Latina

In primo piano il ruolo delle donne e le differenze di genere

Colombia: Radio Comunitarie per un mondo migliore.

Il seminario organizzato a Bogotà ha festeggiato il venticinquesimo anniversario di Amarc (Asociación Mundial de Radio Comunitarias).

3 marzo 2008
David Lifodi
Fonte: www.amarc.org - 08 marzo 2008

Un seminario internazionale svoltosi a Bogotà dal 28 febbraio al 1 Marzo per ribadire la funzione insostituibile delle radio comunitarie e al tempo stesso aprire prospettive di speranza per una Colombia soffocata dal regime uribista: è in questo contesto che si è tenuto il dibattito "Radios Comunitarios para un Mundo Mejor", realizzato per celebrare il venticinquesimo anniversario di Amarc (Asociación Mundial de Radio Comunitarias).
Il seminario ha dedicato alcune delle sue sessioni in particolare al ruolo delle radio comunitarie in America Latina e nel Caribe, sia allo scopo di aprire un confronto tra le diverse esperienze dei redattori radiofonici, sia con l'intenzione di far crescere l'incidenza sociale delle radio stesse. Le radio comunitarie in Sudamerica svolgono due funzioni fondamentali: da un lato informano gli abitanti dei quartieri più marginali delle megalopoli latinoamericane e cerano di raggiungere anche i villaggi sperduti nel cuore delle selve più impenetrabili, dall'altro rappresentano un prezioso baluardo nel campo della controinformazione, si pensi alle innovative esperienze in questo campo ad opera del Movimento Sem Terra, delle comunità zapatiste o alle molteplici forme di resistenza urbana che sorgono da Oaxaca all'Argentina dei piquteros passando per gli indigeni del Guatemala. Le tre giornate di seminario di Bogotà hanno focalizzato la loro attenzione sugli sforzi compiuti dalle radio comunitarie per raggiungere un riconoscimento a livello legale da parte del governo di turno: i casi più eclatanti del Brasile e del Guatemala ci parlano di una realtà dove spesso le radio comunitarie finiscono per essere sovrastate da quelle commerciali (molto più potenti a livello di diffusione) e osteggiate dai governi dello stato o del dipartimento in cui le radio comunitarie intendono trasmettere. Inoltre, all'interno del seminario sono state riservate delle conferenze apposite in cui si è parlato del ruolo politico delle donne all'interno delle radio comunitarie, cercando così di far emergere le problematiche relative del lavoro delle cosiddette "radialistas" e declinare le attività di redazione in radio secondo una differenza di genere.
Per ciascuno di questi due ambiti sono emersi numerosi spunti interessanti, a partire dall'analisi ragionata condotta durante la prima giornata di incontri sulla ricerca intitolata "Mejores Prácticas en Legislación sobre Radiodifusión Comunitaria". Inoltre, dalla dichiarazione di Bogotà per celebrare i 25 anni di Amarc, è stato ribadito il ruolo insostituibile delle radio comunitarie nel rafforzare gli ideali di giustizia, solidarietà e pace, ma la proposta più interessante riguarda la prossima convocazione (in data ancora da stabilire) di un Forum Mondiale sul Diritto alla Comunicazione allo scopo di coinvolgere e invitare la società civile e i governi a confrontarsi sulle tematiche attinenti all'ambiente, alle migrazioni, ai diritti universali dei popoli indigeni e alle differenze di genere.
Proprio le differenze di genere hanno assunto un ruolo di primo piano all'interno delle giornate di Bogotà: è nata una rete di "radialistas" che si è impegnata a dare più spazio nella programmazione delle radio in merito ai diritti sessuali e al diritto ad una vita libera dalla violenza.
E' in questo contesto che farà probabilmente molta strada il tavolo "Desafíos de la Red de Mujeres de Amarc", che ha inoltre invitato tutti movimenti femminili sudamericani a mettere nella propria agenda il diritto all'informazione e alla libertà di espressione.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it.
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.

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