Uruguay: partita la campagna per l'annullamento della Ley de Caducidad
E’'entrata nel vivo la campagna per l'annullamento della Ley 15.848 in Uruguay. Familiarmente conosciuta come Ley de Caducidad, questa legge ha finora impedito che i responsabili delle sparizioni forzate durante gli anni della dittatura uruguayana venissero giudicati. La campagna contro la Ley de Caducidad segna un passaggio molto importante non solo per l'Uruguay, ma per tutta l'America Latina, in un momento in cui le lobby militari e i vecchi repressori degli anni '70 e '80 cercano di legittimarsi nuovamente o comunque riciclarsi di fronte agli occhi della società civile del continente. Il referendum per l'annullamento della Ley de Caducidad è in programma il prossimo 25 ottobre. Per il momento sono state raggiunte le 300mila firme necessarie per lo svolgimento del referendum, a favore del quale hanno speso la loro parola e il loro impegno intellettuali di primo piano come lo scrittore Eduardo Galeano, mentre il lancio della campagna è stato dedicato al poeta Mario Benedetti, recentemente scomparso, ma rimasto un simbolo per tutto il continente sudamericano. E' inoltre sorta una commissione speciale composta da personalità provenienti dall'ambiente sociale, sportivo, politico e culturale che promuoverà le attività della Coordinadora Nacional por la Nulidad de la Ley de Caducidad in giro per tutto il paese. Tra le associazioni che maggiormente si sono impegnate nella campagna per l'annullamento della legge figura il Grupo de Madres y Familiares de Uruguayos Detenidos Desaparecidos che, pur riconoscendo un certo impegno del governo attuale (alla cui guida si trova il Frente Amplio di Tabaré Vázquez), ritiene fondamentale svolgere una forte opera di coscientizzazione rivolta a tutta la popolazione affinché scompaia quella cultura dell'impunità ancora presente nel paese proprio grazie al mantenimento in vigore della Ley 15.848.
Si è tentato di far cadere nell'oblio le violazioni dei diritti umani durante la dittatura (tra il 1973 e il 1985) anche sotto governi teoricamente "civili e democratici": fu durante il primo mandato di Julio Maria Sanguinetti che fu votata la Ley de Caducidad nel 1986. In seguito, non c'era stato alcun progresso significativo e nemmeno la volontà di fare giustizia sotto la presidenza Lacalle (1990-1995), ancor meno durante il quinquennio successivo, quando era tornato Sanguinetti per il suo secondo mandato. Le cose sono cominciate a cambiare nel novembre 2006, quando il dittatore Bordaberry (che nel 1973 affidò i pieni poteri ai militari e abolì tutte le libertà costituzionali) e il suo ministro degli Esteri Blanco furono raggiunti da un mandato di arresto per l'uccisione dei parlamentari Zelmar Michelini ed Héctor Gutierrez, oltre che per l'assassinio di due tupamaros per le strade di Buenos Aires nell'ambito della collaborazione tra i regimi del Cono Sur sotto il coordinamento del Plan Condor.
A livello giuridico sono in molti a ritenere nulla la Ley de Caducidad poiché non rispetta le direttive internazionali in merito alla violazione dei diritti umani, a partire dal Servicio de Paz y Justicia (Serpaj) e passando per l'avvocato Oscar Goldaracena, da oltre 20 anni impegnato su questo tema, secondo il quale la sottomissione del potere giudiziario a quello esecutivo, garantito dalla legge, già per questo la dovrebbe rendere nulla per un vizio di forma. "La Ley de Caducidad", spiega, "è come un serpente che ci ha lasciato la dittatura nel tentativo di sequestrare i nostri valori e i nostri princípi".
Nel 2004 un plebiscito popolare ha sancito la ripubblicizzazione dei servizi idrici al termine di una campagna di informazione condotta casa per casa allo scopo di sensibilizzare la popolazione: il prossimo 25 Ottobre la popolazione uruguayana ha la possibilità di cancellare nell'urna la Ley de Caducidad e mandare così un segnale chiarissimo al Partido Colorado e al Partido Nacional, i due "partiti dinosauro" che si erano spartiti il potere fino alla vittoria del Frente Amplio nell'Ottobre 2004 e che da tempo mostrano segnali di insofferenza al solo sentir parlare di annullamento della legge.
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