OSS e Governi: è vero amore?

Molti governi stanno decidendo di passare a Linux, e di abbandonare MS...ma si tratta di una reale convinzione delle potenzialità del Pinguino o è solo una ripicca verso la casa di Redmond?
13 settembre 2003
Linux Help

Prima i fatti: in maggio Monaco di Bavierà è assurta agli onori della cronaca pe rla sua decisione di passare a Linux oltre 14000 PC, con conseguente batosta per MS.
Anche se il contratto era solo di 35 milioni di dollari, Steve Ballmer si è precipitato a Monaco per convincerli a non farlo, e MS ha messo sul campo uno sconto enorme per i suoi prodotti.
Non è bastato! MS ha perso e i responsabili cittadini hanno dichiarato che si trattava di una questione di principio: Monaco voleva il totale controllo sul suo software.
Purtroppo per Microsoft, Monaco non è stato un caso isolato, e per tutta l'estate si sono succeduti annunci di contratti vinti da Linux ai danni di MS.
Per par condicio c'è anche da dire che in alcuni posti MS ha vinto rispetto a Linux, ma si trattava di rimpiazzare UNIX, e non Linux, quindi in realtà lo scontro è a totale favore di Linux, per ora.
Il brasile ha abbracciato l'Open Source per motivi ideologici, la Cina per non dover dipendere da fornitori americani per i suoi sistemi, l'India per non dover spendere milioni di dollari in licenze.
Questo mese Giappone, Corea del Sud e Cina hanno siglato un accordo per la realizzazione di alternative OSS a Microsoft.
Ma come mai c'è questa fuga in massa da Microsoft?
Principalmente perchè tutti i governi sopracitati si sono resi conto che ormai le amministrazioni generano miliardi di file (dal certificato di nascita, fino alla mappatura del DNA).
E che utilizzando Microsoft tutti questi file sarebbero immagazzinati, e sono al momento immagazzinati in uno standard proprietario chiuso e non documentato.
Se domani tutti i file di word risultassero illeggibili se non con l'ultima versione di Word, tutto il modo dovrebbe comprarla, mettendosi di fatto nelle mani di un'unica azienda a livello mondiale.
Secondo IDC le spese ICT mondiali dei governi sono intorno ai 20 miliardi di dollari annui, con un tasso di crescita del 10% per i prossimi cinque anni.
Microsoft ne controlla direttamente oltre 3 miliardi di questi soldi, ma si tratta di un mercato chiave: infatti se il modulo per le tasse del governo è rilasciato in formato .doc tutti i cittadini dovranno avere Word per leggerlo, e così via.
Ai politici l'Open Source piace, e per diversi motivi: innanzitutto è trasparente, può essere modificato, non si dipende da un venditore e soprattutto è gratis.
Ovviamente non tutti i produttori software sono preoccupati: Oracle non ha nulla da temere dall'OSS per i suoi database, mentre invece Microsoft ha più o meno tutti i suoi prodotti coperti da alternative Open Source.
Ciò spiega il diverso atteggiamento di Oracle e MS verso Linux: per Oralce è il futuro, e lo ha più volte dichiarato, per MS è un cancro!.
Se Microsoft verrà scalzato dalle agenzie governative ci guadagneranno in molti: i grossi integratori (IBM) che dovranno ridisegnare gli applicativi, le distribuzioni (red Hat e SuSE) che venderanno le loro distro ai governi e le piccole aziende di sviluppo che realizzerano prodotti Open Source per le realtà locali.
Ma Microsoft non sta a guardare: prima ha cercato di screditare Linux, poi ha cercato di imitarlo con il programma Shared Source ed adesso sta cercando farlo dichiarare anti-concorrenziale per mezzo della Initiative for Software Choice, un'associazione di produttori software patrocinata da MS.
E quindi a questo punto rispondiamo alla domanda del titolo: Linux ed i govenri: è vero amore?
IMHO non si può parlare di amore incondizionato per il pinguino, ma certamente in questo momento Linux e Governi hanno un nemico comune: Microsoft, e l'avere un nemico comune è il miglior collante per le alleanze, come insegna la storia.

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