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Zincone contro il "bigottismo reazionario"

Ogm ed energia nucleare

7 marzo 2004
Giuliano Zincone


Da Voltaire in poi, l’illuminata civiltà occidentale ha distrutto molte superstizioni, ma continua a fabbricare tabù. E, purtroppo, li esporta. Cioè: infligge alle popolazioni esotiche gli stessi spaventi per le novità che in Europa sono feticci tollerabili, ma che in Etiopia o nel Bangladesh sono fontane di miseria. All’avanguardia di questo bigottismo reazionario, svettano i Movimenti delle sinistre radicali, cioè proprio coloro che, in teoria, dovrebbero battersi per il trionfo d’ogni conquista che prometta benessere al genere umano. Guardiamo da vicino due recenti tabù: gli Organismi geneticamente modificati (Ogm) e le centrali nucleari. 1 Gli Ogm . Venticinque anni fa, il biologo comunista Giorgio Tecce non era ancora rettore della prima università romana, e coltivava un sogno. Regalava ad amici e conoscenti pacchetti di riviste scientifiche, dove si descrivevano miracoli: grazie alle nuove tecnologie, nei deserti potevano nascere carote, granturco, alberi da frutta, spighe, capaci di resistere ai parassiti e ai climi ostili. Il profeta Tecce, forse, era troppo ottimista. Ma il suo disegno era chiaro: eliminare la fame dal mondo, studiando e mettendo in pratica ogni tecnica adatta a questo scopo. Roba artificiale? Ma certo. L’agricoltura è sempre stata una utile violenza dell’uomo sull’impassibile Natura. Ieri con la semina e con l’innesto, con il concime e il verderame, con lo zolfo e la calce. Oggi con tutti gli espedienti e le macchine che ci consentono di triplicare o decuplicare i raccolti. Qualche Ogm fa male alla salute? In questo caso non c’è bisogno di polemiche: gli spacciatori di veleni meritano la galera e i loro prodotti, ovviamente, devono essere banditi. Ma, a quanto pare, non è questo il punto. Gli estremisti si battono contro gli Ogm perché temono che essi arricchiscano le multinazionali che ne detengono i brevetti. Ma allora bisogna sconfiggere l’esosità dei brevetti, invece di rubare la polenta ai poveri. In Italia (forse e se vogliamo) possiamo permetterci il lusso delle mele biologiche. Ma, altrove, c’è gente che muore di fame. Al primo posto c’è il dovere di salvarla. Dopo, molto dopo, può arrivare la critica (l’ostilità, la lotta, la mobilitazione) contro il capitalismo rapace.
2 Le centrali nucleari . Non c’è dubbio: tutto quel che odora d’uranio semina (e raccoglie) terrore, anche se è buffo ricordare che, negli anni Cinquanta, circolava un fumetto comunista per bambini, dove l’eroe era apostolo dell’«atomo per la pace». E, infatti, si chiamava Atomino. Ora il nucleare è il più temuto dei tabù, soprattutto per la sinistra non riformista, che pure rimane ostile al petrolio, al carbone e ad ogni fonte d’energia inquinante. Andrebbero bene il vento e il sole, ma a quanto sembra (per ora) non bastano. Diciamo la verità: i fantasmi nucleari nascono dalla tragedia di Chernobyl (1986), provocata dalla scadente tecnologia sovietica. Fu una vera catastrofe, che provocò massicce evacuazioni, spaventi planetari ed epidemie serie, ma non letali. In quell’esplosione morirono 31 persone, e altre 17 furono uccise dalle conseguenze del disastro. Totale, 48 vittime, fino ad oggi. Troppe, certo. Ma, proprio nei giorni di Chernobyl, il crollo di una diga sterminò duemila persone, nello Sri Lanka. E nel 1984, a Bhopal (India), l’incendio d’una centrale chimica ammazzò 6.954 innocenti. Chi se ne ricorda? Soltanto il nucleare terrorizza ed è tabù. Si capisce che questa paura colpisca un Paese come il nostro, dove il territorio è scarso e (l’eventuale) minaccia sarebbe vicina alle case. Ma perché proibire le centrali ai popoli sprovvisti di risorse, ricchi di spazi sicuri e disperatamente assetati d’energia? La risposta dell’Occidente è serena, come sempre: «Perché essi potrebbero camuffare l’uranio terrorista sotto la coperta dell’atomo alimentare. Perché ci fanno paura, perché (forse) sono Paesi carogne». Ah, ecco. Niente nucleare: per la nostra sicurezza, affermano i padroni del mondo. Niente Ogm: per la salute dei poveri, sospirano gli estremisti flagellanti, che hanno sempre le teste voltate all’indietro. Se gli africani (per esempio) muoiono di fame, si può sempre dar la colpa al defunto colonialismo o alle solite multinazionali. L’importante è avere la coscienza a posto, no?

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