“Riesumate la salma di mio figlio”. Troppi misteri sulla morte di un soldato
Da dieci anni viaggia su e giù per l’Italia, da Fragagnano, nelle profonde Puglie, a Pesaro e ovunque ritenga possa essere utile per chiedere giustizia. Aveva un’impresa e l’ha venduta, ora è disoccupato e spiega di avere anche difficoltà a tirare avanti, ma non s’arrende e continua a chiedere giustizia. Per farlo, è anche disposto, e lo ha fatto, a chiedere la riesumazione della salma del figlio Lorenzo, a ormai dieci anni dalla morte. Non tutti lo farebbero. Lui lo ha fatto.
Lo chiede, se è il caso alzando timidamente la voce, che arriva dal profondo dell’anima. Lui è Francesco Miccoli, anzi Miccoli Francesco, come si presenta e come è scritto nella prima pagina dell’atto di denuncia-querela e contestuale istanza di riapertura di indagini ai sensi dell’articolo 414 del codice di procedura penale. Un atto presentato ieri mattina alla Procura della Repubblica di Pesaro, nella speranza che possa essere accolto per “fare giustizia”. Lorenzo Miccoli è morto a Pesaro, il 2 marzo 1995. Era arrivato in città il 12 luglio 1994 per prestare servizio militare di leva presso il 28° Reggimento fanteria “Pavia”, nella caserma Cialdini. Il 6 febbraio 1995 il giovane veniva ricoverato nell’ospedale San Salvatore per “sospetta anemia”. In realtà aveva una “leucemia acuta linfoblastica di tipo Pre - B”.
Francesco Miccoli racconta con voce bassa e grande tensione morale che la morte di Lorenzo non è dipesa da quella leucemia.
Per questo, sostenuto dall’avvocato Francesca Conte, che ha eletto suo domicilio presso lo studio dell’avvocato pesarese Roberto Brunelli, chiede che la Procura riapra l’inchiesta.
“Dopo dieci anni sono riuscito a trovare un perito, professore all’Università di Bari, che sostiene che anche fra un secolo è possibile fare analisi tossicologiche e riscontrare se nel corpo del povero Lorenzo ci siano tracce di farmaci che ne avrebbero provocato la morte, come sostenuto a suo tempo da due periti dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, che hanno sottoscritto che il povero Lorenzo è morto, appunto, causa farmaci o infezione virale...”.
Da dieci anni la famiglia Miccoli è alla ricerca della verità.
“Ma adesso, dopo la sentenza della Corte d’appello di Ancona che ha condannato il professor Guido Lucarelli, primario del reparto dove venne ricoverato Lorenzo, sono fiducioso che la magistratura dica sì alla riapertura delle indagini. E’ la sola ragione di vita che accompagna i miei giorni e quelli della mia famiglia. Spero che la Procura di Pesaro dia una svolta. Per questo sollecito la riesumazione del corpo di mio figlio”.
L.M. - 21/7/2004
Nuove ipotesi sulla morte di Lorenzo Miccoli
http://ilmessaggero.caltanet.it/view.php?data=20040721&ediz=14_PESARO&npag=33&file=C.xml&type=STANDARD
L' Angesol (Associazione nazionale genitori dei soldati) chiede giustizia
http://www.smilecity.it/article.php?sid=468
Il sito di Lorenzo Miccoli (in fase di realizzazione)
http://www.laveritadelsoldatolorenzomiccoli.it
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