Comunicato dopo l'ultima strage di operatori umanitari che distribuivano cibo ai palestinesi

Gaza, come pacifisti non possiamo rimanere in silenzio

Di fronte alla barbarie venga interrotta ogni collaborazione militare con Israele, Marina Militare compresa. Il capo di Stato Maggiore Cavo Dragone era andato in Israele a incontrare i massimi responsabili di questa situazione con lo scopo di "acquisire maggiore consapevolezza"
Comunicato di PeaceLink sull’uccisione a Gaza dei sette operatori umanitari della ONG WCK da parte dell’esercito israeliano 
Il mezzo carbonizzato su cui hanno trovato la morte gli operatori umanitari a Gaza. Si vede sullo sfondo il logo della ONG
In relazione alla tragica strage degli operatori umanitari a Gaza, PeaceLink esprime profondo dolore e sdegno. Ogni vita persa è una perdita irreparabile, e condanniamo fermamente qualsiasi atto di violenza che minacci la sicurezza e la dignità umana. Va fermata la spirale infinita e insensata di violenza e di ritorsione. Ma quello che è avvenuto non ha nulla a che fare con la lotta al terrorismo e come pacifisti non possiamo rimanere in silenzio di fronte ad atti così abominevoli, tenuto anche conto che i soldati israeliani erano stati informati di tutti i movimenti della ONG WCK che distribuiva cibo ai palestinesi. 
Non possiamo non rilevare l’ipocrita condotta dell’amministrazione Biden che si dichiara “affranta” per la strage e poi si appresta a fornire nuove munizioni a Israele più 50 nuovi aerei da guerra. Chiediamo con fermezza che venga fermata ogni forma di rapporto militare con chi compia simili atti di barbarie. Ogni collaborazione militare con Israele e con l’industria bellica israeliana va fermata, compreso l’acquisto di droni sottomarini in discussione attualmente nel nostro Parlamento e destinati alla Marina Militare Italiana (*). 
Come pacifisti riteniamo importante promuovere il dialogo e il rispetto dei diritti umani e soprattutto la collaborazione con i pacifisti israeliani. Solo attraverso un impegno collettivo per la pace e la cooperazione possiamo sperare di porre fine a tale violenza e garantire un futuro migliore per tutte le persone coinvolte. Ma questo deve avvenire nella chiarezza e nella buona fede, ponendo fine alla politica del “double standard” che consente in questi casi di cavarsela con espressioni retoriche di “sgomento” di fronte alle stragi israeliane per poi continuare a collaborare militarmente con Israele. 
Alessandro Marescotti 
Presidente di PeaceLink
L'ammiraglio Cavo Dragone
(*) La Marina Militare Italiana avvia la cooperazione con l’industria israeliana per il programma bellico di droni sottomarini "Blue Whale"

https://lists.peacelink.it/news/2024/03/msg00041.html
Note: L'ammiraglio Cavo Dragone cosa ha ottenuto nella sua visita in Israele se continuiamo a vedere stragi sempre più sconvolgenti?

Obiettivo del Capo di Stato Maggiore della Difesa sarà quello di "acquisire maggiore consapevolezza sulla situazione nella Striscia di Gaza e sul confine nord tra Israele e Libano".

Questo si leggeva sui comunicati qui riportati

https://www.agi.it/estero/news/2024-01-20/ammiraglio-cavo-dragone-nei-prossimi-giorni-in-israele-24930225/

Che consapevolezza ha acquisito adesso il Capo di Stato maggiore, l’ammiraglio Cavo Dragone?

Ci può spiegare l’ammiraglio cosa ha da dirci adesso che ha acquisito “maggiore consapevolezza”? E come la sua visita abbia influito sulla situazione?

Come pacifisti siamo interessati a saperlo.

Anche perché, non nascondiamocelo, sono in corso contatti militari alquanto discutibili per forniture belliche alla Marina Militare Italiana di droni sottomarini basati su tecnologia israeliana.

In questi casi le frasi diplomatiche si sprecano e si pesano anche gli avverbi oltre che gli aggettivi, ogni parola ha un peso specifico.

E siamo in attesa di sapere cosa l’ammiraglio ha detto di utile, di forte e di importante a chi è accusato di crimini di guerra, ossia ai decisori politici e militari che ha incontrato in Israele, e cosa intende fare oggi di fronte all’ultima orrenda strage di operatori umanitari che distribuivano cibo ai palestinesi.

Ha ottenuto l’ammiraglio qualche ravvedimento operoso da parte di chi ha il potere di far stragi di civili inermi dalla mattina alla sera ma anche di fermarle?

Vuole continuare la politica felpata di collaborazione e di dialogo con chi è stato portato davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia per rispondere di crimini gravissimi? O è venuto il momento di passare dalla consapevolezza alla esplicita condanna di fronte all’evidenza dei fatti e della carneficina in atto? O è venuto il momento di interrompere ogni collaborazione con l’industria militare di Israele?

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