Veleno
Guardi la TV, il suo vociare si mescola con quello delle decine di televisioni accese nella tua stessa strada. Sigle, réclame, chiacchiericcio, guaiti e risate si mescolano e fanno da sottofondo alla tua notte agostana.
Metti un giorno d'estate che ti ha regalato tanta bellezza. Il mare adamantino, le mura indorate dal sole, il guizzo argenteo dei pesci, il saluto bronzeo dei marinai, e pensi a quanto in fondo sia semplice la perfezione.
Metti una notte d'estate, le finestre spalancate e la brezza che ti accarezza d'un tratto diventa odore pesante e pungente. Odore innaturale, che non sai riconoscere.
Ti affacci, la strada è vuota ma quell'odore è lì statico e invisibile, ti pare addirittura palpabile. Non ti aggredisce no, piuttosto ti avvolge denso e oleoso. Sa di gas, di catrame e uova marce, è carta vetrata nella gola e aceto negli occhi.
Metti che vai dall'altra parte della casa, spalanchi le altre finestre. Magari entrerà aria di brezza, aria da respirare.
lnvece quel fetore è già lì ad attenderti e come melma ti avvolge vigliacco, perché puoi difendere l'udito, la vista, il gusto, ma non puoi smettere di respirare.
L'incanto del giorno si tramuta in paura per l'infernale miasma che sommerge la notte e toglie il fiato alla città.
Ecco cosa accade qui, nella terra amata dai greci e dai romani, nella terra che giace su due mari, tesoro di meraviglie d'arte e natura. Qui, prendi confidenza con benzene, acido solfidrico e anidride solforosa più che con i delfini del Golfo. Qui, falso profitto e incuranza per la vita altrui soffocano ogni giorno di più la Bellezza.
Taranto, agosto 2020
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