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Vandana Shiva:"Occidente incivile"

Vandana Shiva, filosofa e scienziata indiana, ha attaccato i Paesi cosiddetti sviluppati. "Sono i responsabili dell'ecocidio e colpevoli del più brutale gencidio, quello supportato dalla colonizzazione. Imparate dal Sud del mondo"
 
21 luglio 2004
Stella Spinelli
Fonte: www.peacereporter.net
19.07.04

“La civiltà occidentale? Sarebbe una buona idea”. E’ con i concetti di Gandhi che Vandana Shiva, filosofa e scienziata indiana, direttore esecutivo della Research Foundation for Technology, Science and Ecology, e presidente dell’International Commission on the Future of Food and Agricolture, ha argomentato nel suo discorso nella suggestiva cornice della Tenuta di San Rossore durante la quarta edizione del summit mondiale A new global vision, organizzato dalla Regione Toscana. Tema centrale: le mutazioni climatiche. 
Avvolta nel suo sari rosso, ha parlato con forza e ironia, per comunicare un concetto: "Ecocidio è suicidio".
“Questo pianeta ha ricchezza a sufficienza per i bisogni di tutti, ma non ne ha a sufficienza per l’avidità di pochi – ha spiegato citando ancora il Mahatma. Quindi è l’Occidente, il cosiddetto mondo evoluto, a dover cambiare completamente. Quella occidentale non è una civiltà, perché ha sempre usato molto di più di quello che le serviva. E chi si comporta così ruba le risorse, la vita, il futuro al mondo. Invece la terra appartiene a tutte le popolazioni e a tutte le specie viventi. E ciascuna ha diritto alla sua quota.”
“Tanti affermano che il surriscaldamento del globo è causato anche dalla eccessiva crescita demografica. Da qui si deduce che per loro la soluzione sarebbe eliminare la parte del mondo da cui bisogna invece imparare.
Le argomentazioni sulla sovrappopolazione come causa del disastro ambientale portano diritti al genocidio. Come quando la Banca Mondiale, all’inizio della diffusione dell’Aids, disse che sarebbe servito ad attuare il controllo demografico. Ma non sono i bambini del Terzo Mondo a danneggiare l’ambiente. I paesi in via di sviluppo non hanno quasi voce in capitolo nella produzione di anidride carbonica. Non sono le loro economie a provocare le emissioni di Co2 in atmosfera - ha detto – Dell’inquinamento sono responsabili gli ‘schiavi energetici’, quelli che sono considerati i più progrediti. Ma io voglio ribaltare il concetto di progresso: meno combustibili fossili usi, più progredito sei”.

Quindi passa ad attaccare coloro che criticano la Chiesa solo adesso e solo a causa del testardo no del Papa al preservativo. “Adesso tutti che si accaniscono dietro a un piccolo pezzetto di gomma. Allargate la mente. Pensate a quando risale il vero e proprio genocidio della Chiesa. Bastò un’unica bolla papale per dare il via alla colonizzazione selvaggia, al genocidio di milioni di persone e all’ecocidio più spietato. Conquistare le terre divenne un dovere dei popoli così chiamati civilizzati, che avviarono distruzioni e stermini di chi non progrediva secondo la loro logica, semplicemente perché non sfruttavano la terra e la trattavano come una madre. Intere società radicate nella natura sono state viste come arretrate e da eliminare”.
“Una mentalità che è dura a morire – ha proseguito Shiva – e che si riaffaccia puntualmente quando ad esempio mi chiedono perché indosso il sari. Ma come si fa a non capire che questi sei metri di stoffa sono la mia liberazione, sono una casa e mai verrà il giorno in cui sarà di troppo”.
Concetti forti e spiegati chiaramente, con voce squillante e alta, che sono venuti dopo il discorso tenuto dalla filosofa e scienziata indiana il giorno prima, durante la tavola rotonda su “Clima e cibo”.
"Anche se in India si fanno continuamente dibattiti sullo sviluppo, la nostra agricoltura è cresciuta dell’8% solo grazie ai Monsoni. Non è la Banca Mondiale che dobbiamo ringraziare, bensì i Monsoni e la pioggia – aveva detto - In India ci viene ricordato ogni giorno che dipendiamo dalla natura, ogni giorno. Settecentocinquanta milioni di persone non possono essere impiegate in un altro settore che non sia l'agricoltura. Il pianeta è il datore di lavoro più affidabile, è su di lui che dobbiamo contare”. E da qui il riferimento agli slogan sbagliati durante le ultime elezioni: "Il motto del partito al potere era Shining India, l’India che brilla: più autostrade, nuove tecnologie, ogm. Ma come si può essere più lontani da quello che è veramente il Paese?"
“L'agricoltura, ripeto, l'agricolura è l'emergenza. Dal '97 a oggi – incalza – sono 25mila gli agricoltori ad essersi suicidati perché il settore è estremamente vulnerabile e inefficiente. Non era mai accaduto prima. Ed è da quel momento che abbiamo deciso di monitorare il triste fenomeno, finché totalmente sconosciuto. Per la nostra religione, che crede nella reincarnazione, non è così grave togliersi la vita, ma lo diventa se ci si uccide perché non si guadagna e si è perseguitati dai creditori. Quindi abbiamo pensato di capire prima di tutto le cause della crescente povertà dei lavoratori del settore. E ne abbiamo rilevate tre: i costi di produzione maggiori per sementi e prodotti chimici, sempre più cari; la vulnerabilità maggiore dei raccolti; l’imprevedibilità del clima. 
Come non impegnarci direttamente per provare a cambiare la situazione? Non ci stancheremo mai di dire che bisogna sbrigarci a intervenire sulle emissioni di anidride carbonica. I cambiamenti climatici vanno fermati". 
“Eppure la maggioranza di noi sembra non accorgersene. I governi, la politica, la società sono spesso fuorviati dalle previsioni del settore industriale – chiarisce – La Monsanto e le altre multinazionali impostano la produzione basandosi su come il clima funzionava in passato. Non hanno un contatto diretto, quotidiano con la natura. Non la comprendono. Sono quindi i meno adatti a occuparsi del nostro futuro. Noi invece conosciamo bene i limiti della nostra terra, e costruiamo la nostra sicurezza su questi limiti, senza bisogno di metterci nelle mani delle multinazionali. La piccola scala è la più adatta ad affrontare e assorbire l’imprevedibilità ed è anche l’unico modo per avere prodotti buoni e un'alimentazione sana”.

 
 
 

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