Latina

La sorpresa brasiliana di Heloísa Helena

Una sfida "sinistra" per Lula
14 ottobre 2006
Lee Sustar
Tradotto da per PeaceLink
Fonte: www.counterpunch.org - 28 settembre 2006

Quando Lula vinse le elezioni presidenziali alla fine del 2002, erano molti i lavoratori ed i poveri in Brasile a credere che questo avrebbe segnato l’inizio di una nuova era. Avendo avuto una storia marcata da un’estrema disuguaglianza sociale supportata da lunghi periodi di dittatura militare nel ventesimo secolo, il Brasile aveva finalmente eletto un presidente che aveva avuto un passato da operaio metalmeccanico che aveva conosciuto la poverta’, e che piu’ tardi era diventato un leader della sinistra.

Ma durante la sua campagna elettorale, Lula aveva gia’ manifestato la sua inclinazione politica scegliendo come vice presidente Jose’ Alencar, direttore generale di un’ industria tessile e membro del Partito Liberale di destra.

Giunto alla presidenza, le performance di Lula incontrarono il consenso di Wall Street, di Washington e dei business agricoli brasiliani di prima classe. Come lo scrittore ed esperto di America Latina James Petras fa notare, gli ottimi risultati iniziali ottenuti da Lula avevano pero’ comportato tagli del 30% sulle pensioni dei lavoratori nel settore pubblico, tagli del 5% sulla Sanita’ ed Istruzione, e l’ approvazione di leggi che rendevano piu’ semplice il licenziamento dei lavoratori.

Le spese sociali ammontavano a 8 miliardi di dollari annui – somma che era andata triplicandosi dal momento in cui Lula aveva preso il comando della presidenza – ma soltanto una minima parte di questo denaro era stata impiegata dal governo per risanare il debito di 150 miliardi che ancora pende sul Brasile, buona parte del quale era stato accumulato durante le dittature militari degli anni 80.

Tra le varie conseguenze che ne sono scaturite c’e’ stata la diminuzione dei sussidi familiari per i poveri. Il Brasile vanta una popolazione di 180 milioni di abitanti, 40 milioni dei quali vive sotto la fascia di poverta’, soltanto un quarto di questi ultimi ha potuto usufruire di aiuti economici statali. Allo stesso tempo, alti tassi d’interesse hanno portato grossi guadagni nelle tasche delle banche.

* * *

Tuttavia, Lula e’ riuscito a far innalzare i voti del Partito dei Lavoratori durante le elezioni municipali del 2004 da 12 a 16 milioni, raddoppiando quasi il numero dei municipi controllati dal partito, da 187 a 300.

Buona parte di questo sostegno e’ provenuto dalla zona rurale di Nord-est , un’area estremamente povera nella quale ancora oggi prevale la schiavitu’ ed il razzismo nei confronti degli Afro-brasiliani. Questo appoggio per il Partito dei Lavoratori non e’ stato comunque dovuto alla promessa di una riforma agraria.

Nonostante Lula avesse garantito che 100.000 famiglie avrebbero ottenuto appezzamenti terrieri ogni anno – gia’ di per se un numero esiguo – il totale e’ invece stato di 25.000, paragonato alle 48.000 famiglie che ogni anno ricevevano proprieta’ terriere durante il precedente governo neoliberale di Fernando Henrique Cardoso.

Il sostegno del Nord per il Partito dei Lavoratori e’ stato indotto utilizzando il programma dei sussidi familiari Family Allowance per promuovere clientalismo e patrocinio, stringendo allo stesso tempo alleanze con terzi. Tuttavia, João Pedro Stedile, leader del Landless Workers Movement (MTS) continua a sostenere Lula definendolo “il minore dei mali”.

Contemporaneamente, il voto tradizionale per il Partito dei Lavoratori nell’entroterra industriale presso Sao Paolo e’ precipitato. Questo disincanto non e’ stato solo causato dalle politiche conservatrici di Lula, ma da una serie di scandali che hanno paralizzato l’apparato del partito.

Durante l’ultima di queste vicende, due funzionari del partito sono stati arrestati con l’accusa di versare tangenti per una somma pari a 792.000 dollari. Si e’ inoltre scoperto che il partito pagava legislatori della destra in modo da garantirsi dei voti nel Congresso Brasiliano.

Lula sembra essersi ripreso dallo scandalo mantenendo le distanze dal Partito dei Lavoratori, rimanendo al di fuori della questione durante la campagna presidenziale e rifiutando di partecipare ad alcun dibattito.

A livello internazionale, Lula e’ un affidabile collaboratore con gli Stati Uniti. Allo stesso tempo invoca slogan populisti contro un’Area di Libero Scambio tra le Americhe proposta dagli Stati Uniti, e questo riflette l’agenda degli esportatori agricoli brasiliani, i quali vorrebbero porre fine ai sussidi agricoli statunitensi come condizione prioritaria per qualsiasi accordo.

Come risultato, il Brasile ha acconsentito a contribuire all’occupazione di Haiti autorizzata dalle Nazioni Unite dopo che il golpe supportato dagli Stati Uniti ha rovesciato la presidenza di Jean-Bertrand Aristide nel 2004. Recentemente, Lula ha arginato le ambizioni del presidente venezuelano Hugo Chavez di creare un blocco economico anti-americano in sud America.

Inoltre Lula ha esercitato pressioni sul presidente boliviano Evo Morales per moderare il suo piano di nazionalizzare le risorse di idrocarburi della Bolivia, in cui la compagnia petrolifera brasiliana Petrobas ha un interesse sostanziale, consentendo cosi’ al Brasile di giocare un ruolo “subimperialista” per gli Stati Uniti, come il giornalista radicale Raul Zibechi lo ha definito.

James Petras conclude affermando che “i dati empirici degli indicatori chiave dimonstrano che Lula e’ quanto piu’ simile ad un politico neoliberale di destra che ad un presidente del ‘centro-sinistra’.”

* * *

E’ in questo clima che la candidatura presidenziale di Heloisa Helena e’ emersa dalla sinistra brasiliana. Infermiera e attivista della riforma agraria, Helena e’ stata eletta come senatore federale dal povero stato nord-orientale di Alagoas nel 1998 con il Partito dei Lavoratori.

Poco tempo dopo l’arrivo di Lula alla presidenza, Helena faceva parte di un gruppo di legislatori che venne espulso per essersi opposto al nuovo orientamento politico del Partito dei Lavoratori. Divenne presto una delle fondatrici del PSOL. Quest’anno il PC do B e il PSTU si sono uniti al PSOL in una coalizione elettorale, conferendo alla campagna presidenziale di Helena una base attivista piu’ ampia.

Recenti sondaggi hanno rilevato che il supporto per Helena oscilla tra il 7 e il 10%, paragonato al 30% in favore del conservatore Geraldo Alckmin del Partito Socialdemocratico Braziliano e al 50% per Lula. Quest’ultimo ha bisogno di oltre il 50% per evitare un ballottaggio.

Il risultato di Helena e’ davvero notevole se si considera l’enorme vantaggio finanziario di Lula e Alckmin. Durante il mese di agosto sono pero’ circolate voci circa un possible sorpasso di Helena su Alckmin alle elezioni e questo ha comportato un grosso taglio sulla diffusione della sua campagna da parte dei media brasiliani.

Anche se Lula dovesse vincere al primo turno, la campagna di Helena ha gia’ fornito alla sinistra brasiliana un profilo nazionale cruciale. Questo potrebbe aumentare l’attivismo per la sinistra del MST da parte dei gruppi lavoratori senza terra – e il supporto dei gruppi Conlutas delle unioni commerciali militari nel movimento laburista opposte alla politica di Lula.

Tuttavia, Helena e’ stata criticata dalla sinistra per la sua opposizione personale all’aborto. Ma, durante una recente conferenza stampa, ha dichiarato di essere contro le misure che criminalizzano le donne che si sottopongono a questo tipo di intevento.

La campagna di Helena ha messo in luce il bisogno di una alternativa socialista. Lula, ha detto durante un’ intervista, “si piega codardamente di fronte al capitalismo, dopodiche’ va in Venezuela o in Africa elargendo aiuti finanziari per rendere bella la sua immagine. Quello che noi vogliamo e’ la democratizzazione del benessere, della cultura, della sanita’ e dell’ istruzione. Noi non siamo gli eredi della tradizione del socialismo europeo totalitario. Non intendo sfruttare la legge per imporre il socialismo, non voglio un socialismo totalitario, ne’ il capitalismo. In Brasile il capitalismo e’ stato davvero terribile, crudele e violento.”

Come Pedro Fuentes, uno dei maggiori rappresentanti del PSOL, ha dichiarato in un’intervista, la campagna di Helena “rappresenta la lotta contro il tradimento del Partito dei Lavoratori, la lotta contro la corruzione, la lotta in nome dei piu’ deboli. Inoltre Helena e’ una donna del Nord-Est, la regione piu’ povera del paese.”

Un importante risultato elettorale per Helena, ha aggiunto, “affermerebbe un’alternativa socialista in Brasile dopo la crisi nel Partito dei Lavoratori. Aiuterebbe ad andare avanti e sarebbe un nuovo strumento di battaglia con cui rimpiazzare il Partito dei Lavoratori, tutto questo sarebbe davvero importante per il Brasile e per tutta l’America Latina.”

Note: Lee Sustar e' un regolare collaboratore di CounterPunch e Socialist Worker. Puo' essere contattato al seguente indirizzo:
lsustar@ameritech.net

link a testo originale in inglese:
http://counterpunch.org/sustar09282006.html

Tradotto da Federica Gabellini per www.peacelink.it
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte, l'autore e il traduttore.

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