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Tribunali sempre più al servizio delle multinazionali

L’attività di pressione politica e giuridica delle lobby della telefonia cellulare è soprattutto di origine cinese e deriva da enormi investimenti, come ci riferisce una lettera denuncia di un esperto del problema. Il principio di precauzione rimane solo un buon proposito, inquietante inoltre la cultura superficiale che viene trasmessa dagli spot e da chi li promuove. L’unico rimedio è non comprarli ed informare chi li usa sui rischi per la salute.
13 settembre 2004
Giuseppe Teodoro (Responsabile romano dei Verdi per il settore Elettrosmog)
Fonte: ForumAmbientalista http://www.forumambientalista.it - Forum di discussione sull’elettrosmog

immagini google Sono appena rientrato dopo una pausa di ferie ed apprendo che il Tar Lazio (Ord. 24.6.04) ha fornito l’ennesima, clamorosa interpretazione
delle norme che regolano il complesso fenomeno della installazione delle SRB (stazioni radio base, ndr) di telefonia mobile, assegnando valore speciale (e, dunque, preminente) al D.Lgs. 259 (c.d. Codice delle Comunicazioni elettroniche), secondo cui è sufficiente l’autocertificazione (D.I.A.) per detti impianti piuttosto che quanto prescrive il Testo Unico sull’Edilizia (D.P.R. 380/01).

Una bella mazzata, l’ultima di una serie che ha visto progressivamente azzerare le garanzie di tutela della popolazione dalla proliferazione
selvaggia di infrastrutture di telecomunicazione sul territorio urbano.
Già l’8 aprile scorso, il medesimo Tribunale, decidendo su un ricorso del medesimo gestore, aveva cassato l’ultimo dei baluardi che si ergevano a garanzia del cittadino, la distanza di 50 metri dai c.d. “luoghi sensibili” (scuole, ospedali, case di cura e di riposo), introdotto nel 1998 da una delibera di Giunta del Comune di Roma.Ma in precedenza alcune pronunce avevano contribuito a smantellare il sistema di garanzie e tutele, introducendo principi di favore per gli operatori di TLC, sui quali pesa, a questo punto, il sospetto di aver “comprato” il sistema delle istituzioni giurisdizionali e politiche italiane!
Sembrano parole grosse, le mie, ma basta scorrere i dati di H3G, una delle compagnie che più d’ogni altra si è impegnata economicamente nell’avventura dell’Umts, il cellulare di terza generazione, per comprendere la vastità e gravità del fenomeno:

a.. 22 miliardi di dollari messi in campo da Hutchison Whampoa, il colosso asiatico guidato dal plurimiliardario cinese LI KA-SHING;

b.. una rilevante fetta di questi investimenti è servita per accaparrarsi i più agguerriti ESPERTI FORENSI in grado di sostenere su ogni piazza
esperienze giudiziarie di ogni tipo;

c.. non è un caso che le maggiori pronunce dei Tar sono l’effetto dei ricorsi promossi dagli uffici legali di H3G;

d.. non è un caso che questa compagnia, che in Italia partiva enormemente svantaggiata rispetto ai gestori c.d. storici (Tim e Vodafone), non
disponendo di siti ove installare le SRB, in pochi mesi ha raddoppiato gli utenti, raggiungendo la ragguardevole cifra di un milione di abbonati e
coprendo quasi il 70% del territorio italiano;

e.. tutto ciò, permettetemelo, non può essere attribuito esclusivamente ad una efficace strategia di mercato ! (cfr.:con la forza di 3)
Dopo questa ulteriore mazzata si impone un cambio di strategia anche da parte di chi, come noi, è impegnato su vari fronti, non tanto per
contrastare l’affermarsi di tecnologie più affinate ed evolutive, quanto per sostenere forme di progresso compatibili con la qualità della vita, per
contribuire a sperimentare forme di controllo del territorio in grado di saper coniugare diverse esigenze, per contrastare, questo si, modelli
culturali degenerativi.

A proposito di questi ultimi sarà utile conoscere la filosofia a cui si ispirano alcuni gestori, enfatizzando le caratteristiche dei loro prodotti.
Riferisce Vincenzo Novari, amministratore delegato di H3G, in alcune interviste:
a.. “La videochiamata è il nostro piatto forte e trasformerà completamente il modo di comunicare. Io, come tanti, lavoro tutto il giorno e non riesco quasi mai ad andare a prendere mio figlio a scuola. Pensate, però, se potessi dirgli bravo quando ha fatto un buon compito di storia, guardandolo in faccia, facendogli capire come sono contento” (La Repubblica, 24.11.2002);
b.. “Se sono in una sala d’attesa con il bambino o sto facendo la spesa e devo tenerlo buono e distrarlo un po’, allora ha senso comprare cinque minuti di cartoni animati sul telefonino.” La Repubblica, Affari & Finanza, 19.07.2004).

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Ricevo da un giovane verde di Forli' questo articolo e, in fondo, l'elenco dei buoni & cattivi, riguardante le emissioni dei cellulari in commercio.
Il succo dell'articolo e' che se le case produttrici fossero costrette a pubblicizzare di piu' questi valori di emissione... tutti i cellulari sarebbero meno dannosi per la salute.

marcello







Inserito nelle categorie: Salute
da Alessandro Ronchi alle ore 11:31 am


Un modo per quantificare il livello di onde elettromagnetiche emesse dai cellulari ed assorbite dal nostro corpo quando telefoniamo esiste, ma non è molto ben pubblicizzato. Ancora prima di vedere tutte le altre caratteristiche di uno specifico modello, credo che molti vorrebbero conoscere prima di acquistare quanto può dare fastidio il nuovo telefonino.
Anche se studi specifici che dimostrino la dannosità delle onde elettromagnetiche dei cellulari per il nostro cervello non ne esistono, o se esistono vengono smentiti dopo due giorni da uno studio ad hoc che dice il contrario, esiste per tutti i produttori l’obbligo di misurare e stare al di sotto di un certo livello di assorbimento di onde.


In sostanza, ogni modello ha dei propri valori di assorbimento, che ci dicono quanto il nostro cervello verrà riscaldato dal suo uso. Prima ancora di sapere se questo riscaldamento sia dannoso o no, il principio di precauzione ci dice che nell’incertezza dovremmo stare il più attenti possibile.


I produttori sono obbligati a stare sotto una soglia di SAR (Specific Absorption Rate) di 2W/Kg, che è abbastanza alta (perché quasi tutti potrebbero stare sotto l’1W/kg).


Se questo valore, invece di venire nascosto al pubblico (o mostrato solo su internet, in apposite schede informative, come fanno Nokia o Siemens), fosse reso pubblico io credo che i produttori sarebbero negli anni costretti a costruire e vendere modelli con livelli sempre minori di SAR, spinti dai consumatori che sceglierebbero il nuovo acquisto anche in base a questo valore.


Invece in molti casi, non si vede un miglioramento continuo, anche se qualche modello ogni tanto, forse per altre caratteristiche che influiscono anche su questa, presenta degli ottimi valori sotto lo 0,40W/kg. E’ il caso, per esempio, dei modelli con sportellino, anche di marche diverse, che spesso hanno dei valori molto al di sotto della media. Oppure dei Siemens con l’antenna sul retro, altrettanto validi e poco costosi.


La differenza, vi assicuro, si sente. Prima del mio attuale Siemens C55 (0,49 W/kg) avevo un Nokia 8210 (1 W/kg), ed ho notato che l’uso del nuovo mi scalda meno l’orecchio, ed interferisce meno con le casse del pc (il classico rumore fastidioso quando si riceve una chiamata, è molto minore ed il raggio d’azione è più piccolo).


Su internet esistono diverse liste che classificano i cellulari in base alle onde radiate, vi consiglio in particolare questa tabella della SAR emessa dai cellulari in commercio, purtroppo in tedesco (ma dovete leggere solo il valore, per questo motivo è comprensibile anche se non conoscete la lingua).


Se volete anche un consiglio, ci sono due cellulari in particolare che varrebbe la pena valorizzare.


Il primo è il Nokia N-Gage. E’ l’equivalente del 6600, che in questo periodo va molto di moda grazie al suo sistema operativo Symbian OS ed alle sue funzioni che lo rendono un palmare a tutti gli effetti, tranne per il fatto che non ha la fotocamera integrata. Oltre a questo, costa molto meno , è un lettore mp3 ed una console di giochi, ed ha un livello di SAR bassissimo: o,34 W/KG.
Purtroppo proprio perché è anche una console di gioco, viene considerato un giocattolo, mentre invece ha le stesse caratteristiche di un palmare e di modelli più costosi, una memoria interna di 3 Mega (spaventosa, se confrontata con altri cellulari dello stesso prezzo) la possibilità di espanderla fino a 2 GB con le schede MMC intercambiabili. Probabilmente sarà il mio prossimo cellulare, se non ne usciranno con livelli di SAR inferiori e le stesse caratteristiche.


Il secondo è il Nokia 2100. Ad un prezzo molto basso, ha un livello di SAR medio di 0,55 W/KG. Un po’ di più del Siemens C55, che non si trova più in vendita (e vorrei sapere perché tutti i modelli successivi a questo hanno SAR maggiori).


Detto questo, mi piacerebbe che fosse obbligatorio scrivere nelle confezioni dei cellulari questo valore, come per le sigarette si scrive che fanno male in bianco e nero, e vorrei che la Comunità europea mettesse limiti al di sotto dello 0.50 W/KG, sopra i quali pagare una soprattassa: in questo modo saremmo un po’ meno insicuri dei danni che i cellulari possono provocare, senza grandi sacrifici, perché alcuni modelli già presenti sul mercato ora dimostrano come si possa abbassare il rischio di danni, anche senza mettere questo al centro della progettazione al posto della fotocamera integrata.


Figuriamoci poi se fossero obbligati a studiare come ridurre il SAR.





O2 Xda II

0,27

Nokia 9210

0,34

Nokia N-Gage

0,34

Nokia 7650

0,35

RIM Blackberry 5280

0,37

Samsung D410

0,37

Samsung E800

0,39

Panasonic X70

0,46

Nokia 5100

0,48

O2 X1

0,48

Nokia 8910

0,52

Nokia 2100

0,55

Nokia 3200

0,56

Motorola V600

0,57

Nokia 6230

0,59

Nokia 6100

0,6

Nokia 7250i

0,6

RIM Blackberry 7230

0,6

Nokia 5210

0,62

Nokia 6800

0,62

Nokia 6610

0,63

Nokia 7210

0,63

Phillips 350

0,64

Nokia 3510

0,66

Nokia 6220

0,66

Samsung V200

0,69

Nokia 7600

0,71

Samsung E100

0,71

Nokia 3650

0,72

Nokia 6210

0,72

Nokia 6820

0,72

Nokia 6610i

0,73

Nokia 5510

0,74

Nokia 3660

0,75

Nokia 3100

0,76

Nokia 6600

0,8

Samsung E700

0,8

Nokia 3410

0,81

Nokia 6510

0,81

Nokia 6310

0,82

Nokia 6310i

0,82

Nokia 3510i

0,83

Samsung E600

0,84

Samsung X100

0,85

LG Electronics G5400

0,87

Motorola T192

0,87

Nokia 8310

0,87

O2 xda

0,89

Samsung S300

0,89

Motorola T720

0,93

Motorola Timeport 280

0,93

Samsung T100

0,94

Motorola Timeport 260

0,95

Motorola v70

0,96

Nokia 3310

0,96

Nokia 3330

0,96

Phillips Az@lis 288

0,97

Nokia 8210

1

Samsung S500

1

Motorola Accompli 008

1,02

Motorola v66

1,17

Motorola v66i

1,17

Samsung P400

1,18

Motorola v50

1,19








Se questi, dunque, sono i presupposti educativi a cui si ispira il nuovo modello di comunicazione, è facile immaginare che in una società in cui i
rapporti interpersonali sono impostati prevalentemente secondo modalità virtuali, anche il rapporto familiare finirà per essere omologato.
Sarebbe grave se tale approccio prevalesse e se gli adulti credessero sufficiente interloquire con i propri figli via etere, sostituendo uno
schermo all’intensità del contatto diretto !
Mi ricollego, pertanto, al dibattito in corso su questo Forum, per sostenere la necessità di incidere su questi fenomeni aberranti prima ancora che essi deflagrino nella società come ordigni silenziosi ma irrefrenabili. E’ alla Scuola ed alla Famiglia che bisogna guardare.
Qui si affermano modelli culturali degenerativi che si impongono nella società come icone emulative.

Ed è qui che bisogna incidere, attraverso azioni di informazione capillare, didattica educativa, con l’obiettivo di costruire una coscienza più sensibile al rispetto della salute e dell’ambiente.
In questa battaglia, senz’altro la più difficile perchè si combatte nel cuore della società, le famiglie e le istituzioni scolastiche hanno un ruolo fondamentale e strategico. Noi, in questa fase, stiamo vivendo (e subendo) la parte più esterna e periferica di questa battaglia, quella finalizzata a contrastare il moltiplicarsi delle antenne, ovvero gli effetti di questa devastante cultura, che è divenuta cultura dominante, di governo, dunque ufficializzata e sponsorizzata. Fino ad oggi ci siamo illusi di poter fermare o rallentare l’arrogante strapotere politico, economico, mediatico dei gestori scendendo in piazza, organizzando presidi, mobilitando proteste, attivando le coscienze. Abbiamo fermato alcune gocce, non abbiamo arginato la cascata ! Tutti contro: governo, istituzioni, amministratori, regioni, enti locali, Tar, Consiglio di Stato e perfino la Corte Costituzionale, la cui lettura delle sentenze dell’autunno scorso sembra lasciare pochi margini di azione a tutela di diritti oramai trascesi ad interessi delegittimati ! Proviamo, allora, ad evitare che i nostri figli possano subire questa omologazione culturale degenerativa attivando, accanto alle azioni dimostrative, pur sempre efficaci, contro questo o quell’impianto, una coscienza educatrice capace di permeare la società ed indirizzarla verso modelli di sviluppo culturale più sostenibili.

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