La guerra del Bene è Male. Queste guerre sono tre
In questo libro, breve e denso come un lampo, Edgar Morin, 102 anni, filosofo della complessità, confessa di non aver capito subito, da giovane, che «la guerra del Bene comporta in sé del Male». Come diceva già limpidamente Kant (1795): «La guerra è male perché fa più malvagi di quanti ne toglie di mezzo». Ma oggi è chiaro. I massicci bombardamenti alleati di migliaia di civili, nella guerra contro Hitler, sono crimini di guerra sistemici, non occasionali, eseguiti dalle democrazie. E occultati, come i crimini dello stalinismo.
Mi chiedo: l'Occidente democratico si vanta di avere schiacciato Hitler con la guerra, ma non ha schiacciato anche, insieme alla gloria mortifera, una cultura di pace? E il nazismo non fu proprio il frutto avvelenato di una Vittoria ultramilitare e di una falsa pace? Così - continua Morin - ogni guerra getta fiumi di sangue umano per risultati inquinati di crimini. In Ucraina la spirale degli odi fra aggressore e aggredito può portare solo un male peggiore. I nostri media tacciono sull’altro imperialismo, indicano solo quello russo. Isteria di guerra, menzogne, criminalizzazioni, sono da ogni parte l’anima delle guerre, tutte, anche le nostre: Algeria, Yugoslavia, Palestina... Crimini che producono contro-crimini.
Si veda a p. 62 il concetto di “ecologia dell’azione”: un gioco di interazioni che ne modifica il senso. Errori e illusioni hanno un peso determinante. La “società della conoscenza” ignora che, dal 1945, il mondo non è più quello di prima. Gli Usa sono democrazia dall’origine, e la Russia potenza dispotica, ma la loro storia parallela mostra tante similitudini (pp. 67-71). Gorbaciov fu «eroe dell’umanità», di quella “casa comune” che è la Terra per tutti gli umani. Bush promise solo verbalmente che non avrebbe allargato la Nato, le cui basi, invece, «accerchiarono» la Russia. Le bombe americane sulla Serbia accrebbero le inquietudini. Violarono il diritto internazionale tanto gli Usa con l’offensiva “preventiva” in Iraq nel 2003, quanto ora la Russia invadendo l’Ucraina. Nel 2014, dalla cruenta rivoluzione filo-occidentale di Maidan, iniziarono sia le intrusioni russe sia la guerra interna ucraina contro i separatisti. C’erano state sia l’imposizione russa dei kolchoz e la carestia forzata del 1931, sia la collaborazione con l’invasione nazista di forze ucraine, minoritarie, guidate da Bandera, che sterminarono 30.000 ebrei.
Dopo Maidan, a Kiev, 2014, viale Russia fu chiamato viale Bandera, e fatti simili in varie parti dell’Ucraina
Allo scoppio dell’attuale guerra, si arruolarono per l’Ucraina volontari di due tipi: democratici, e fascisti. Il comando del reggimento Azov è di nazionalsocialisti.
La Russia è l’aggressore, gli Usa ispirano la politica ucraina dopo Maidan.
L'Ucraina è preda geopolitica fra due titani: la Russia, per mantenere il dominio sul mondo slavo, gli Usa, per indebolire, come hanno dichiarato, la Russia, ostacolo alla propria egemonia planetaria.
L’Ucraina si è occidentalizzata, in Russia l’economia è una casta di oligarchi, con diffusa corruzione.
I conflitti interni all’Ucraina furono non solo fra filo-occidentali e filo-russi, ma anche fra imperialismo americano e imperialismo russo.
Gli accordi di Minsk del 2015 non sono stati rispettati, né dall’Ucraina né dalla Russia, e la guerra del Donbass ha fatto 14.000 morti, fino al 2022: è un «ascesso purulento».
Oggi l’isteria ipernazionalista bandisce in Ucraina anche tutta l’arte russa, come avveniva nella Germania nazista.
L’indipendenza ucraina va sostenuta, ma Zelenskij vuole solo la vittoria, che indebolisca la Russia.
«Ci sono tre guerre in una»: la guerra ucraina interna, quella della Russia, quella dell’Occidente alla Russia. Patriottismo e odio per il nemico integrano l’unità ucraina. Putin voleva prendere rapidamente Kiev, ha dovuto ripiegare sul Donbass e sul Sud
La «guerra internazionale interna all’Ucraina» deborderà in Europa e oltre? La nuova pericolosa crisi mondiale favorisce la crisi delle democrazie. Russia e Cina fanno blocco verso gli Usa.
In una situazione talmente pericolosa, così poca coscienza, volontà e voci per la pace si levano in Europa!
Per Morin, Putin è un despota capace di realismo: si possono trovare contropartite per la pace. È necessario, perché la guerra porta crisi ecologica, economica, delle civiltà, e «crisi del pensiero, incapace di pensare la crisi». In sei anni sono cresciuti di quattro volte gli esseri umani sull’orlo della carestia.
Diceva Morin qualche anno fa: c’è «evoluzione involutiva» dell’umanità, e «scienza senza coscienza».
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