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Andrea Segre riesce a farci entrare in contatto con la carne viva dell'umanità

"La prima neve": il nuovo meraviglioso film di Andrea Segre

“Le cose che hanno lo stesso odore devono stare assieme“, spesso però non si è più in grado di capire il proprio di odore, ci si sente perduti, vittime inermi della necessità, del destino, delle contingenze.
16 aprile 2014
Teresa Manuzzi

la locandina del film "La prima neve"

Le cose che hanno lo stesso odore devono stare assieme“, spesso però non si è più in grado di capire il proprio di odore, ci si sente perduti, vittime inermi della necessità, del destino, delle contingenze. Per questo non riconosciamo più quello che è nostro, non vogliamo più stare con chi ci appartiene, cerchiamo altre strade, esploriamo altre vie. L’ultimo film di Andre Segre,”La prima neve” parla di questo e lo fa sapientemente, divertendo ed emozionando lo spettatore che si trova ad assistere al vortice di emozioni apparentemente sconnesse ed incomunicabili dei due protagonisti.

La trama La prima neve è la storia di Dani (Jean Christophe Folly), un uomo togolese, che per fuggire alla guerra libica ha deciso di imbarcarsi su di un gommone con sua moglie, incinta di 8 mesi, per raggiungere Lampedusa. Dani adesso è in una casa accoglienza a Pergine, sui monti del Trentino, con sua figlia di cui non riesce a prendersi cura. Dani comincia a lavorare per Pietro (Peter Mitterrutzner), un vecchio falegname ed apicoltore, conosce Michele (Matteo Marchel), nipote di Pietro, che aiuta spesso il nonno nel suo lavoro. Inizialmente Michele e Dani si osservano da lontano, le passeggiate tra i boschi alla ricerca della legna offriranno uno spazio neutro all'interno del quale abbassare le difese e provare ad uscire dalla corazza che quotidianamente indossano. Anche Michele infatti si porta dietro un dolore: è passato ancora troppo poco tempo da quando il padre è morto e questo ha incrinato il rapporto che il ragazzino, di circa 10 anni, ha con la madre Elisa (Anita Caprioli).

Le cicatrici che ci uniscono Il bosco è il termomentro del cambiamento, infatti al variare del colore delle foglie variano i rapporti tra i due protagonisti che procedono però in maniera inversa rispetto alle temperature meteorologiche. Mentre le montagne diventano sempre più fredde perchè si preparano all'arrivo della prima neve, l'amicizia tra Dani e Michele diventa sempre più forte e sempre più calda.

Due persone apparentemente diverse e lontane scoprono di avere tanti punti di contatto. Michele, di 10 anni, biondo, bianco candido con gli occhi chiari, figlio dei boschi trentini, e Dani, togolese, nero, scuro di occhi, di pelle e di capelli, uomo di città, abituato alle metropoli e al caldo, nonostante le apparenti differenze riescono a trovare complementarietà l'uno nell'altro. Questo conoscere passo dopo passo il dolore altrui aiuta i due a capire e reagire al proprio di dolore. Ancora una volta, Andrea Segre, racconta una storia verosimile, nella quale si ride e ci si emoziona perchè riesce a farci entrare in contatto con la carne viva dell'umanità.

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