Uruguay: arrestato l'ex dittatore Bordaberry
Arrestati per aver ucciso quattro oppositori politici: finalmente la lunga impunità di cui hanno goduto finora l'ex presidente dell'Uruguay Bordaberry e il suo delfino Juan Blanco (ministro degli esteri durante la dittatura) è terminata ieri, 17 Novembre 2006. Il loro arresto, tra le altre cose, assesta anche contro la Ley de Caducidad, che finora aveva permesso ai militari responsabili delle torture durante il periodo della dittatura, di evitare processi e il carcere.
Bordaberry governò con il pugno di ferro il paese dal 1973 al 1976, collaborando non solo con il regime argentino per scambiarsi informazioni sugli oppositori politici, ma perseguitandoli anche in altri paesi del Cono Sud del Sudamerica dove tentavano di rifugiarsi per sfuggire alla dittatura, ed è proprio in questo contesto che maturò l'assassinio del senatore Zelmar Michelini, di Hector Gutierrez (presidente della Camera dell'epoca) e dei tupamaros William Whitelaw e Rosario Barredo, assassinati nel 1976 e ritrovati in un auto abbandonata il 20 Marzo 1976 a Buenos Aires. Addirittura il dittatore continuò a umiliarli anche da morti, vietando che sulla loro tomba sventolasse la bandiera uruguayana.
L'arresto di Blanco e Bordaberry si deve in particolar modo alla tenacia del pubblico ministero Mirtha Guianze, senza la quale probabilmente oggi non si potrebbe parlare del primo processo contro due esponenti della dittatura in Uruguay, e del giudice Roberto Timbal. Su entrambi pesa inoltre l'accusa di "attentato alla Costituzione, omicidi e sparizioni forzate", poiché, di pari passo con la dittatura argentina, Bordaberry in poco tempo sciolse i partiti politici e vietò tutte le attività politiche e sindacali.
Sempre grazie alla Guianze è emerso il rapporto tra la dittatura argentina e quella uruguayana, come emerge da un passaggio in cui giustifica l’incriminazione: "il governo dell'Uruguay partecipò fin dall'inizio agli accordi internazionali volti a perseguitare gli oppositori politici che prese il nome di Plan Condor, una vera associazione criminale composta da civili e militari in grado di decidere la sorte delle persone arrestate".
Finalmente adesso si parla di nuovo di abolire la Ley de Caducidad, una vera e propria legge di amnistia che però, paradossalmente, non ha potuto evitare a Bordaberry l'arresto poiché fu varata soltanto per militari e poliziotti, mentre l'ex presidente è invece un civile: martedì prossimo nascerà ufficialmente la Coordinadora Nacional por la Nulidad de la Ley de Caducidad che chiederà di "cancellare questa legge in quanto è un imperativo storico, giuridico e morale".
Per il Frente Amplio di Tabarè Vasquez (nel cui governo sono presenti nel ruolo di ministri anche alcuni ex tupamaros), che fin dalla sua elezione, seppur timidamente, aveva promesso giustizia per i desaparecidos e le loro famiglie, è un passo avanti contro "il mostro", per usare le parole con cui gli uruguayani definiscono la dittatura che prese piede nel paese il 27 Giugno del 1973 con il colpo di stato firmato da Bordaberry (eletto presidente nel 1971), ma è inoltre un chiaro segnale verso l'atteggiamento tenuto dagli ex presidenti Sanguinetti e Battle, che si resero complici dichiarandosi favorevoli al mantenimento della Ley de Caducidad.
"Dopo 30 anni di lotte e sacrifici gli uruguayani non hanno dimenticato i crimini della dittatura. Da parte nostra non c'è volontà di vendetta, ma di giustizia", ha commentato la famiglia Michelini, mentre l'avvocata della famiglia, Hebe Martinez, si è detta certa che la probabile richiesta di appello a cui ricorrerà la difesa di Bordaberry e Blanco, non avrà alcuna possibilità di successo.
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