Latina

Per la prima volta l’Ezln esce dal territorio messicano

Gli zapatisti in viaggio verso l’Europa

L’Escuadron 421 (4 donne, 2 uomini ed una donna trans) sbarcherà nel vecchio continente a metà giugno, presumibilmente sulle coste della Galizia. Gli zapatisti hanno fatto sapere che il loro viaggio servirà per parlare della loro resistenza.
5 maggio 2021
David Lifodi

Gli zapatisti in viaggio verso l’Europa

Il viaggio è iniziato. Lo scorso 3 maggio, l’Escuadrón 421 dell’Esercito zapatista di liberazione nazionale ha iniziato la sua traversata verso l’Europa a bordo dell’imbarcazione “La Montaña”.

La partenza della delegazione dell’Ezln (4 donne, 2 uomini ed una donna trans: da qui la denominazione di Escuadrón 421) era stata annunciata dal comunicato del 5 ottobre 2020, “Una montaña en alta mar”, nel quale gli zapatisti evidenziavano che, per la prima volta, si sarebbero spinti oltre i confini del Messico.

Fanno parte della delegazione Lupita (tzotzil di 19 anni), Carolina (tzotzil di 26 anni), Jimena (cho’ol di 25 anni), Yuli (tojolabal di 37 anni), Bernal (tojolabal di 57 anni), Darío (cho’ol di 47 anni) e Marijose (tojolabal di 39 anni), “esseri umani nati nel continente denominato America, latinoamericani, messicani di nascita e discendenti dei popoli originari maya”, come li ha definiti il subcomandante Galeano (l’ex subcomandante Marcos).

Sono già moltissimi i collettivi e le organizzazioni politiche e sociali che, in tutta Europa, da Germania, Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Slovenia, Spagna, Finlandia, Francia, Grecia, Olanda, Ungheria, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Portogallo, Inghilterra, Romania, Russia, Serbia, Svezia, Svizzera, Turchia e Ucraina, hanno invitato la delegazione zapatista condividendo il percorso dell’Ezln dagli Encuentros Internacionales por la Humanidad y Contra el Neoliberalismo, nel 1996, fino al seminario “Pensamiento crítico contra la hidra capitalista”.

Gli zapatisti hanno fatto sapere che il loro viaggio servirà per parlare della loro resistenza in un momento particolarmente complesso per la vita del paese. A 27 anni dal levantamiento del 1° gennaio 1994 le disuguaglianze sociali ed economiche sono in crescita, gli attacchi nei confronti delle comunità indigene e dei municipi autonomi non sono mai cessati e il governo della cosiddetta “Quarta trasformazione” rappresenta un pericolo, secondo l’Ezln, per la sua volontà di proseguire nelle grandi opere, a partire dal discusso progetto del Tren Maya.

Tuttavia, lo scopo del viaggio zapatista sarà anche quello di ascoltare. L’Escuadrón 421 ha già annunciato che il 13 agosto 2021 sarà a Madrid per ricordare, alla sua maniera, i 500 anni della conquista del Messico da parte di Hernán Cortés. Gli zapatisti non si recheranno nella capitale spagnola per chiedere le scuse da parte dello Stato o della Chiesa cattolica, ma per condividere il percorso degli spagnoli «que no nos ganaron [y] que seguimos en resistencia y rebelión».

La “Travesía por la vida” (così l’Ezln ha definito il viaggio dei suoi rappresentanti nel vecchio continente) parlerà della resistenza contro il mal governo obradorista, degli arresti e della persecuzione contro attivisti vicini allo zapatismo, chiederà di attivarsi per le donne vittime di un femminicidio senza fine, darà conto delle politiche anti-ambientaliste ideate per venire incontro alle multinazionali, ma, già a pochi giorni dalla partenza verso l’Europa, nel municipio di Chilón, lo stesso governo messicano pretende di costruire una caserma militare nonostante il rifiuto delle comunità e del Movimiento en Defensa de la Vida y el Territorio.

Secondo quanto ha dichiarato Amnesty International, il governo di Obrador non solo ha scelto la strada di militarizzare sempre di più il paese, ma ha affidato alle forze armate compiti legati al controllo e alla collaborazione in progetti legati alle grandi infrastrutture, dai nuovi aeroporti al Tren Maya, passando per il Corredor Interoceánico del Istmo de Tehuantepec fino alla termoelettrica nello stato di Morelos, contro la quale si è battuto, ed è stato ucciso, Samir Flores, insieme a molti altri lottatori sociali.

Gli zapatisti condivideranno “dolore e rabbia”, ma soprattutto si rivolgeranno, come hanno sempre fatto, a coloro che lottano in tutto il mondo “dal basso e da sinistra”, non a caso, nei primi giorni del gennaio 1994, l’Ezln dichiarò: “Somos mujeres, lesbianas, gays, bisexuales, transgénero, travestis, transexuales, intersexuales, queer y más, hombres, grupos, colectivos, asociaciones, organizaciones, movimientos sociales, pueblos originarios, asociaciones barriales, comunidades y un largo etcétera que nos da identidad”.

La diplomazia zapatista è pronta a far fronte ad eventuali, probabili, divieti di sbarco in Europa a causa della pandemia (peraltro la delegazione ha già effettuato la quarantena prima dell’imminente partenza) o per motivi legati alle questioni migratorie, come ha sottolineato il subcomandante Galeano, ribadendo che l’uguaglianza dell’umanità risiede nel rispetto della differenza.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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