Colombia: a Feria Expodefensa la passerella indisturbata delle imprese che producono armi
La passerella delle imprese che producono e commerciano armi è stata contestata dalle associazioni pacifiste e antimilitariste, costrette ad assistere a questo evento inutile e fuoriluogo. Secondo l’organizzazione Internacional de Resistentes a la Guerra, gli oltre 180 omicidi avvenuti in Colombia tra gennaio 2020 e novembre 2021, la strage senza fine dei leader sociali e l’assassinio di circa 300 ex guerriglieri della Farc (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia) dalla firma degli accordi di pace dovrebbero rappresentare dei motivi più che validi per mettere fine a questa fiera internazionale delle armi, sponsorizzata e fortemente voluta dai governi e dalle lobby legate alle imprese che producono e commerciano strumenti di morte.
Feria Expodefensa si tiene ogni anno, nonostante le armi esposte siano quelle che lo Stato, i paramilitari al servizio delle multinazionali e i signori del narcotraffico utilizzano per violare i diritti delle persone.
Sullo svolgimento dell’evento influiscono le strette relazioni con gli Stati uniti, che fanno della Colombia il cane da guardia dell’intera America latina. Come ha rilevato lo studio Cuadernos de Implementación, a cui hanno lavorato i ricercatori Jairo Estrada y Francisco Toloza, a partire dal Plan Colombia, promosso dagli Usa in accordo con l’allora presidente Andrés Pastrana, è iniziato un finanziamento di fondi sempre maggiore diretto verso il settore bellico. Solo nella prima fase del Plan Colombia, dal 2000 al 2006, è stata destinata una cifra astronomica alla difesa con il sostegno degli Stati uniti, ma soprattutto alle imprese Usa specializzate nel produrre armi.
Negli stessi giorni in cui si celebrava Feria Expodefensa, gli Stati uniti hanno inviato 20 blindati per “rafforzare” la frontiera con il Venezuela, un’ulteriore provocazione verso Caracas caratterizzata dal fatto che si è trattato di un gentile omaggio degli Usa alla Colombia. Il ministro della Difesa colombiano, Diego Molano Aponte, ha subito ringraziato l’ambasciatore Usa a Bogotá, Phillip Seth Goldberg, per il dono ricevuto, il primo di una serie che riceverà l’esercito colombiano per militarizzare ancora di più la frontiera con il Venezuela, ma soprattutto, per creare un casus belli con Maduro, a cui a Palacio Nariño puntano da anni.
Le relazioni tra i due paesi si interruppero nel 2019, quando la Colombia riconobbe Juan Guaidó come presidente legittimo del Venezuela, e peggiorarono nel maggio 2020, in occasione della cosiddetta Operación Gedeón, promossa da Stati uniti e dalla stessa Colombia per uccidere Maduro.
Ufficialmente, i blindati dovrebbero rafforzare la presenza delle forze armate colombiane nelle zone di La Guajira, Norte de Santander e Arauca, che si trovano appunto alla frontiera con il Venezuela, ma rappresentano anche un chiaro avvertimento ai “gruppi armati illegali”, dalla dissidenza delle Farc all’Eln (Ejército de Liberación Nacional), come ha ricordato il governo.
Solo pochi giorni prima di Feria Expodefensa, il 30 novembre scorso, era stato ucciso il dirigente sociale e contadino Alber Mejías Portillo, impegnato nelle battaglie per la difesa della terra, un ulteriore motivo che avrebbe dovuto spingere lo Stato colombiano ad annullare questa assurda fiera di armi, di guerra e di morte.
Mascherato dallo slogan “Seguridad y Defensa”, l’evento si tiene dal 2009, cerca di occultare l’economia di guerra ed ogni anno vede la partecipazione di un numero crescente di visitatori ed espositori.
Ad organizzare Feria Expodefensa, insieme al Ministero della Difesa, vi è la Corporación de Alta Tecnología para la Defensa (Codaltec) insieme ad alcune tra le imprese statali più importanti del paese, quali la Corporación de Ciencia y Tecnología para el Desarrollo de la Industria Naval, Marítima y Fluvial (Cotecmar), la Corporación de la Industria Aeronáutica Colombiana (Ciac), e l’Industria Militar Colombiana (Indumil).
Expodefensa si celebra nel più totale silenzio delle istituzioni internazionali: nessuno denuncia infatti il più grande commercio di armi terrestri, aeree e navali di tutta l’America latina né l’utilizzo della Colombia di armi acquistate da Israele per reprimere i movimenti sociali in tutto il paese.
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