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L´Apocalisse che verrà

Lo scenario migliore prospettato dagli esperti di climatologia prevede che il livello dei mari salga di 60 centimetri entro il 2100, ma se dovesse sciogliersi anche solo lo strato di ghiaccio dell´Antartico occidentale esso provocherebbe un innalzamento di 6 metri.
25 aprile 2006
Nicholas D. Kristof
Fonte: www.www.repubblica.it
19.04.06

È una notte buia e tempestosa e nelle profondità oceaniche il fondale melmoso inizia a muoversi. Calamari giganti fuggono in preda al terrore non appena le riserve di metano congelate in fondo all´oceano iniziano a sciogliersi, rilasciando bolle che salgono a galla. Ben presto la superficie dell´oceano ribolle ed erutta gas alla stregua di un miliardo di neonati ipernutriti, alterando la composizione della nostra atmosfera. Si tratta della scena di un nuovo film dell´orrore che sto concependo con la fantasia: si intitola "Killer Ocean", l´oceano che uccide. Spero che possa essere proiettato alla Casa Bianca e al Congresso, perché illustra uno dei modi più stravaganti e spaventosi col quale il riscaldamento terrestre potrebbe sconvolgere il nostro pianeta, un fenomeno che gli scienziati hanno denominato "l´eruzione di metano". Poiché il presidente Bush non tiene in alcun conto i rischi normalmente associati al cambiamento del clima – per esempio la prospettiva che noi qui a Manhattan si possa finire ad inabissarci nell´Atlantico almeno fino al ginocchio – proviamo un po´ a seminare il panico.

Il metano è un gas ad effetto serra 20 volte più potente dell´anidride carbonica. Migliaia di megatonnellate di metano, pari al quantitativo complessivo di carbone presente al mondo, giacciono negli abissi oceanici sotto forma di solidi simili al ghiaccio, detti idrati di metano. La domanda che dobbiamo porci è se il riscaldamento globale – negli ultimi 30 anni le temperature sono aumentate mediamente di un grado Fahrenheit – non finirà con lo scongelare alcuni di questi idrati di metano. Se così dovesse accadere, il metano potrebbe essere rilasciato in una sorta di gargantuesco rutto oceanico. Una volta arrivato nell´atmosfera, il metano accelererebbe l´effetto serra e riscalderebbe ancora di più la Terra, facendo al contempo salire il livello degli oceani. "Lo scenario più interessante per un film catastrofico vedrebbe il rilascio di una quantità di metano sufficiente a modificare in modo significativo la concentrazione atmosferica", suggerisce l´eccellente dissertazione sugli idrati di metano effettuata da alcuni studiosi su www.realclimate.org. Uno dei motivi di preoccupazione legati a una apocalissi da idrati di metano è il fatto che una cosa del genere può essersi verificata più volte in passato. Per esempio, 251 milioni di anni fa ebbe luogo una catastrofe nota con il nome di Estinzione del Permiano che fu lì lì per provocare la scomparsa di ogni forma di vita dalla faccia della Terra. Nessuno sa con certezza che cosa abbia causato l´Estinzione del Permiano, ma una delle teorie in grado di spiegarla è quella relativa alle eruzioni di metano. Poiché sto cercando di seminare il panico, occorre ricordare che 55 milioni di anni fa vi fu anche un riscaldamento terrestre, fenomeno meglio compreso e noto con il nome di Massimo Termico del Paleocene-Eocene, detto anche Petm (Paleocene-Eocene Thermal Maximum). In quel periodo le temperature salirono di 10 gradi Fahrenheit ai tropici e di circa 15 nelle regioni polari. Molti scienziati ritengono che possa essere stato provocato dallo scioglimento degli idrati di metano. "L´episodio del Petm verificatosi 55 milioni di anni fa è con ogni probabilità l´esempio più verosimile dell´impatto che potrebbero avere gli idrati di metano, anche se altri episodi del genere di minore entità hanno costellato tutta la storia" afferma Gavin Schmidt, un esperto della Nasa in cambiamenti climatici che pur facendo presenti le incertezze, sottolinea che poiché stiamo probabilmente andando incontro a un clima che la Terra non vedeva da qualche milione di anni, è ragionevole nutrire qualche preoccupazione per gli idrati di metano. È ovvio: in proposito alcuni esperti rivelano scetticismo. Daniel Schrag, geochimico di Harvard, dubita che gli idrati di metano siano i responsabili di quanto accaduto 55 milioni di anni fa. Tanto per cominciare, dice Schrag, la teoria non spiega opportunamente il cambiamento iniziale che portò allo scioglimento degli idrati di metano. Nonostante l´incertezza, ecco un punto che è importante sottolineare: la storia del clima dimostra che esso non si evolve lentamente e armoniosamente, ma cambia in modo improvviso. Ci sono delle soglie massime: se inneschiamo delle reazioni a catena, i nostri leader non potranno pretendere di avere una seconda occasione. Potrebbero far tornare indietro il nostro pianeta di 10 milioni di anni, diciamo. La Casa Bianca si è avvalsa dell´incertezza scientifica per giustificare il proprio immobilismo. Si suppone, però, che i nostri leader debbano saper individuare le politiche più idonee a proteggerci perfino dalle minacce difficili da valutare con precisione. E il cambiamento del clima dovrebbe essere considerato una minaccia più grave di un Iran in possesso di una bomba atomica.

C´è di più: l´incertezza è a doppio taglio. Lo scenario migliore prospettato dagli esperti di climatologia prevede che il livello dei mari salga di 60 centimetri entro il 2100, ma se dovesse sciogliersi anche solo lo strato di ghiaccio dell´Antartico occidentale esso provocherebbe un innalzamento di 6 metri. Francamente, dovrebbero essere i ben noti rischi di innalzamento delle temperature e dei livelli dei mari – più che la preoccupazione di una catastrofica eruzione di metano – a indurci a ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica. Il nostro sistema politico però non pare essere in grado di comprendere le questioni scientifiche come quelle del clima. La nostra sola speranza di un´azione decisa in proposito sarebbe un´iniziativa globale e di vasta portata guidata dagli Usa e finalizzata a ridurre le emissioni di anidride carbonica, ma l´Amministrazione Bush a questo proposito ha già passato la palla. La migliore delle ragioni per agire in relazione al riscaldamento globale resta l´imperativo di fondo di salvaguardare e proteggere il nostro pianeta nei confronti delle incertezze e i nostri leader stanno miseramente fallendo in tale responsabilità. Se per concentrarci e deciderci ad agire di conseguenza ci occorre un´apocalisse, allora basta immaginare i nostri discendenti, seduti in cima al monte Ararat accanto all´Arca, che ci maledicono per aver scatenato un´eruzione di metano.

Note: Traduzione di Anna Bissanti
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