta massima assoluta" di 331,6 milioni nel 2004. Le attuali stime per il 2005 sono di 360 milioni di dollari. Interrogata sull'incremento della popolazione, Obaid ha detto all'IPS: "Globalmente possiamo constatare un rallentamento del tasso di crescita, perché le dimensioni della famiglia media sono scese da sei figli per donna nel 1960 a circa tre oggi, visto che la pianificazione familiare è diventata più accessibile e viene utilizzata più estesamente". Tuttavia, ha avvertito, oggi i numeri aumentano in modo drammatico. Ogni anno, 77 milioni di persone si aggiungono alla popolazione del pianeta - 146 ogni minuto - e la maggior parte nasce nei paesi in via di sviluppo. Si stima che la popolazione delle nazioni più povere triplicherà nei prossimi 45 anni, ha detto. Alla domanda se i tanto sbandierati Obiettivi di sviluppo del millennio (MDG) abbiano ignorato l'equazione popolazionale, Obaid ha detto: "Non credo che gli MDG ignorino il fattore popolazione. Gli MDG sono stati costruiti sulle conferenze globali dell'Onu degli anni '90, compresa la ICPD del Cairo".

Ha poi detto che è ampiamente riconosciuto che l'attuazione del Programma d'azione ICPD, con l'attenzione che dedica a popolazione, salute e diritti riproduttivi, è essenziale per il raggiungimento degli MDG. "È anche evidente quanto sia cruciale investire in salute e diritti riproduttivi per realizzare gli MDG, per ridurre la povertà, migliorare la salute materna e infantile, invertire la diffusione dell'Hiv/Aids, promuovere l'uguaglianza di genere, e assicurare lo sviluppo sostenibile", ha aggiunto. Gli MDG prevedono di ridurre del 50 per cento fame e povertà; garantire l'educazione di base universale; ridurre di due terzi la mortalità infantile e di tre quarti quella materna; promuovere la parità di genere; invertire la diffusione di Hiv/Adis, malaria e altre malattie; tutelare l'ambiente globale, e sviluppare un partenariato tra nazioni ricche e nazioni povere. Il segretario generale dell'Onu Kofi Annan ha sottolineato che gli MDG, in particolare lo sradicamento della povertà estrema e della fame, "non possono essere realizzati se non ci si rivolge direttamente alle problematiche legate alla popolazione e alla salute riproduttiva". "E ciò significa più sforzi per promuovere i diritti delle donne, e maggiori investimenti in educazione e salute, compresa la salute riproduttiva e la pianificazione familiare", ha concluso.

Note: PER APPROFONDIRE

Population Institute
http://www.populationinstitute.org/

Office of the High Representative for LDCs
http://www.un.org/special-rep/ohrlls/ohrlls/default.htm


UN-Population Fund
http://www.unfpa.org/
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