Latina

Honduras

La fuga dei cerberi

Coautori del colpo di Stato in fuga
25 aprile 2025
Giorgio Trucchi
Piazza Isy Obed Murillo, primo martire della resistenza contro il golpe I cani da guardia dei potenti fuggono terrorizzati. È bastato che la Procura iniziasse gradualmente a far camminare la macchina della giustizia perché si sentissero privati delle abituali protezioni e sicurezze e si mettessero in fuga.

Stiamo parlando di alcuni dei principali attori e continuatori del colpo di Stato civile-militare del 2009 in Honduras, che hanno approfittato delle cariche che ricoprivano in quegli anni per difendere e garantire gli interessi delle élite economiche nazionali, delle multinazionali che imperversano nel Paese, nonché i propri, a spese di una popolazione sempre più povera ed emarginata.

Il generale in pensione Romeo Vásquez Velásquez, ex capo dello Stato Maggiore delle Forze Armate honduregne, ora camaleonte politico, è stato accusato, insieme ad altri due ex alti ufficiali militari, dell'omicidio di Isy Obed Murillo Mencías, il primo martire della resistenza contro il colpo di Stato. Sono anche accusati del reato di lesioni personali gravi nei confronti di Alex Roberto Zavala Licona.

Secondo le indagini, le azioni dei militari "sono state brutalmente sproporzionate, in quanto hanno sparato indiscriminatamente con fucili di alta potenza e armi di grosso calibro contro cittadini che stavano esercitando il loro diritto a manifestare pacificamente".

"Queste azioni che hanno provocato morti e feriti gravi”, continua la Procura, "non sono stati atti isolati, ma crimini compiuti da elementi delle forze armate" su ordine diretto di Vásquez Velásquez, del direttore delle Operazioni Speciali e del suo vice.

Per la Procura dei diritti umani, "la loro negligenza e inazione hanno costituito gravi violazioni dei diritti umani, lasciando i manifestanti alla mercé di una forza militare che ha agito con violenza disumana e sproporzionata".

Complottisti in fuga

Prima incarcerato, poi sottoposto a misure alternative e infine con un nuovo mandato di arresto, il generale in pensione ha deciso di fuggire con destinazione sconosciuta, per apparire poche ore dopo in un video in cui inveiva contro il governo di Xiomara Castro, accusandolo di persecuzione politica. Un triste spettacolo in cui rivendica la legittimità del colpo di Stato in nome della difesa della democrazia contro l'espansione del comunismo in Honduras.

Alcuni giorni dopo, un altro volto pubblico del golpe, l'ex presidente de facto Roberto Micheletti, ha dichiarato ai media nazionali che avrebbe abbandonato il Paese di fronte al possibile inizio di un'azione giudiziaria nei suoi confronti.

"C'è un piano per presentare un'accusa contro di me e per umiliarmi come hanno fatto con Romeo Vásquez Velásquez. Non ho intenzione di dare loro questo piacere", ha dichiarato.

Ci sono anche ex funzionari del governo dell'ex presidente Juan Orlando Hernández, attualmente condannato negli Stati Uniti a 45 anni di carcere per reati di narcotraffico, che sono già fuggiti, come Ricardo Cardona e Ebal Díaz o come l'ex procuratore generale Óscar Fernando Chinchilla. Altri sono latitanti o già in carcere.
C'è comunque ancora tanta strada da fare prima di potere dire che in Honduras la giustizia sta trionfando e il livello di impunità per i delitti commessi nei 12 anni post golpe è ancora molto, troppo, elevato. Nessuno dei mandanti del colpo di Stato, né dei principali beneficiari dei giganteschi atti di corruzione con i quali sono stati dati in concessione territori e beni comuni e sono state saccheggiate le casse dello Stato, è attualmente in carcere o sotto processo.
La giustizia non è  persecuzione

Tra il 2009 e il 2021, migliaia di honduregni sono stati perseguitati, repressi, imprigionati, assassinati e fatti sparire. Altri hanno dovuto andare in esilio e molti di loro non sono ancora riusciti a tornare.

"Romeo Vásquez è un criminale. È in fuga a causa di un mandato di arresto per omicidio. La sua parola non ha valore. La giustizia deve agire ora e lui deve essere arrestato il prima possibile", ha dichiarato l'attuale ministra della Difesa e candidata alla presidenza per il partito di governo Rixi Moncada.

"La giustizia non è persecuzione politica. I maestri della persecuzione politica, Micheletti e Vásquez Velásquez, autori di violazioni della Costituzione e dei diritti umani (...) vogliono apparire come vittime, quando invece sono stati i carnefici", ha detto il ministro degli Esteri Eduardo Enrique Reina.
Fonte: Rel UITA (spagnolo)

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