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È possibile (e auspicabile) un futuro senza petrolio, carbone, nucleare? Il confronto tra Chicco Testa, Wolfgang Sachs ed Edoardo Zanchini

Energie dell'altro secolo

Il primo dei dibattiti si è incentrato sulla questione del nucleare come risoluzione possibile e sostenibile all'emergenza energetica globale.
7 dicembre 2007
Maria Giovanna Bolognini
Fonte: La Nuova Ecologia.it

. Tra i sostenitori, Chicco Testa, a capo del Comitato Organizzatore del recentissimo World Energy Council, che al tempo del referendum per il “no” al nucleare voluto fortemente da Legambiente, dell'associazione era Presidente. «La mia opinione è cambiata – ha spiegato Testa – perchè rispetto a vent'anni fa sono cambiati i tempi».

Ovvero, la popolazione mondiale è aumentata in vent'anni di tre miliardi, e di conseguenza si sono accresciuti i consumi; «difficile – ha proseguito Testa – immaginare che si possa far fronte a tali esigenze senza i combustibili fossili e senza il nucleare». Sul fronte del “no” Edoardo Zanchini, responsabile nazionale del settore energia di Legambiente, che ha ribadito la necessità di una politica energetica seria a livello nazionale.

Sulla stessa linea Wolfgang Sachs, direttore del Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy, che ha illustrato le best practices di Paesi europei che negli ultimi anni si sono distinti per l'impegno nel settore delle rinnovabili: «La strada del nucleare è ancora pericolosa come vent'anni fa - ha spiegato Sachs – e inoltre è molto lunga: per costruire un impianto nucleare occorrono dai dieci ai quindici anni.

Un tempo – ha proseguito – che potrebbe essere utilizzato per investire in solare». È la strada intrapresa dalla Germania del cancelliere Merkel: tenuto conto che l'Italia del Nord ha il 40% in più di energia solare disponibile rispetto ai nostri cugini teutonici, e il Sud addirittura l'80%, siamo di fronte, secondo Sachs, a un fallimento colossale del nostro Paese, che ha perso finora il treno degli investimenti in solare, eolico, biomasse. E dalla Conferenza di Bali che si svolge in questi giorni potrebbe arrivare un'azione decisiva: ci si aspetta la definizione di un mandato che prescriva, improrogabilmente, una riduzione del 50% della CO2 a livello globale (tetto che per l'Italia salirebbe all'80%).

Una riduzione che però, ha sottolineato Sachs, deve essere condotta in modo equo: il 25% della produzione di India e Cina è destinata all'occidente, pertanto occorre che Stati Uniti ed Europa si assumano le proprie responsabilità nel quadro della lotta al global warming. Testa ha ribadito che gli stessi Paesi che investono in rinnovabili continuano ad appoggiarsi ai combustibili tradizionali: il 60% dell'energia della Germania viene dal carbone e dal nucleare, e la percentuale sale al 70% nella Danimarca regina dell'eolico.

«Certo – ha replicato Zanchini – ma è anche vero che nessuno ha costretto Francia, Spagna, Germania e Danimarca a invertire la rotta». Una cambio di paradigma attuato attraverso una scelta libera, dunque, sulla strada delle rinnovabili. Una strada che, più di ogni altra cosa, appare responsabile e lungimirante.

Note: È possibile (e auspicabile) un futuro senza petrolio, carbone, nucleare? Il confronto tra Chicco Testa, Wolfgang Sachs ed Edoardo Zanchini
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