Newsletter n. 07

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Quel pasticciaccio che si chiamerà Iit
FRANCO CARLINI

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OpenPress
Red Hat sarà il prossimo gigante del software?
di Salvatore Romagnolo

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Rassegna della settimana da PuntoInformatico, ZeusNews, Mytech
23 febbraio 2004
Fonte: Ass. Culturale Telematica "Metro Olografix"
http://www.olografix.org - 23 febbraio 2004

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.: INFO E SOMMARIO :.
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Quel pasticciaccio che si chiamerà Iit
Nasce a Genova il nuovo mostro pensato dai ministri Tremonti e Moratti, un laboratorio dal nome impronunciabile che vuole scimmiottare il glorioso Mit di Boston. Mentre l'università italiana è in rivolta a causa dei tagli del governo e per la precarizzazione del lavoro, sui laboratori liguri pioverà oltre un miliardo di euro. Per fare «ricerca applicata», tutta a favore del mercato e delle industrie
Baroni in crescita Il veloce spostamento di risorse rimescola la costellazione dei potentati universitari. In corsa per allinearsi al governo
FRANCO CARLINI
Decenni di studi sul rapporto tra scienza e società banalizzati in una semplice figurina che vorrebbe rappresentare la filiera della ricerca. Sono cinque frecce, disegnate alla maniera della solita catena del valore: si comincia con la «ricerca di base», che produce «scoperte», le quali vengono prese in consegna dalla «ricerca applicata», generatrice di «brevetti». Questi alimentano un qualche «sviluppo sperimentale» che crea i «prodotti» e infine, grazie alla «ricerca e sviluppo d'impresa», vanno al «mercato». Tale idea lineare, irrealistica e ignorante del rapporto tra la ricerca fondamentale, l'innovazione e la società, compare sul sito dell'Istituto Italiano di Tecnologia (www.iit.it), che nascerà a Genova per decisione dei ministri Tremonti e Brichetto-Moratti, tra gli applausi trasversali di tutto lo schieramento politico genovese, ovviamente assai grato per il regalo di 1050 milioni di euro in dieci anni. (L'acronimo IIT è talmente impronunciabile che ci permetteremo di sostituirlo con I2T).

Il giorno dopo invece all'università di Roma si riunivano ricercatori veri e professori esistenti, per segnalare tutto il loro disappunto verso una riforma dell'università che nulla fa per la ricerca e che anzi la deprime. In precedenza il volonteroso professor De Maio, nei mesi scorsi proiettato da Brichetto-Moratti a commissario del Consiglio Nazionale delle Ricerche, si era messo metaforicamente ma pubblicamente le mani nei capelli per la pensata governativa di creare dal nulla un Mit italico, anziché concentrare risorse e impegni su Cnr e università, già così malconci.

Del resto le cose non sono mai andate così nella scienza, nella tecnologia, e nel mercato, e la linearità del percorso è solo una leggenda: ci sono scoperte che non sono mai divenute prodotto, anche quando l'avrebbero meritato, ci sono prodotti insensati, creati per moda e senza alcuna vera utilità pratica né sociale, ci sono interi settori della ricerca per i quali mancano i finanziamenti perché il virtuoso mercato non li reputa degni di attenzione. E per fortuna che ogni tanto c'è qualche miliardario lungimirante che dirotta parte dei suoi larghi profitti verso ricerche fondamentali da tutti trascurate: è il caso dunque, almeno per una volta, di applaudire Bill Gates che attraverso la sua fondazione ha appena destinato 82,9 milioni di dollari alla ricerca sulla tubercolosi, una malattia di nuovo risorgente che ogni hanno uccide due milioni di persone.

La scelta del governo ha anche un risvolto elettorale, a supporto di un presidente forzista della regione Liguria, Sandro Biasotti, la cui riconferma è assai dubbia e che perciò sta molto investendo in presenzialismo in questo suo ultimo anno di gestione. Ma non è questo l'elemento più significativo; più interessante semmai (e nel senso negativo del termine) è l'idea di ricerca e sviluppo che il progetto delinea. Esso è generico, confuso e insieme velleitario negli obbiettivi.

Generico: si parla di «Facilitare e accelerare la crescita, nel sistema della ricerca nazionale, di capacità scientifiche e tecnologiche. Con l'obbiettivo di realizzare la transizione del sistema economico verso produzioni a più alto contenuto tecnologico e quello di incentivare e promuovere la collaborazione tra gruppi di eccellenza che operano nelle università e nei centri pubblici di ricerca e il sistema produttivo del paese». Chi potrebbe obbiettare a formulazioni così vaste e così ovvie, addirittura di sapore costituzionale, come la crescita e la condivisione dei saperi e lo sviluppo dell'economia sulle frontiere avanzate? Nessuno ovviamente, e dunque questa formulazione nulla dice; lascia solo il dubbio del perché quei compiti nobili non debbano essere richiesti appunto a università e istituti pubblici che li hanno già scritti chiaramente nei loro statuti. Il ministro Tremonti ha spiegato al riguardo che si trattava di introdurre un elemento di forte discontinuità, una scossa insomma, rispetto a un sistema della ricerca ingessato e burocratizzato. Come a dire che quando le riforme vere e pazienti si rivelano faticose, sia meglio realizzare degli spiazzamenti, fidando che essi abbiano l'effetto di contagiare positivamente il resto del sistema. Se poi hanno anche un effetto mediatico, tanto meglio.

Andrà ricordato, di passaggio, che la riforma del Cnr, nei mesi scorsi così contestata, ha realizzato il piccolo capolavoro negativo di ricondurre sotto il governo e i baroni ad esso più fedeli un ente di ricerca come l'Istituto Nazionale di Fisica della Materia che negli anni già aveva progettato e praticato molte di quelle ricerche di eccellenza nelle materie di base e nelle applicazioni che oggi si vuole affidare all'I2T. L'Infm aveva anche realizzato un sistema agile di programmazione e gestione, un modello di ricerca insieme seria e proiettata. Dunque questo governo schizofrenico con una mano smonta e con l'altra improvvisa.

Ma nel concreto come funzionerà l'I2T genovese? Due anni di lancio, gestiti da un commissario e da un comitato scientifico (ovviamente un «board», tanto per essere provinciali fino in fondo). A regime si parla di 1000-1500 ricercatori direttamente alle dipendenze dell'Istituto e qui i conti cominciano a vacillare perché un tale numero si mangia subito la metà almeno dei 100 milioni annui di finanziamento. I ricercatori italiani o stranieri che vengano in Italia a operare all'I2T avranno comunque il gradevole incentivo di essere gravati di tasse solo per il 10 per cento, senza dover praticare l'autoriduzione «moralmente giustificata» da Berlusconi. Tremonti dice che spera nel cofinanziamento da parte delle industrie interessate alla ricerca, ma questa sembra una discreta illusione; più realisticamente le industrie si stanno già mettendo in coda per farsi finanziare dall'I2T.

Ma quali i filoni di ricerca? Due sono quelli annunciati: «Sistemi di produzione» e «Salute-Biotecnologie», solo lontanamente parenti. Il primo sembra alludere all'innovazione di processo, che peraltro è l'unico settore in cui l'industria italiana negli anni scorsi ha fatto decentemente la sua parte, dai robot alle macchine utensili. Il testo ministeriale accenna al fatto che in questo modo si incentivano «le esportazioni italiane di prodotti di alta tecnologia e del made in Italy», e purtroppo anche in questo caso l'empito propagandistico di Brichetto-Moratti-Tremonti, ha il solo effetto di generare confusione: parliamo di prodotti a altro contenuto tecnologico, magari fatti con nuovi materiali? Allora i «sistemi di produzione» non c'entrano. Parliamo di Made in Italy nel design, nella moda e nell'alimentazione? Allora contano le idee creative e molto meno le tecnologie.

Il settore della salute e delle biotecnologie, ci spiegano i ministri, «è in forte espansione perché in esso si registrano forti avanzamenti nelle conoscenze», il che è tanto vero da essere un'affermazione vacua, così come è vero, peraltro, che università, laboratori del Cnr e lo stesso Istituto superiore di Sanità offrono già diversi luoghi di alta qualità: meno del dovuto, probabilmente, ma validi. E' auspicabile che il Comitato Scientifico (pardòn, il board internazionale) riesca a mettere un po' di ordine e ad assegnare qualche obbiettivo non generico alle ricerche in questo settore. Si vedrà tra due anni, ma dovrebbe essere chiaro fin d'ora che sotto quella etichetta non può andare tutto, se l'azione vuole essere efficace: nuovi farmaci? nuovi kit diagnostici? E con quale gestione della proprietà intellettuale? Lo stato paga e l'industria brevetta? Per ora siamo alla propaganda allo stato puro, purtroppo coperta da firme illustri come Rita Levi-Montalcini.
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art67.html
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/22-Febbraio-2004/art67.html

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VOCI DALL'UNDERGROUND ... di Stefano "neuro" Chiccarelli
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Ethical Hacker’s Speech II
L’underground si confronta con il mondo dell’ICT Security

Il 26 ottobre, nel corso di SMAU 2002, all’interno dell’area security del padiglione 13, oltre 400 persone sono state “ipnotizzate” dalle 9.00 alle 19.00 da un gruppo di relatori speciali: il loro nome è Italian Black Hats Association (http://www.blackhats.it).

Ma come si definiscono questi “cappelli neri” della scena italiana?

“L’associazione, senza fini di lucro, è composta da professionisti e ricercatori dell’ICT security. Blackhats.it è una comunità di ricerca sorta spontaneamente, formata attualmente da un gruppo di diciotto persone: hacker, esperti di security - alcuni dei quali lavorano nel mondo dell'IT, altri impegnati come ricercatori in ambito universitario e scientifico. Professionisti della sicurezza informatica, con forti legami con il mondo underground e con l’originaria filosofia hacker, che si dedicano per passione personale all’innovazione tecnologica ed al miglioramento della sicurezza della rete Internet.”

Questa è la loro definizione, ma cerchiamo di capirne meglio la storia. Come mai nel 2001 ci troviamo di fronte questo gruppo di persone che dall’underground emerge, esce allo scoperto, si fa vedere in faccia, dichiara il proprio nome e cognome?

Nel corso degli anni l’esigenza di fare chiarezza su argomenti quali la distinzione tra hacktivism e hacking, la tensione per il "fare cultura” e la spinta a porre un freno alla "caccia alle streghe" cosi' da valutare il fenomeno dal giusto punto di vista, è diventata sempre più impellente. E, mentre le società di sicurezza stanno attingendo a piene mani nell’ambiente dei ricercatori indipendenti e degli hacker, un’altra parte dei professionisti di settore “dubita” dell’etica che guida questo tipo di persone, generalizzando e senza valutare “ad personam”.

Tutto questo è intollerabile e necessita segnali forti da parte di chi, in questa comunità, ci sta da anni, ha imparato tanto ed ha spinto “culturalmente” affinché queste tematiche uscissero dalla ristrettissima cerchia degli addetti ai lavori, con l’unico scopo di rendere palese l’insicurezza della nostra società dell’informazione.

Da questa spinta nasce Black Hats, ma chiediamo a Fabio “naif” Pietrosanti, uno dei soci fondatori dell’associazione, cosa li spinge ad organizzare queste “maratone tecnico-divulgative”:

“Guardando all’esperienza americana e nord europea di importanti associazioni culturali di Ethical Hacker, come i L0pht e il più vicino Chaos Computer Club Tedesco, ci siamo resi conto che in Italia mancava un’organizzazione composta da professionisti e ricercatori (ovvero hacker) con forti legami al mondo underground che si impegnassero per fare informazione sulle tematiche di Sicurezza Informatica, Privacy e Cybercrime.

Per questo la nostra associazione si propone come interlocutore indipendente e lontano da legami commerciali che, tramite la partecipazione a conferenze e collaborazione con riviste ed editori del settore, mette a disposizione le competenze dei suoi singoli membri .

Nonostante possa sembrare un controsenso per chi vede la figura dell’hacker secondo i canoni distorti proposti dai media, alcuni degli associati si trovano spesso a collaborare con le forze dell’ordine in qualità di consulenti sia per quanto riguarda la formazione sia le indagini telematiche.

Noi ci teniamo a sottolineare la similitudine fra il modello accademico e quello opensource che stà alla base dell’etica Hacker, secondo cui l’informazione deve essere libera e diffusa a tutta la comunità scientifica.
Questo è l’unico modo per garantire la costante evoluzione della tecnologia oltre che il principale motivo per cui è nata ITBH.”

Tornando alla giornata trascorsa a Smau, è stata un susseguirsi di interventi tecnicamente molto interessanti dal tono chiaramente divulgativo. Come la natura della materia richiede, però, per i non iniziati presenti, l’approccio può essere apparso un po’ tecnico, nonostante la buona volontà dei relatori.

Questi gli interventi:

- Introduzione alla crittografia e alla crittoanalisi
Enrico Zimuel, socio del CLUSIT e di ITBH, noto studioso italiano di crittografia, conferenziere, divulgatore e autore di libri sull’argomento (“Segreti Spie e Codici Cifrati”, "La crittografia open-source ed il progetto GnuPg")

- Web server e applicazioni web: principali problematiche di sicurezza e tipici errori implementativi
Igor Falcomatà, socio di ITBH e di CLUSIT, Security Manager nonché gestore della più importante mailing list italiana di sicurezza informatica (www.sikurezza.org)

- Dissertazione sulla legislazione antiterrorismo e antipirateria
Stefano Zanero, socio di CLUSIT e di ITBH, ricercatore in ambiente universitario sul tema della sicurezza informatica e socio dell’IEEE e dell’ACM (le due più importanti associazioni americane di categoria)

- Ingegneria Sociale: un’arma sottovalutata
Interessante intervento a cura di Andrea Gherardini, uno dei pochi esperti di sicurezza italiani che abbiano raggiunto l’importante certificazione internazionale CISSP e stimato socio di CLUSIT e ITBH

- Attacchi Man in the Middle
L’intervento altamente tecnico di Marco Valleri e Alberto Ornaghi, studenti universitari sulle tematiche della sicurezza e soci di ITBH, ha illustrato i pericoli e le problematiche relative agli attacchi di tipo "man in the middle"

- Wireless (in)security @ SMAU
Durante questo intervento, Fabio Pietrosanti, Network Security Manager, socio CLUSIT e ITBH, ha illustrato con esempi molto concreti la “sicurezza” e i pericoli dell’installazione di reti di tipo Wireless LAN realizzate secondo lo standard Wi-Fi 802.11.

- Storia ed Etica Hacker: riflessioni

Raoul Chiesa, membro del Comitato Direttivo di CLUSIT, tra i fondatori di ITBH e tra i massimi esperti di sicurezza dell’informazione in Italia, insieme all’ing. Yvette Agostini, socia di ITBH e Network Security Manager, ha presentato uno dei punti qualificanti dell’associazione Black Hats, ovvero il desiderio di mettere in luce il vero significato della storia e della cultura hacker.

La tavola rotonda conclusiva, dal titolo “Sicurezza, underground, privacy e anonimato vs la professionalità nel proprio lavoro”, si è rivelata un momento di dibattito e riflessione sulle tematiche affrontate nell’arco della giornata. Ma ha rappresentato soprattutto il tentativo di fare ancora una volta chiarezza sull’hacking, con alcuni spunti politici e pratici.
Ne hanno dibattuto insieme ai Black Hats anche l’onorevole ed europarlamentare Marco Cappato, Stefano Pancera di Mediaset, Marco Tracinà, Portal Manager di NetManager.it; Fabio Ghioni, Fraud&Incident Manager di Telecomitalia; Francesco Bricolo, Psichiatra e il sottoscritto Stefano Chiccarelli.

Peccato che la platea fosse composta quasi esclusivamente da addetti ai lavori: sarebbe molto interessante discutere di queste tematiche con chi non appartiene propriamente a questo mondo ma si ritrova quasi ogni giorno a dover prendere decisioni che lo riguardano, sia dal punto di vista politico che economico.

Nel nostro paese, in qualunque settore, si assiste a una carenza cronica di investimenti sulla ricerca. Anche nel neonato campo dell’ICT Security, infatti, per scoprire novità e rimanere il più possibile aggiornati, è necessario rivolgersi all’estero o a questi liberi ricercatori dell’underground.

Sarebbe auspicabile che Stato e aziende iniziassero a pensare di investire sulle “menti” degli italiani piuttosto che sulla tecnologia prodotta da altri paesi.

Stefano Chiccarelli

WEBABRUZZO ... di Barbara
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Una visita al museo
Se qualcuno, un turista, vi chiedesse: “quali musei ci sono da visitare in Abruzzo?” sapreste rispondere in modo esauriente? Qualcosa mi dice di no. Fateci caso, di solito conosciamo meno proprio le cose che stanno più vicine a noi, a volte sotto al nostro naso.
È per questo che voglio dedicare quest’articolo a un sito speciale: http://muvi.org.
Muvi sta per “Musei Virtuali Internazionali”. Nasce nel 1996 e mira a
Realizzare e/o catalogare siti web museali, costituendo quindi un portale specializzato in beni culturali nazionali e non.
Un progetto ambizioso e di cui, credo, si possa essere orgogliosi, dato che è frutto di un impegno totalmente abruzzese. Il Muvi, infatti, è stato finanziato dal ’97 al 2001 dalla Fondazione Genti d’Abruzzo; nel 2000 ha ottenuto il patrocinio della Soprintendenza ai Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici (BAAAS) dell'Abruzzo, diventando in seguito parte integrante del Centro Regionale Beni Culturali (CRBC) di Sulmona.
Per consultare questo patrimonio di informazioni è necessario registrarsi. La registrazione è gratuita. Solamente per visitare il MID-Museo Iconografico Dantesco e alcune mostre e retrospettive virtuali è necessario abbonarsi versando una quota annuale.
Accederete a un motore di ricerca facilmente utilizzabile per scovare i siti dei musei di tutto il mondo - ovviamente non tutti, ma solo quelli registrati, che al momento sono 8257!
Oppure potete cercare informazioni mirate tramite il Sistema Museale Telematico: Mustel Italia o Mustel Abruzzo. Qui, selezionando una regione oppure una provincia abruzzese, troverete l’elenco dei rispettivi musei, corredati da una scheda contenente sedi, orari, numeri di telefono, prezzi per l’ingresso ed eventualmente, ove esistenti, indirizzi email e siti web.
Tutte le pagine sono strutturate in modo chiaro e ordinato, rendendo la navigazione facile e intuitiva.
A muv.org sono collegati i siti http://musei.abruzzo.it/ e http://www.crbc.it/, che però sono in fase di allestimento e rimandano tutti alla stessa pagina http://www.archividigitali.org/mustel/. Per il momento sono quindi fondamentalmente inutili, ma non preoccupatevi: li terrò d’occhio per voi e ne riparlerò quando saranno completati.
Per il momento spero di avervi incuriositi qual tanto che basta a navigare a vista su muvi.org. Vorrete mica rimanere senza parole alle domande innocenti di un turista in vena di acculturarsi su storia, costumi e tradizioni di questa bella terra?

Intercity n.2/2004 - http://www.intercitynet.it/

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.: TEMI&APPROFONDIMENTI :.
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23 Febbraio 2004 - OpenPress

Red Hat sarà il prossimo gigante del software?
di Salvatore Romagnolo

La nuova strategia di Red Hat somiglia sempre di più a quella che garantì, anni fa, il successo di Microsoft. Ma Red Hat ha una marcia in più: il codice open source
Leader di mercato con il 69% dei server e il 25% delle postazioni client, Red Hat sarà, a breve, il nuovo gigante del software, principale concorrente di Microsoft, IBM e Oracle.
Fin dalla nascita, Red Hat non vende software, ma supporto su software open source. Una sfumatura, che trova riscontro nel metodo di tariffazione adottato: il prezzo varia in funzione del livello e della durata del supporto richiesto dall'impresa su un software.
Questa è una delle pochissime differenze di Red Hat rispetto a Microsoft, suo principale concorrente operante su software proprietario, con il quale condivide, invece, strategia di chiusura della base installata e successo nelle partnership con i produttori.

Red Hat "monopolista" dell'open source?

Per riuscire ad accumulare quasi 300 milioni di dollari e realizzare un fatturato di circa 100 milioni di dollari tra il 2002 ed il 2003, Red Hat ha ottimizzato le sue varie versioni. Dal momento che, per soddisfare tutte le loro necessità, le imprese devono acquisire diversi software certificati Red Hat, le molte soluzioni opzionali disponibili saranno presto completate da new entry (un server per applicazioni basato su Jonas di Objectweb, utility per la sicurezza, ecc.).
A differenza dei suoi concorrenti che operano su software proprietari, Red Hat si accontenta di guadagnare dal package dei software gratuiti e dal supporto tecnico offerto. Da quando è riuscita a imporre il suo Enterprise Server come la sola distribuzione Linux proposta, in alternativa a Windows, sui server IBM, HP, Dell, ecc., ha anche stretto alleanze con IBM, Oracle, Veritas e molte altre software house indipendenti. Dispone, inoltre, di un programma di rilascio di attestati e di una rivista, "Red Hat Magazine". Insomma, la strategia di business funziona alla perfezione. E senza l'acquisto di Suse (numero due dopo Mandrake) da parte di Novell, Red Hat sarebbe quasi solo, in situazione di monopolio quindi, sul mercato open source.
La voglia di affermazione di Red Hat sembra senza limiti. La società ha da poco emesso un prestito obbligazionario convertibile in azioni dell'importo di 400 milioni di dollari. Obiettivo: finanziare il suo sviluppo internazionale e, soprattutto, darsi i mezzi per acquisire specialisti le cui tecnologie potranno innestarsi nel suo programma open source. Il sogno di Red Hat sembra sulla buona strada per essere realizzato, anche se le lamentele non hanno tardato a farsi sentire: diversi clienti lamentano l'impossibilità di accedere agli aggiornamenti, avendo precedentemente optato per la versione gratuita.

http://www.apogeonline.com/webzine/2004/02/23/05/200402230501

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.: TECNOLOGIA&INTERNET :.
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.: Punto Informatico :.

MICROSOFT: GIU' LE MANI DA QUEL CODICE!
Nel tentativo di proteggere quanto le appartiene, e frenare la fuga del codice rubato di Windows su Internet, il gigante di Redmond diffida i downloader. Ma c'e' chi continua a frugare nel codice URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=47048

RIAA DENUNCIATA: E' UN RACKET
Una degli utenti colpiti dalle major reagisce contro-denunciando: sostiene che minacciare un procedimento che puo' essere evitato solo pagando e' una tattica tipica del crimine organizzato. Si parla di estorsione URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=47056

MICROSOFT, SOFTWARE GRATIS ALLE SCUOLE
Su tutti i PC ricevuti in donazione dagli istituti italiani, Microsoft propone di installare gratuitamente le proprie piattaforme. E di coprire con licenza i software che eventualmente ne siano privi URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=47054

RFID, I PIU' AMATI DALL'EUROPA
Ne parla una ricerca di una societa' del settore, secondo cui quest'anno un alto numero di grandi player della produzione e distribuzione europei eseguira' sperimentazioni con i radiochip che si
apprestano a dilagare URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=47053

EITO: L'ICT EUROPEO RICOMINCIA A CRESCERE
Il piu' importante osservatorio sul mercato continentale traccia uno scenario che induce all'ottimismo. A trainare sono lo sviluppo delle nuove tecnologie e la diffusione della banda larga. E l'Italia non e' il fanalino di coda URL:
http://punto-informatico.it/pi.asp?i=47040

LA DATA RETENTION E' LEGGE
Il provvedimento, che si ccupa anche dei tribunali delle acque, stabilisce che provider e operatori telefonici conservino i dati per 24 mesi, molto meno di quanto previsto in origine
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=47032

RIAA DENUNCIA 531 UTENTI INTERNET
Sono colpevoli a suo dire di aver usato i network peer-to-peer per condividere materiali protetti. Per sapere i nomi ha denunciato ignoti. Saranno i giudici a chiedere i nomi ai provider URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=47037

DIRETTIVA ANTIPIRATI, SALE LA PREOCCUPAZIONE
L'allarme lo ha rilanciato IP Justice, che teme gli scopi della proposta direttiva sul copyright, che potrebbe dare spazio ad una nuova campagna di repressione non solo contro i pirati ma anche contro gli utenti internet. I dettagli URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46991

ARRESTATA LA VIRUS WRITER GIGABYTE
La giovane smanettona che aveva creato un paio di worm e li aveva pubblicati con enfasi su web e' stata arrestata dalla polizia belga con l'accusa che stava per rilasciare nuovi virus sul proprio sito URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46996

FERMATO CRACKER ANTI-MILITARISTA
Succede in Scozia, dove un uomo di 29anni e' stato arrestato e interrogato dopo una incursione su un server militare, dove 150mila uomini e donne si tengono in contatto, con tutti i loro dati URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46995

RAYMOND: SUN LIBERI IL CODICE DI JAVA
Replicando ad una recente dichiarazione del boss di Sun, Raymond sostiene che l'open source potra' essere amico di Sun solo se spezzera' i lucchetti che imprigionano il codice di Java URL:
http://punto-informatico.it/pi.asp?i=47000

LINUX E PA, TEORIA FRANCESE E PRATICA TEDESCA
Il Governo di Parigi sembra pronto a passare dalla teoria alla pratica dando il via ad una graduale migrazione verso il software open source. Una migrazione che in Baviera incontra qualche ostacolo. Ecco perche' URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46944

STANCA: HABEMUS E-FAMILY
La conversione degli italiani in e-umani procede speditamente secondo il ministro all'Innovazione. Agli italiani della nuova era il PC piace piu' della Televisione: il grande salto evolutivo e' ormai dietro l'angolo URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46932

MICROSOFT COPRE UN BUCO RILEVANTE
Fra le patch dell'ultimo bollettino mensile di sicurezza ce n'e' una che risolve una vulnerabilita' piuttosto seria, che mette a rischio la sicurezza di molti sistemi Windows. Tappato anche uno spiffero in WINS e WinMediaPlayer URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46924

CYBERCOP ITALIANI FERMANO FUGA DI NOTIZIE
La grave fuga di notizie su internet che riguardava i finanziatori di Al-Qaeda e' stata fermata intervenendo su decine di siti nazionali e internazionali. Individuata anche la fonte delle indiscrezioni URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46933

ENKEYWEBSITE, I MOTIVI DEL SEQUESTRO
La Guardia di Finanza conferma che l'operazione si deve alla denuncia sporta da un'azienda nei confronti dei gestori del sito finito sotto sequestro. Nessun accanimento sugli altri utenti del sito. Link sotto accusa URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46911

GLI RFID ENTRANO NEI KIT MANGIADATI
Anche in Italia si prepara il terreno all'uso dei chip a radiofrequenza nell'ambito dei sistemi avanzati di raccolta delle informazioni. Tra reti neurali e analisi automatica dei dati URL:
http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46913

BSA: DISINTOSSICATEVI DALLA PIRATERIA
Questo il messaggio alle imprese che, per ora, e' stato trasmesso da BSA Europe alle societa' britanniche. Missione: sensibilizzare sul problema del software usato illegalmente e spingere per la messa in regola URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46915

MOZILLA FIREBIRD S'AGGIORNA E CAMBIA NOME
Dopo quasi quattro mesi di sviluppo, il fratellino di Mozilla spicca un nuovo balzo raggiungendo la release 0.8, molto vicino all'agognata maturita'. Aggiornato anche il client e-mail Thunderbird URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46884

STANCA: DISTRUGGIAMO I DOCUMENTI CARTACEI
I sistemi di archiviazione digitale stanno mandando in pensione tonnellate di documenti cartacei ormai inutili grazie, soprattutto, a nuove norme. Ecco come il ministero all'Innovazione racconta l'epocale trasformazione URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46893

OPEN SOURCE, RAPPORTO SULL'ITALIA
Lo preparano gli esperti di Ware.it che lo presenteranno a Roma il 25 febbraio. Le competenze e le imprese focalizzate sul software a codice aperto si moltiplicano sul territorio mentre cresce anche il mercato di riferimento URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46896

EDONKEY, SEQUESTRATO SITO ITALIANO
Chiuso uno dei siti di riferimento per gli utenti della piattaforma peer-to-peer eDonkey. Il sequestro del sito, attribuito a violazione delle leggi sul diritto d'autore, sta suscitando enorme sensazione in rete URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46869

TOBLO'G/ CHI HA INVITATO L'ORKUT CATTIVO?
di Vittorio Bertola - Ecco come nasce un network per la socialita', capace di portare ad una schedatura di massa in cui confluiscono la rete di relazioni dell'individuo, i suoi interessi e i dati personali URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46868

IL PENTAGONO CANCELLA IL VOTO ELETTRONICO
Il sistemone che avrebbe dovuto consentire la partecipazione al voto via internet di 100mila americani all'estero non convince. Nonostante gli interessi in gioco, la Difesa USA decide di lasciar perdere URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46873

.: ZeusNews :.

RESO ILLEGALMENTE PUBBLICO IL SORGENTE DI WINDOWS
Microsoft ha confermato: parti del codice sorgente di Windows 2000 e Windows NT 4 sono liberamente in giro per Internet.
>> di Paolo Attivissimo
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=2866

.: Mytech :.

MI (RI)PRESENTO, IL MIO NOME È LIN---S
L'agguerrita Lindows.com di Michael Robertson non si dà per vinta: dopo l'adozione del filesharing e risultati incoraggianti sul versante legale negli Usa, ha ideato un nuovo ironico escamotage per continuare l'offensiva sul territorio europeo.
http://www.mytech.it/mytech/computer/art006010051397.jsp
di Nicola D'Agostino

DO-RE-MI-FA-WEB
Musica on line batte Cd: ed è tutto legale Dopo le major arrivano le etichette open source
http://www.mytech.it/mytech/internet/art006010051445.jsp
di Nicola Battista - 20/2/2004

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.: NEWS DALL'ASSOCIAZIONE :.
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Ogni lunedì sera la sede dell'associazione resterà aperta dalle ore 21,00 per incontrarsi, conoscersi, discutere, smanettare. Per chi vuole passare un po' di tempo con noi, l'appuntamento è in via Nazionale Adriatica Nord, 92 - Pescara Riferimenti utili alla pagina
http://metro.olografix.org/sede.html

Associazione Culturale Telematica
"Metro Olografix"
http://www.olografix.org
info@olografix.org

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.: CREDITS :.
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a cura di Loris "snail" D'Emilio
http://www.olografix.org/loris/

Hanno collaborato a questo numero:
Nicola "nezmar" D'Agostino
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