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Michael Crichton: “Paura del clima?…Macchè, degli ecoterroristi semmai!”

25 maggio 2005
Pepi Katona (p.katona@reporterassociati.org)

Milano, 25 Maggio 2005. Lezione al Museo. Finalmente possiamo dormire sonni tranquilli e mettere a tacere le nostre insensate coscienze ecologiste. Michael Crichton ci ha spiegato come stanno le cose. Sì, proprio lui, quello che ci ha tenuto sulla corda per anni con storie ad altissima tensione, catastrofi naturali e biotech (1), quello che è stato definito il “maestro del techno-thriller”, è finalmente venuto a Milano a darci una lezione. Non di scrittura creativa, ma di climatologia...

Forte dei suoi due metri e rotti (2) di statura, ha guardato dall’alto in basso tutti noi curiosi che siamo accorsi al Museo della Scienza e della Tecnica martedì sera e ci ha illuminato sulla nostra immensa ingenuità. Con piglio professorale e astuzie da regista cinematografico, ci ha svelato che per tutti questi anni ci siamo bevuti la teoria del surriscaldamento globale come se fosse una realtà appurata, mentre in realtà è appurato che era soltanto una fantasia, anzi, una fregatura propinataci dalla struttura politico-legale-mediatica che controlla le masse.

Il bigino

Eravate distratti anche martedì? Niente paura, da venerdì è in vendita il bigino, si chiama Stato di Paura ed è - rullo di tamburo - ebbene sì, è un romanzo didattico. Strano? Ma no! È un’opera di fantasia che si propone anche come fonte di informazioni attendibili, perché “i riferimenti a persone, istituzioni e organizzazioni reali nelle note a piè di pagina sono accurati. Le note riportano dati autentici.” (3) Già. Perché il famoso romanziere-sceneggiatore-regista-produttore cinematografico, spinto da un’improvvisa pulsione messianica, si è armato di eroica e solitaria costanza; ha indossato la corazza delle sue lauree all’Università di Harvard, in antropologia e medicina, che gli hanno insegnato a procedere con vero metodo scientifico; ha passato tre anni a leggere studi e dati statistici sui cambiamenti climatici e finalmente ha scoperto la verità.

Il metodo scientifico

Udite udite: tutti gli scienziati del mondo si sono dimenticati del metodo scientifico e abusano del concetto di “consenso”, che è “materia politica e non scientifica” per spacciare per certezze ipotesi campate in aria (4). Ma forse qualche eccezione c’è. Tra le fonti di Crichton compaiono scienziati impeccabili come Lomborg (5) (e leggetele, le note, comprese quelle in calce a questo articolo!) In ogni caso non valeva la pena di consultare nessun climatologo per scrivere il libro, perché si sa che sono tutti politicizzati e “fin troppo consapevoli di coloro per i quali stanno lavorando” (6).

E poi si tratta soltanto di temperature, non ci vuole una scienza per leggere un termometro. Crichton ce lo ha spiegato martedì. Ci ha mostrato i grafici delle misurazioni fatte in diverse località del mondo. Ci ha svelato che sono stati modificati per mettere in evidenza il recente aumento delle temperature a scapito degli anni caldi dell’Ottocento. Si è fatto due risate e ha scosso la testa con aria di sufficienza. Perché ci dicono che il pianeta si sta scaldando e per questo farà più freddo. Perché ci dicono che i ghiacciai si sciolgono e il livello degli oceani sale e invece molti ghiacciai del pianeta si ispessiscono.

La missione

Fatte queste scoperte che cosa poteva fare Crichton? Scrivere un saggio sul clima per dimostrare che gli eventi estremi non sono in aumento, che se fa più freddo non può fare più caldo? Già, e poi magari provare a pubblicarlo su una rivista scientifica, di quelle che prevedono una peer review? Ma chi potrebbe mai essere suo pari nell’interpretare i dati scientifici e giungere a una conclusione veramente disinteressata? Solo una voce super partes può valutare la realtà delle conoscenze scientifiche in un mondo in cui “i finanziamenti della ricerca sono sempre a scadenza e condizionati” e “tutti hanno un ordine del giorno da rispettare, tranne me.” (7) Perciò, senza altra motivazione che quella di condividere la verità con il maggior numero possibile di persone, il nostro eroe ha scritto un romanzo, il modo migliore per decondizionare noi, povere vittime della falsa paura del surriscaldamento globale.

E guarda caso, scrivere romanzi e sceneggiature è anche il suo mestiere. La differenza è che questa volta ha voluto palesare l’utilizzo dell’intrattenimento come veicolo didattico. Che c’è di meglio di una parabola per demolire le false credenze diffuse da mezzi di comunicazione inattendibili e dare qualche ragguaglio a chi magari è un po’ sprovveduto?

Teorie autorevoli

A colpi di note a piè di pagina, Crichton ci suggerisce che ci possiamo fidare e crea un’aura di autorevolezza attorno alle parole dei suoi personaggi. Che però sono anche liberi di spararla grossa quando torna utile a lui. Così Kenner (8), professore del MIT e superagente segreto, può snocciolare perle di saggezza e competenza scientifica: “Nessuno sa esattamente perché, ma ogni centomila anni il ghiaccio ricopre il nostro pianeta, con piccole avanzate ogni ventimila anni o giù di lì. L’ultima avanzata è stata ventimila anni fa, quindi la prossima è imminente.” (9)

E il sociologo Hoffman può sciorinare a ruota libera teorie sulla struttura politico-legale-mediatica che ci controlla tutti. “Sta dicendo che l’emergenza ambientale ha preso il posto della Guerra Fredda?” gli chiede l’ingenuo avvocato ambientalista Evans. “È un dato di fatto” (10), risponde Hoffman, tanto non è tenuto a dimostrarlo, perché è soltanto il personaggio di un romanzo. Nessun problema, c’è libertà di stampa e “non c’è alcun limite alla diffusione delle paure…” come dice appunto il personaggio di Crichton.

Le fonti

Per fortuna questo romanzo è nobilitato da una bibliografia di 21 pagine, che stimola all’approfondimento. Speriamo davvero che i lettori italiani non si fermino alle 650 pagine di risposte preconfezionate sotto forma di avventura, ma si precipitino in biblioteca a milioni, a cercare testi di Peter Huber, Allan Freeze, Aaron Wildavsky, numeri di Science del 1971, ecc. Potrebbe anche essere utile farsi un giro su http://www.nimbus.it/clima/clima.htm, http://www.realclimate.org  e http://www.metoffice.com/research/hadleycentre/  

Complotti avvincenti

Come direbbero oltre oceano, però, “everyone loves a good conspiracy”. Le storie di complotti ai danni delle masse ignare sono più affascinanti dei trattati scientifici. E allora lasciamoci incantare da Crichton, per scoprire che ci hanno buggerato, perché ci hanno fatto credere che era il complesso militare-industriale a volerci soggiogare mediante la paura, ma in realtà quello che ci frega è la paura degli sconvolgimenti ambientali… In realtà gli eventi estremi li causano ecoterroristi muniti di tecnologie superavanzate per il controllo del clima. Tentano addirittura di causare uno tsunami (tanto la gente è stupida e attribuirebbe qualsiasi genere di catastrofe ai cambiamenti climatici).

Questi terroristi dispongono di tecnologie sviluppate dall’industria militare, ma sono al soldo delle grandi associazioni ambientaliste, che cercano disperatamente di giustificare la loro esistenza e raccogliere fondi. Perché il surriscaldamento globale non esiste (come dimostrano le note a piè di pagina), è soltanto il nuovo strumento di controllo escogitato dal potere. (Secondo alcuni esperti, i cambiamenti climatici e perfino terremoti e tsunami potrebbero essere provocati dalle tecnologie militari che il Pentagono sta sperimentando in Groenlandia: si veda l’articolo contenuto in pagina Approfondimenti all’indirizzo http://www.e-gazette.it/approfondimenti/ap538.htm).

E allora?

Io a questo punto mi sono un po’ perso. Sarà che sono ancora più ingenuo dell’avvocato Evans. (11) “Scusi professore”, vorrei dire a Crichton, “non mi risulta che gli ambientalisti siano al potere. È vero, abbiamo paura della catastrofe climatica, ma mi pare che governi e media insistano molto di più sul terrorismo. In quanto agli avvocati, non so che dire, forse in Italia siamo rimasti indietro. E poi lei non voleva liberarci dallo Stato di paura in cui ci hanno confinato? E invece si mette a parlare di terrorismo anche lei. E l’Onu e l’Ipcc? Ha detto che ci hanno raccontato un sacco di fandonie. Sono loro che ci vogliono controllare, allora? Sono loro che mandano gli ecoterroristi a staccare gli iceberg in Antartide?”

Niente paura, Crichton non ci abbandona in questo stato confusionale. La banda di ecoterroristi viene sgominata. L’attore ambientalista stupido e ipocrita che dice di amare la natura incontaminata viene fagocitato dai selvaggi delle isole Salomone, tanto per mettere in chiaro che “la civilizzazione ci protegge dalla natura”, violenta e crudele. (12) (E noi, poveri illusi, pensavamo che ormai questa visione l’avessero superata anche i dinosauri).

L’avvocato ambientalista ingenuo sopravvive per un soffio ad almeno tre atti di ecoterrorismo e impara che il vero pericolo non è il cambiamento climatico, ma l’assolutismo degli ambientalisti. Che sono rimasti indietro agli anni ’70, non hanno assimilato le più recenti evoluzioni della scienza, come lo studio dei sistemi complessi, la teoria del caos, ecc.

Il messaggio dell’autore

Ora che il protagonista si è riordinato un po’ le idee, arriva il messaggio dell’autore per mettere a punto le nostre. In breve, le teorie politicizzate degli scienziati sono pericolose, come l’eugenetica. Invece di spendere soldi per problemi inventati, bisognerebbe affrontare i problemi reali, come la povertà e le malattie nei Paesi del terzo mondo. (13) Viene da chiedere a Crichton dove ha trascorso gli ultimi dieci anni, che hanno visto una crescente integrazione delle cause ambientali e sociali da parte di organizzazioni e movimenti “ambientalisti”. E perché non si possa ipotizzare di spendere di più sia per l’ambiente che per i problemi sociali e di meno in armamenti e missioni spaziali. Ma la risposta sarebbe scontata: è colpa dei terroristi. Leggiamo oltre: “Il livello di anidride carbonica nell’atmosfera sta aumentando, e l’attività umana ne è la causa più probabile.”

(14) Ma è la stessa cosa che dicono quelli dell’Ipcc! Cos’è, loro non possono formulare ipotesi informate perché sono scienziati, ma lei sì, perché è un regista di Hollywood? “Non c’è alcuna prova che la mia opinione sullo stato futuro del mondo sia migliore o peggiore di quella di chiunque altro.” (15) Ma se ha preparato grafici e diapositive per dimostrarci che lei la sapeva più lunga e che è essenziale attenersi a un metodo scientifico? Ha anche detto: “I dati non sono politici. I dati sono dati. La politica conduce a credenze. I dati, se vengono seguiti, conducono alla verità.” (16)

Non era lei che dispensava verità, che sapeva interpretare i dati in modo oggettivo? “È troppo poco ciò che conosciamo dei vari aspetti dell’ambiente, dalla sua storia passata al suo stato presente, per sapere come conservarlo e proteggerlo. In ogni dibattito, la nostra conoscenza acquisita e il suo livello di certezza vengono sopraffatti su tutti i fronti.” (17) Siamo d’accordo, allora. Non ci sono certezze assolute, ma ci sono dati da interpretare.

Be’, signor Crichton, con tutto il rispetto, se devo ricorrere all’aiuto di qualcuno per interpretare una montagna di dati scientifici e statistici sul clima, forse è meglio che io continui a leggere quello che scrivono i climatologi. D’altra parte, lei andrebbe da un meteorologo per una diagnosi medica?

Note: [Per “E-gazette” e “Reporter Associati”]

(1) È lui che ci ha terrorizzato con Jurassic Park, la storia dei dinosauri ricreati con il Dna estratto da una zanzara intrappolata nell’ambra, ci ha impressionato con la virulenza di Andromeda e la forza devastante di Twister, ci ha fatto venire persino la psicosi di essere violentati da una donna bellissima e poi accusati di molestie… e mi fermo qui, perché non mi ricordo gli innumerevoli romanzi, le sceneggiature e i film che ha diretto per Hollywood. Lo so, ho fornito dati incompleti e approssimativi, ma spero che non me ne voglia, prof., d’altra parte non sono né uno scienziato, né un esperto di cinema e letteratura. Perché mi giustifico? Continuate a leggere l’articolo, per favore.
(2) Ammetto che non ho avuto la possibilità di misurarlo e poi si sa che i giornalisti tendono sempre a esagerare. Speriamo che il professore non mi rimandi a Norimberga. (Vedere Crichton, Stato di Paura, Garzanti, Milano, 2005, p. 527: “Se non si può strillare ‘Al fuoco’ in un teatro affollato quando il fuoco non c’è, perché si può strillare ‘Cancro!’ sulle pagine del ‘New Yorker’ senza alcuna fondatezza?” […] “Abbiamo speso più di venticinque miliardi di dollari per spazzare via il falso ritornello del cancro provocato dalle linee dell’alta tensione […] li abbiamo buttati in una panzana pubblicata su una rivista tenuta in grande considerazione dai suoi lettori” […] In un altro mondo, sarebbe stato uno spreco criminoso. Ci si potrebbe facilmente immaginare un altro processo di Norimberga.”)
(3) Crichton, Ibid., p. 8.
(4) Durante la sua presentazione al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, Crichton ha affermato che quando si sente parlare del consenso degli scienziati, è meglio controllare se si ha ancora il portafoglio, perché stanno tentando di fregarci. Un estratto del suo discorso è comparso su La Repubblica del 10/05/05.
(5) Autore de L’ambientalista scettico. Non è vero che la Terra è in pericolo, Mondadori, Milano, 2003. A tale proposito vedere A. Cianciullo, Il grande caldo, Ponte alle Grazie, Milano, 2004, p. 57, nota a piè di pagina (ce le ha messe anche lui, ma il suo è un saggio vero, di sole 169 pp.): “Le numerose proteste seguite all’uscita del libro hanno spinto il Comitato scientifico danese sulla disonestà scientifica a riunirsi per esaminare il caso. Il Comitato ha concluso l’analisi affermando che il libro di Lomborg è stato scritto “chiaramente in violazione delle norme per il buon lavoro scientifico”. Ma certo, quell’analisi era un complotto degli ecoterroristi (questo non lo dice Cianciullo – e nemmeno io).
(5/b) Alla fine del "processo" Lomborg è stato "assolto". http://www.lomborg.com/files/Scientific%20Dishonesty%20case%20closed%20-%20Lomborg%20cleared.pdf . Nota aggiunta dalla redazione dopo la pubblicazione dell'articolo su segnalazione del lettore F.R.
(6) Crichton, Ibid., nel “Messaggio dell’autore”, p. 655.
(7) Crichton, Ibid., nel “Messaggio dell’autore”, p. 655.
(8) In tedesco Kenner significa ‘il conoscitore, l’esperto’. Nel romanzo si propone come una voce autorevole in campo scientifico. Il personaggio che Crichton utilizza per esprimere le sue teorie di tipo antropologico e sociale si chiama Hoffman, come dire ‘l’uomo della speranza’.
(9) Crichton, Ibid., p. 644.
(10) Crichton, Ibid., p. 527.
(11) Personaggio del libro, che funge da alter ego del lettore quale destinatario degli “insegnamenti” di altri personaggi più ‘informati’: Kenner, Hoffman e Jennifer.
(12) Crichton, Ibid., p. 604.
(13) Vedere Crichton, Ibid., p. 527, p. 656 e l’estratto del discorso di Crichton pubblicato da Repubblica il 10/05/05.
(14) Crichton, Ibid., p. 651.
(15) Crichton, Ibid., p. 652.
(16) Durante il discorso al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, 10/05/05. (17) Crichton, Ibid., p. 651.
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