Una vittoria nella sconfitta
La commissione ha deciso. Cerro de Pasco, la città più alta del mondo, verrà traslatata. A maggioranza risicata la commissione ha deciso così. La vita qui non è più possibile. Tanto vale spostarsi.
Cerro de Pasco era in festa ieri sera. Le strade piene di gente nonostante la neve e il vento freddo. Celebrazioni ovunque, festa, musica e balli.
Ma la vittoria porta in sé una sconfitta. È una vittoria perché finalmente gli abitanti di Cerro de Pasco potranno tornare ad avere una vita normale, con aria pura, acqua potabile e senza montagne di detriti a riempire ogni angolo vuoto. È una sconfitta perché il capitale ha vinto sulla vita. Perché tra le motivazioni che hanno portato a tale decisione c’è il fatto che VOLCAN vuole ampliare la sua miniera e per farlo deve distruggere altri pezzi di città. E se spostano la città questo è un problema in meno. È una sconfitta perché non sono stati posti dei vincoli all’inquinamento. Anche se la zona resterà deserta questo non è un buon motivo per continuare ad inquinare il fiume San Juan, il fiume Tingo e il fiume Huallaga.
E una vittoria perché, oggettivamente, nessuno poteva aspettarsi di più. Ma è una sconfitta perché la decisione è arrivata tardi. Già nel 1975 il governo rivoluzionario del Generale Juan Velasco Alvarado aveva deciso di spostare la città. Ma poi non è mai stato fatto fino ad oggi. E nessuno sa quante vite si sono perse per aver aspettato oltre trenta anni. Nel solo 2008 nove bambini sono morti per atrofia celebrale, nel 2009 sono già due. Per non parlare delle malformazioni che a Paragsha (il quartiere più vicino alla miniera) rappresentano la prima causa di mortalità infantile con il 15,79% delle morti. O i suicidi che nei ragazzi tra i 10 e i 19 anni rappresentano la prima causa di mortalità con il 18%.
È una vittoria perché finalmente i bambini giocheranno nei prati e non tra le rocce di scarto. Una sconfitta perché la gente viveva qui prima ancora che Colombo pensasse a navigare verso ovest, e ora viene sfrattata dalla propria casa per un pugno di metalli preziosi.
Ed è una sconfitta perché ancora non è stato deciso chi pagherà lo spostamento. Spostare 80.000 persone non costa due lire e bisogna chiarire chi pagherà il tutto. La cosa più ovvia è che paghi l’impresa. Poi in fondo sono loro che ne trarranno il vantaggio di poter crescere a dismisura senza “l’impiccio” della città. E poi sono loro quelli che hanno causato una condizione talmente invivibile da rendere necessario il traslato della città. Ma VOLCAN dice di non essere responsabile (ma allora chi lo sarebbe? Chi è che ha fatto un buco nel mezzo della città e ha ammucchiato scarti ovunque?) e non ne vuole sapere di pagare. Dice che la cosa spetta allo Stato. Ma i cittadini non hanno la minima voglia di pagare con le proprie tasse i profitti di una multinazionale mineraria. La cosa è a un punto morto. La commissione deciderà da qui a qualche mese chi dovrà farsi carico dello spostamento.
Intanto in città continua la festa. Anche se dovranno abbandonare le case dove sono nati e cresciuti i paschegni sono in festa, finalmente potranno avere una vita normale.
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