L’abusivismo per il MUOS non sussiste
Antonio Mazzeo nel libro “Il MUOStro di Niscemi. Per le guerre globali del XXI secolo”, in un brano ripubblicato su facebook nelle ore precedenti la sentenza, aveva riportato i dettagli della costruzione. Contrada Ulmo, dove ormai sorge il sistema satellitare, venne definita dal giornalista un girone infernale. Un’installazione realizzata “in spregio alle leggi e al senso comune. Per insediare il cantiere è stata sventrata una collina, mentre i terreni contigui si presentano irrimediabilmente deturpati dal transito dei mezzi pesanti, ruspe, betoniere, camion”. Una “gravissima manomissione ambientale” per il responsabile del Centro di Educazione Ambientale locale Salvatore Zafarana.
Ma la sentenza ha assolto totalmente gli imputati e definito, in sostanza, non abusivo il sistema satellitare. Siamo nella sughereta di Niscemi, è una riserva naturale dove non si potrebbe costruire nulla. Ma l’esercito USA può. Una questione sollevata anche dalle Mamme No Muos. “Non ce l'aspettavamo - spiega Samantha Cinnirella del movimento a Meridionews - dire che il fatto non sussiste è offensivo per chi ha lottato nella legalità. Siamo demoralizzati, perché speravamo che questa sentenza potesse essere occasione di rilancio della battaglia. Viviamo in un paese dove viene vietato di allargare di un metro il balcone di casa, ma è consentito costruire un sistema di guerra in una zona protetta”. A poche ore dalla sentenza, alle 17, le Mamme No Muos hanno indetto un presidio per protestare contro la sentenza davanti il tribunale. Secondo il Coordinamento regionale dei comitati NOMUOS “al di là delle motivazioni espresse dal giudice, è innegabile che l'assoluzione degli imputati di fronte all'abusivismo conclamato dell'impianto è inaccettabile”. “La lotta – scrivono gli attivisti - continuerà ancora più forte contro le logiche di morte e di devastazione” rilanciando con primi appuntamenti il 19 maggio a Ragusa, a fine giugno a Caltagirone e ad agosto con un nuovo campeggio a Niscemi.
L’Associazione Antimafie Rita Atria ha ringraziato per l’impegno in questi anni la vicepresidente Nadia Furnari, l’Avvocato Goffredo D’Antona e gli altri avvocati del Movimento No Muos, ha ritenuto di non rilasciare dichiarazioni di commento “riservandosi di farlo dopo che il giudice depositerà le motivazioni”. Per l’associazione è una “sentenza dal sapore amaro” e “la lotta non si ferma perché non abbiamo mai associato la giustizia e la verità alle sedi processuali. I tribunali sono strumenti per raggiungerla ma in questo Paese la storia dice che non sempre tribunali e giustizia vanno di pari passo”.
Ma il fronte giudiziario, al di là di possibili ricorsi, non è comunque chiuso. Il 4 aprile un secondo processo si è aperto, sempre a Caltagirone. Imputati Adriana Parisi della Lageco, una delle società dell'Associazione temporanea d'imprese Team Muos Niscemi, il direttore dei lavori Giuseppe Leonardi, e l'imprenditrice Maria Rita Condorello, della Cr Impianti. Dall’inchiesta è stata stralciata la posizione di Mark Gelsinger, cittadino statunitense nei confronti del quale dovrebbero procedere i tribunali d’Oltreoceano. Questo procedimento è stato aggiornato al 18 aprile e, su richiesta dell’Avv. Goffredo D’Antona che rappresenta l’Associazione Antimafie Rita Atria, saranno convocati anche gli ex presidenti della Regione Sicilia Lombardo e Crocetta.
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