Open source nell'Europarlamento
Roma - Adottare il software open source nelle infrastrutture informative del Parlamento europeo per sostituire le piattaforme proprietarie, oggi utilizzate per la grande maggioranza. Questo il singolare appello rivolto alle istituzioni europee dal gruppo dei parlamentari Verdi/ALE.
In una lettera inviata a Julian Priestly, segretario generale del Parlamento europeo, a Monica Frassoni e Daniele Cohn-Bendit, vicepresidenti dell'assemblea, i Verdi hanno spiegato di ritenere importante il passaggio all'open source per sostenere l'industria del software europea, garantire l'accesso ai dati nel tempo grazie a formati documentali aperti, sostenere l'indipendenza tecnologica dell'Europa e ridurre gli oneri di spesa.
"Una decisione in questo senso - ha dichiarato il senatore verde Fiorello Cortiana - darebbe attuazione alla risoluzione del Parlamento europeo su Echelon che raccomandava l'utilizzo di software libero per rafforzare la sicurezza informatica e tecnologica".
"Questa proposta - ha continuato Cortiana - è coerente con la posizione di contrarietà alla brevettazione del software assunta dal gruppo Verdi sulla direttiva McCarthy, che speriamo possa divenire maggioranza nella sede europea. La Direttiva, che sarà messa ai voti mercoledì prossimo, rischia infatti di bloccare l'innovazione tecnologica europea, trasformando l'impegno per la ricerca in una corsa a slalom tra i brevetti. Prosegue, pertanto - ha concluso Cortiana - la raccolta di firme tra Senatori e Deputati italiani per invitare il Parlamento Europeo a bloccare questo tentativo di subalternità ai monopolisti che avrebbe il solo esito di distruggere il patrimonio di piccole e medie imprese dell'Unione".
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