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"Acqua, fonte di vita, e non merce"

In marcia per l'acqua

Nelle strade di San Paolo decine di migliaia di brasiliani
6 aprile 2004
Gabriella Stramaccioni 

padre Julio Lancellotti
Hanno corso, marciato, camminato. In più di 10mila si sono radunati venerdì sera nei pressi della cattedrale di San Paolo del Brasile, da dove è partita la "Corrida par a paz e os direitos", versione brasiliana della "Corsa per la pace e i diritti", organizzata dalle associazioni Libera e Spalla a Spalla in Italia e in varie parti del mondo, Africa, Asia, America Latina. Padre Julio Lancellotti, vicario episcopale del popolo della strada, ha raccolto e rilanciato l'invito che Libera, Spalla a Spalla e la Rete Radié Resch di Quarrata (Pistoia) gli hanno rivolto già un anno fa per far sì che anche la megalopoli brasiliana fosse fra le tappe mondiali di questa lunga manifestazione internazionale.

Un popolo della strada colorato, multiforme, per lo più composto da giovani provenienti da tutte le periferie di San Paolo, ha invaso fin dalle prime ore del mattino lo spazio intorno alla cattedrale. "Acqua, fonte di vita, e non merce" era scritto in bella evidenza sulle t-shirt variopinte che tutti indossavano. L'acqua sempre più emergenza in tanti Paesi del sud del mondo, uno dei numerosi drammi che strozzano il Brasile. Il bacino da Cantareira, nella zona alta della città, contiene attualmente solo il 13% dell'acqua che dovrebbe e quindi a breve il razionamento, che è stato già avviato in molte zone, potrebbe colpire altri 6 milioni di persone. Una bambina, a nome delle tante presenti, ha consegnato al sindaco (del Pt)) di San Paolo, Marta Suplicy, una bottiglia contenente l'acqua che arriva nelle periferie. E' marrone e contiene detriti. Chiede al primo cittadino come sia possibile berla.

Padre Julio Lancellotti apre il lungo corteo con la canzone dedicata all'oro blu. E' un missionario molto determinato quello che si presenta davanti ai nostri occhi nel rivendicare i diritti di un popolo in marcia. Incoraggia i ragazzi, canta, spiega perché siamo tutti lì in questo venerdì particolare. Racconta delle marce per la pace che il 21 marzo ci sono state in tutto il mondo, ci parla di una città dove vi è un tasso di disoccupazione del 20%, e di chi lavora e a fatica riesce ad avere uno stipendio equivalente ai nostri 80 euro. Proprio Lancellotti, infaticabile testimone di una chiesa brasiliana impegnata in prima linea per la pace e la giustizia sociale, ci esprime preoccupazioni per il timore che le grandi aspettative che hanno accompagnato l'ascesa di Lula non riescano a concretizzarsi.

Capiscono, lui e altre figure di spicco della chiesa brasiliana, che Lula all'inizio del suo mandato abbia dovuto lavorare per crearsi una credibilità all'estero, per recuperare il controllo monetario e delle spese, ma ora, nel secondo anno, è necessario guardare all'interno del Paese ed affrontare le problematiche della riforma agraria, la disoccupazione ed il reddito interno. La questione dell'acqua rimane uno dei grandi problemi irrisolti del programma di risanamento. Solo 70mila le cisterne realizzate a fronte del milione che sarebbero necessarie.

La lunga marcia, un serpentone che non passa inosservato neppure negli immensi spazi paulisti, invade il centro e l'arrivo alla cattedrale è una grande festa di canti. Il cardinale Claudio Hummes apre le porte dell'edificio. C'è posto per tutti i partecipanti. Saluta, ringrazia, richiama ad ulteriori impegni.

Un ragazzo gira fra i banchi della grande cattedrale e distribuisce un depliant dal titolo eloquente: "Uma outra periferia è possivel, necessaria e urgente". E' l'invito a partecipare al Forum Sociale che si terrà a San Paolo dal 28 aprile al primo maggio. Il popolo della strada è di nuovo in marcia.

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