editori/1

Quei parassiti di Google

5 aprile 2007
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

L'editore tedesco Hubert Burda era a un convegno romano sul futuro dei media e nell'occasione ha sostenuto che «in Europa ci manca gente come Sergey Brin e Larry Page; questa generazione americana è cresciuta dallo spirito del rock´n roll». I due trentenni citati sono i fondatori del motore di ricerca Google che in borsa vale 143 miliardi di dollari circa. Secondo Burda, «in Europa avevamo una generazione così tra il 62 e il 64. Poi venne il 68». Tesi francamente curiosa che quantomeno contrasta con le ricerche sull'esplosione creativa dell'hi-tech californiano, secondo molti alimentato anche dalle utopie libertarie e persino anarchiche degli anni '60 americani. In ogni caso su Google e gli altri motori di ricerca come Yahoo! e Msn, l'opinione del presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo è invece totalmente opposta; non li considera un modello imprenditoriale e semmai dei parassiti: «Attori che prendono senza dare, che non producono contenuti ma poggiano la loro forza sulla tecnologia», ha detto, precisando che questi software «somigliano a parassiti, hanno bisogno di un muro per arrampicarsi, cioè le informazioni dei giornali, ma poi lo distruggono prosciugandone le fonti pubblicitarie». Il giudizio è sbagliato due volte. Intanto perché l'internet ormai produce una quantità di informazione di valore enorme e superiore a quella dei quotidiani e gli stessi quotidiani la saccheggiano ogni giorno, spesso senza nemmeno citare la fonte (Repubblica è leader assoluto nel ramo). E poi perché i motori di ricerca hanno l'effetto straordinario di fare da cassa di risonanza, attraverso i link, alla stampa tradizionale, accrescendone la reputazione e il valore del marchio. Per i quotidiani dunque la rete è sia fonte preziosa che edicola e vetrina. Ma l'editore ingrato nemmeno ringrazia.

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