Il 21 settembre primo giorno dell'Assemblea Generale dell'Onu a New York
si è tenuto a battesimo l'asse Tokyo-Berlino-Brasilia-Delhi: Giappone, Germania,
Brasile e India hanno infatti saldato un'alleanza strategica per entrare
nel Consiglio di Sicurezza come membri permanenti.
L'offensiva è stata decisa nel corso di un vertice a quattro tra il premier
giapponese Junichiro Koizumi, il ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer,
il presidente brasiliano Ignacio Lula da Silva e il primo ministro indiano
Manmohan Singh. I quattro leader hanno espresso la «convinzione condivisa
di rappresentare candidati legittimi a un seggio permanente in un Consiglio
di Sicurezza allargato».
Sia Lula che Fischer, se fossero realmente progressisti, dovrebbero, invece,
sostenere legittimamente la candidatura di un seggio permanente per l'area
geografica che rappresentano. Lula per il Sudamerica, e in particolare per
il Mercosur, e Fischer per l'Europa, e in particolare per l'Unione europea.
In questo modo si darebbe il via a una riforma democratica del Consiglio
di Sicurezza dell'ONU non più basata su interessi nazionali e maggiormente
rappresentativa di tutti i popoli del mondo.
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