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Se l’energia solare aveva bisogno di un avvocato, in Hermann Scheer ha trovato il migliore, e Il solare e l’economia globale è la sua appassionante arringa, un libro che Günther Grass ha definito “della più grande importanza per l’umanità”.

"Il solare e l'economia globale"

Hermann Scheer Edizioni Ambiente 2004 - Pagine 268 - Euro 20,60
88-89014-14-8
5 gennaio 2005
NIcola Cipolla
Fonte: www.liberazione.it
29.12.04

Copertina libro La Sicilia, si sa, per la sua posizione al centro del Mediterraneo è naturalmente esposta a tutti i venti. Non a caso gli antichi ritenevano che il dio Eolo avesse la sua residenza preferita nelle isole, che portano il suo nome, nell'angolo nord-ovest dell'Isola, mentre per molti secoli sul versante opposto nella punta sud-occidentale le saline di Marsala, usando l'energia dei mulini a vento, e naturalmente la forza del sole, hanno prodotto il sale marino che poi è stato esportato in tutto il Mediterraneo.

Ma questo non sarebbe stato sufficiente a promuovere lo sviluppo dell'energia eolica in Sicilia se non ci fosse stata una legge apposita promossa dalla Comunità Europea e recepita dal governo italiano, nel '98, basata sull'esperienza della legge tedesca che ha promosso la Germania al primo posto nel mondo per la produzione di energia eolica con 16mila Mw di potenza e con lo sviluppo di industrie metalmeccaniche che già oggi occupano più di 60mila lavoratori (più di quanti ne occupi l'industria delle centrali che usano carbone, petrolio e gas.

In Germania da anni non si progettano più centrali atomiche). Il meccanismo della legge è semplice in quanto garantisce al produttore l'immissione nella rete nazionale dell'energia eolica prodotta ad un prezzo che copre ormai i costi che si sono, tra l'altro, ridotti anche in seguito alla produzione in serie di rotori e agli sviluppi tecnologici. Un meccanismo così semplice che anche in Sicilia ha prodotto nel 2004 la messa in servizio di impianti per oltre 100 Mw (gli impianti nel 2003 erano 20 Mw) mentre sono stati avanzate richieste per 5mila Mw e dall'assessorato competente sono stati approvati progetti per 1.600 Mw, una parte dei quali è in corso di realizzazione avendo ottenuto anche il via libera dai comuni.

Uno dei promotori di una legge così semplice nella sua attuazione è stato il deputato socialdemocratico Hermann Scheer, presidente di Eurosolar, del quale le Edizioni Ambiente hanno pubblicato il volume: "Il solare e l'economia globale", intendendo per energia solare quella prodotta da energie rinnovabili come l'eolico, le biomasse, l'idraulico e naturalmente il solare fotovoltaico e termico. L'autore parte dalla denuncia della situazione insostenibile creatasi nel mondo dopo due secoli di capitalismo industriale basato sull'uso di fonti energetiche non rinnovabili: il carbone nell'800, il petrolio e il nucleare nel '900, risorse che stanno producendo, come è noto, devastazioni ambientali ormai riconosciute, almeno formalmente, a livello internazionale con l'entrata in funzione del trattato di Kyoto, da tutti gli stati aderenti all'Onu con la sola eccezione degli Stati Uniti, fieramente contrari, di Bush (che emettono il 35% dei gas inquinanti con una popolazione che rappresenta il 5% della popolazione mondiale) dell'Australia e, in Europa, del Liechtestein e del Principato di Monaco che non fanno parte dell'Ue che invece ha avuto un ruolo fondamentale nel portare avanti questo trattato (pur insufficiente, di difficile attuazione e naturalmente ritardato di sette anni rispetto al momento della firma di Clinton).

Scheer afferma che il problema non consiste solo nel "valutare quanto le riserve di combustibili fossili potranno durare e quale danno recano all'ambiente ma anche dove si trovano, chi ne ha il controllo, chi stabilisce i prezzi chi, infine, è in grado di pagarli. Il germe delle guerre della nostra epoca sta li. Basta guardare ai conflitti degli ultimi decenni ed alla mappa delle localizzazioni delle energie fossili per rendersene conto: la linea di fuoco corre lungo la linea dei giacimenti più importanti e degli oleodotti dall'Asia centrale fino al Medio Oriente".

"La dipendenza dalle forniture di energia e l'aspirazione al loro controllo ha così finito per disegnare le strutture politiche ed economiche del mondo, a definire le sorti dei paesi ex coloniali, ad orientare il futuro dei paesi che facevano parte dell'Unione Sovietica al momento dello scioglimento, a stabilire la gerarchia del potere mondiale".

Di fronte a questa situazione la proposta che avanza è che: "Solo una soluzione radicale che concentri tutti gli sforzi su una transizione immediata verso risorse rinnovabili e sostenibili per l'ambiente, ponendo così fine alla dipendenza dai combustibili fossili, può salvarci dalla catastrofe che incombe". Questa battaglia deve diventare "la priorità del nuovo secolo" identificando le forze che vi si oppongono e innanzitutto l'industria energetica esistente (a partire dalle multinazionali del petrolio i cui esponenti diretti siedono nel governo Bush), denunciando la marginalizzazione cui questa problematica chiave è stata condannata dai governi che l'hanno trattata, nel migliore dei casi come un tema secondario... ". E purtroppo non solo dai governi. E' ben presente nell'analisi delle proposte un punto fondamentale, "che risorse di tipo diverso richiedono strutture economiche diverse e determinano tendenze produttive diverse".

Cioè la lotta per la modifica del modello energetico non solo coincide con la lotta contro il disastro ecologico e contro la guerra ma anche con l'azione per una diversa società più libera e democratica. Un altro mondo è possibile, sembra dire Scheer, solo se senza carbone, petrolio, uranio. Del resto l'autore partecipa con impegno a tutte le iniziative del Social Forum, lo ricordo a Parigi, in un seminario affollato, sulla collaborazione euro-mediterranea al fine di realizzare un nuovo modello di energetico e fare del Mediterraneo un mare di pace. Tutta questa impostazione deriva dalla cultura fondamentale che è alla base storica della socialdemocrazia tedesca. Naturalmente riferendosi a Marx, Scheer sottolinea il fatto che nella sua impostazione contro il capitalismo aveva trascurato, e all'epoca non poteva forse essere altrimenti, l'aspetto ecologico dello sfruttamento capitalistico.

Ma è una critica analoga, si licet, a quella che nel secolo scorso, portò il movimento comunista a considerare la questione agraria e l'imperialismo come i nuovi punti deboli del dominio capitalista, leve da utilizzare nello sviluppo delle grandi rivoluzioni che hanno modificato lo scenario mondiale basato sul colonialismo e sull'arretratezza feudale e contribuito anche all'affermazione dello stato sociale.

Scheer si schiera con questo libro a fianco di altri esponenti della cultura marxista da O'Connor a I. Wallerstein, individuando nella questione ambientale l'anello più debole della catena del dominio neoliberista. Ma l'azione di Scheer non è astrattamente ideologica. Tutto il libro, a partire dalle esperienze legislative collegate a lotte portate avanti in Germania, non solo porta un'analisi concreta e puntuale delle forme che tecnicamente assume questo dominio ma offre anche una casistica molto attenta delle soluzioni pratiche che a partire dalle varie forme di energie rinnovabili possono essere portate avanti, giorno per giorno, nella lotta per la trasformazione del sistema energetico considerando congiuntamente le forme di risparmio energetico che fin d'ora possono realizzarsi. Ma avverte il risparmio non basta. Occorre una spinta radicale. Questa spinta è venuta in Italia dalle lotte dell'ultimo anno di Scanzano, Acerra, Pisticci, Civitavecchia, etc. E' venuta anche dalle lotte della Fiat di Melfi e Termini Imerese dove Claudio Sabattini ricordava che non c'era speranza per l'avvenire dell'industria automobilistica se non cambiava il modello dei trasporti e dei consumi energetici. Lotte ambientaliste sono state anche quelle dei braccianti siciliani e calabresi per il rimboschimento. Lotta particolarmente importante proprio nel momento in cui, utilizzando i meccanismi del trattato di Kyoto e rovesciandone lo spirito, il governo Berlusconi vuole finanziare i rimboschimenti in altre parti del mondo, fino al Messico, per continuare a permettere alle industrie inquinanti italiane, anzi per accrescere, le loro emissioni malefiche. Queste lotte però sono lotte forti che dicono No ed ottengono anche, come a Scanzano, o nel caso dei braccianti, o nelle stesse lotte della Fiat, risultati concreti.

Occorre però, perché le ferite non si riaprano, procedere oltre. Elaborare cioè proposte di transizione energetica a partire ad esempio dai Piani Energetici Regionali che prevedano la piena utilizzazione delle risorse del sole, del vento, dell'acqua delle dighe esistenti ed anche grandi piani di rimboschimento e di difesa del suolo da finanziare, questi sì, con le risorse che possono essere ricavate dall'attuazione del programma di Kyoto. Anche per questo il libro di Scheer può essere utile a tutti coloro che partecipano attivamente nei movimenti per andare avanti. In particolare questo vale per gli aderenti ai partiti ed ai movimenti dichiaratamente comunisti. Nel XXI secolo non si può essere comunisti senza essere ambientalisti e non si può esser ambientalisti senza porsi il problema di un mutamento del modello energetico, premessa per un mutamento della struttura sociale e produttiva in senso democratico e partecipativo. 

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