Latina

Le guerriglie chiedono un maggior coinvolgimento della società civile

Colombia: il processo di pace in una fase di stallo

Proseguono gli omicidi politici dei leader sociali
13 giugno 2016
David Lifodi

internet

In Colombia la pace ancora non si è concretizzata e, dopo lo slittamento della fine delle ostilità, inizialmente previsto per il 23 marzo scorso, in molti cominciano a pensare che questo risultato sia foriero di intoppi che faranno saltare l’accordo. Tuttavia le parti, da un lato la guerriglia delle Farc e dall’altra il governo del presidente Juan Manuel Santos, proseguono il loro lavoro per un cessate il fuoco bilaterale definitivo.

Una pace stabile e duratura passa necessariamente dal ruolo che assumeranno i guerriglieri al termine del conflitto, a partire dalla loro trasformazione da gruppo armato a formazione politica, ma anche dalle necessità di un esecutivo che si trova di fronte ad un bivio. Se il presidente Santos vuole suggellare la sua permanenza a Palacio Nariño con la firma degli accordi di pace deve fare in fretta. Nel 2017 si aprirà la campagna elettorale per le prossime presidenziali e, nonostante i negoziati siano in dirittura d’arrivo, il rischio maggiore sarebbe quello di vederli utilizzati in maniera propagandistica. Inoltre, la presenza di un altro presidente alla guida del paese potrebbe aprire uno scenario assai incerto. Se le Farc, in più di una circostanza, hanno fatto capire di voler raggiungere l’accordo e anche l’Ejercito de Liberación Nacional (Eln), l’altra formazione armata di ispirazione guevarista, ha reso pubblico l’inizio dei negoziati con il governo (lo scorso 30 marzo), la palla adesso passa nel campo di Palacio Nariño. La fase successiva a quella del conflitto armato resta comunque la più delicata e la guerriglia è memore sia dei precedenti tradimenti di palazzo (lo sterminio di oltre cinquemila militanti di Unión Patriótica all’inizio degli anni Ottanta) sia della lobby guerrafondaia ancora assai presente in seno all’elite colombiana e capitanata dall’ex presidente Uribe insieme a quelle formazioni paramilitari che vivono esclusivamente in funzione di un orientamento bellicista dello Stato colombiano. Tra i negoziati in corso all’Avana (dove è in svolgimento la trattativa con le Farc) e quelli a Caracas (dove è impegnato l’Eln) le tematiche sono comuni, a partire dalla transizione dei guerriglieri alla vita politica istituzionale. Tuttavia, a livello mediatico, le due guerriglie spesso vengono fatte passare come inaffidabili, quando in realtà, in più di una circostanza, Farc ed Eln hanno mostrato preoccupazione per la scarsa propensione dimostrata dal governo nello smantellare il paramilitarismo. Santos minaccia l’Eln di non sedersi al tavolo delle trattative se non sospenderà la pratica dei sequestri, ma non ha mai detto una parola sulle responsabilità dello Stato colombiano negli oltre cinquanta anni del conflitto. Nonostante i vertici dello Stato giurino che l’accordo si farà entro i primi giorni del 2017, Eln e Farc denunciano la sospetta quanto ambigua ondata di repentini cambiamenti ai vertici delle istituzioni colombiane. Se da un lato, lo scorso 20 aprile, il Senato della Repubblica ha approvato il cosiddetto Acto Legislativo para la Paz (compreso il Plan Nacional de Desarrollo, della durata di venti anni, caratterizzato da fondi destinati alle zone più colpite dal conflitto), preoccupa l'avvicendarsi degli uomini che, nello staff di Santos, hanno lavorato al tavolo dei negoziati, poiché si corre il rischio di rimettere in discussione quanto è stato già sancito. Inoltre, bisognerà vedere quanto lo Stato colombiano sarà disposto a coinvolgere la società civile nel processo di pace. Eln e Farc spingono per una maggiore apertura del negoziato alla società civile. I primi invitano Santos ad ampliare i negoziati alle comunità, mentre le Farc ritengono necessaria un'Assemblea Costituente come segnale per rifondare la nazione e, allo stesso tempo, per rendere più attiva la partecipazione della società colombiana. Il cambiamento, per entrambe le formazioni guerrigliere, passa attraverso la possibilità che la popolazione sia protagonista, e non semplice spettatrice, dei colloqui di pace: “Il dialogo”, ripetono Eln e Farc, “non può avvenire a porte chiuse”.

A rallentare il processo di pace, e ad aumentare l'incertezza sul buon esito dei negoziati, il preoccupante assassinio dei principali leader sociali, di cui sono responsabili i paramilitari riconducibili all'estrema destra, ostili a qualsiasi accordo di pace per la gioia dell'ex presidente Uribe, che ha sempre mantenuto con loro un rapporto privilegiato.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.

Articoli correlati

  • "War is Over!", il corto di animazione ispirato alla celebre canzone
    Cultura
    Sean Ono Lennon sul palco degli Oscar 2024

    "War is Over!", il corto di animazione ispirato alla celebre canzone

    La guerra, gli scacchi, due sconosciuti che si affrontano in una partita a distanza
    La storia si preannuncia toccante e potrà servire a stimolare dibattiti e passi in avanti nella risoluzione dei vari conflitti, piccoli e grandi, "if you want it"
    18 marzo 2024 - Maria Pastore
  • Il MIR Italia critica la manifestazione su "Pace, Sicurezza e Prosperità"
    Pace
    Polemiche a Palermo per l'evento in programma dal 17 al 20 marzo

    Il MIR Italia critica la manifestazione su "Pace, Sicurezza e Prosperità"

    L'iniziativa si apre con la fanfara del 6º Reggimento Bersaglieri e prevede interventi di istituzioni militari come il Royal Military College e la United States Military Academy. "Così si formano gli studenti alla cultura militarista", protesta il Movimento Internazionale della Riconciliazione
    16 marzo 2024 - Redazione PeaceLink
  • Appello per l'annullamento del Forum per la pace gestito dai militari
    Pace
    L'iniziativa a Palermo si intitola “Peace Security & Prosperity”

    Appello per l'annullamento del Forum per la pace gestito dai militari

    Si punta ad arruolare culturalmente e professionalmente i giovani delle scuole. Quantomeno ambiguo sembra essere stato il ‘reclutamento’ del vescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice che non aveva mai acconsentito ad essere inserito all’interno del programma del Forum.
    16 marzo 2024 - Andrea Cozzo
  • Per l’educazione e la promozione per la Pace piantiamo un ulivo
    Pace
    Possiamo diventare semi di pace

    Per l’educazione e la promozione per la Pace piantiamo un ulivo

    Ho deciso di inviare una richiesta a più di 300 sindaci italiani chiedendo a loro che venga piantato l’ulivo della pace. “Restiamo umani”, sensibilizziamo, educhiamo, promuoviamo la pace nelle scuole e tramite le nostre azioni politiche per il governo delle nostre Città.
    9 marzo 2024 - Cheikh Tidiane Gaye
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)