Latina

Il clima che si respira intorno all' "Altra Campagna" non è dei migliori

Messico: ancora provocazioni contro l' "Altra Campagna"

Nuovi attacchi di Marcos a Lopez Obrador
5 marzo 2006
David Lifodi

Mancano ancora quattro mesi alle presidenziali messicane, ma il clima che si respira intorno all' "Altra Campagna" non è dei migliori. Nonostante la protezione offerta a Marcos e alla Comandancia General dell'Ezln da parte del presidente uscente Fox (Pan), finalizzata allo scopo fin troppo evidente di danneggiare il candidato perredista Lopez Obrador e fargli perdere voti, in realtà la carovana zapatista sta subendo diverse provocazioni lungo il suo cammino.
Le ultime cronache riportate da La Jornada raccontano della cosiddetta "ribellione di San Blas". In seguito alle proteste scoppiate a gennaio contro la cacique del Pri Agustina Acevedo, il municipio di San Blas si è letteralmente diviso in due: nell'edificio municipale convivono, al tempo stesso, il Municipio Popolare Autonomo (aderente ai princìpi della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona) e quello ufficiale (priista) sovvenzionato dal governo dello stato. La nascita del municipio autonomo non è mai piaciuta al governo ufficiale del Pri (al potere per 70 anni in Messico prima dell'avvento del panista Fox), fino a sollecitare la polizia dello stato di Oaxaca ad un intervento di forza negli spazi occupati dal Consiglio Comunale di Resistenza Civile, e, fatto non casuale, appena una settimana dopo l'adesione di una parte della cittadinanza di San Blas alla Sesta e all' "Altra Campagna". L'irruzione della polizia è l'ultimo episodio di una serie di ritorsioni avvenute contro il municipio di San Blas da quando è stata ospitata la delegazione zapatista guidata da Marcos: in quell'occasione gli aderenti all' "Altra Campagna" avevano chiesto la cancellazione dei mandati di cattura contro gli esponenti del Consiglio Comunale di Resistenza Civile e le elezioni federali in una che è ritenuta tra le principali roccaforti del Pri.
Pochi giorni prima dell'attacco al municipio e dell'occupazione del centro di San Blas da parte della polizia, Marcos aveva parlato a Tulacingo rimproverando tutti i candidati presidenziali per "non aver ancora considerato come esseri umani i popoli indios", denunciando inoltre il controllo della manifestazione dell' "Altra Campagna" da parte di "poliziotti, cani da caccia, ed uomini armati col colpo in canna pronti a sparare". Nel suo intervento a Tulacingo Marcos ha nuovamente rivolto una dura critica al Prd, partito che governa questo municipio: "Nessun altro partito di governo ha fatto quello che ha fatto il Prd a Tulacingo. Ci hanno raccontato che ogni volta che gli indigeni scendono dalla montagna nella piazza per vendere i loro prodotti, prendono a calci loro e le loro mercanzie, i poliziotti rubano le cose che a loro sono costate tanto lavoro e li lasciano così per strada. Quando si domanda loro perché fanno così, rispondono che sono ordini del presidente municipale che, insisto, è del Prd. Lopez Obrador offre il riconoscimento dei diritti e della cultura indigeni ed un governante che è del suo partito sta facendo esattamente il contrario".
Il problema dei rapporti con il Prd ha spesso caratterizzato gli interventi di Marcos in questi mesi dell' "Altra Campagna", e sono stati in molti a chiedersi i motivi per i quali l'adesso autodenominatosi "delegato zero" abbia rivolto le sue critiche più verso Lopez Obrador che nei confronti del Pri e del Pan, definiti ironicamente con l'acronimo di un unico partito, il Prian, per sottolineare le poche differenze che li separano. La presenza nella coalizione di Lopez Obrador (conosciuto popolarmente a Città del Messico con il soprannome "Amlo") di personaggi notoriamente antizapatisti riciclatisi nel Prd dopo aver partecipato attivamente al governo salinista (Salinas de Gortari fu il primo presidente con il quale l'Ezln dovette fare i conti) e la provenienza dello stesso Amlo dalle file del Pri e il suo programma liberista, tuttavia sembra non scoraggiare dal voto quei messicani che pur non riconoscendosi nel programma perredista vorrebbero sbarazzarsi di Fox: si tratterebbe, per loro, di appoggiare in modo critico Obrador e al tempo stesso contribuire a quell'onda lunga che in America latina sta pian piano portando al governo dei presidenti progressisti (pur con tutte le differenze che ci sono tra di loro).
Nel frattempo il delegato zero si trasferirà a Querétaro, undicesimo stato dell'itinerario nazionale dell'altra campagna.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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