Quel pomeriggio di nove anni fa
Il pomeriggio del 5 aprile di 9 anni fa lo trascorsi a L’Aquila, insieme a mia sorella e ad alcuni amici. Un pomeriggio e una serata divertenti, sereni, spensierati. Mai avrei immaginato cosa sarebbe accaduto, di lì a poche ore. Alle 3.32 del mattino del 6 aprile, i 50 chilometri che ci separano da L’Aquila furono di colpo annientati, polverizzati dalla forza della natura. Qualcosa di molto potente si era risvegliato sotto di noi e gridava, scuoteva la terra violentemente, la agitava, apriva voragini, risucchiando al suo interno case, persone, vite. Secondi interminabili di puro terrore, durante i quali manca la lucidità di fare qualsiasi cosa. Si cercano solo le persone care e ci si stringe, ci si aggrappa l’un l’altro, in un disperato abbraccio.
Ricordo il freddo pungente della notte, i miei animali terrorizzati e le linee telefoniche isolate. Da qualche parte, non troppo lontano da noi era successo qualcosa di terribile. La conferma ce la diedero i telegiornali dopo qualche ora, mostrando il disastro de L’Aquila e restituendo al mondo l’immagine di una città spettrale, avvolta nel fumo, nel dolore, nel silenzio dopo quei boati assordanti. Il terremoto quella notte spense i sogni e le vite di 308 persone, si portò via uomini, donne e bambini, e lasciò in eredità una città mutilata, che mai sarebbe tornata come un tempo. La città delle 99 chiese, 99 piazze, 99 castelli, 99 fontane, la città dei 99 rintocchi della campana del Duomo, non esisteva più... o almeno non come la ricordavamo noi. E così, dopo la tragedia che colpì la mia Avezzano, nel freddo mattino del 13 gennaio 1915, quando perirono, per colpa del terremoto quasi 30.000 persone e scomparve, di colpo, tutto il nostro patrimonio artistico e storico, nuovamente l’incubo della terra che trema era tornato a farci visita.
Nel 1915 non c’era internet, nè facebook, per ricordare con commosso cordoglio i volti e le storie di quella gente sfortunata, nessuna candela virtuale per illuminare il loro cammino. Ma oggi, come allora, il ricordo di chi non c’è più continua a vivere nei cuori di chi li ha amati, così come l’immagine della nostra terra ferita, ma mai sconfitta, continua a vivere nei nostri occhi. Abruzzo forte e gentile, popolo di gente semplice e dal cuore grande. Gente che non si è mai piegata e che, da sempre, continua a lottare.
Articoli correlati
- Un nuovo punto di riferimento
Vasto, costituito il Forum Civico Ecologista
Il Forum Civico Ecologista non ha come obiettivo solo la tutela, la conservazione e la valorizzazione ambientale, ma si muove anche in ambito culturale e sociale attraverso la promozione di politiche pubbliche che valorizzino la potenzialità che Vasto possiede al suo interno.11 settembre 2020 - Alessio Di Florio Rancitelli, sdegno e indignazione dopo la violenta intimidazione ad un appartenente al comitato di quartiere
Contro ogni sistema criminale basta silenzi, basta indugi27 agosto 2020 - Alessio Di FlorioI fiumi abruzzesi restano malati gravi
Pubblicata dalla Regione la nuova classificazione ARTA per il triennio 2015-201729 novembre 2019 - Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua PubblicaValle Cena dei fuochi, nebbia fitta di una politica che non c’è
Senza dimenticarsi silenzi e balbettii vergognosi su Punta Penna12 novembre 2019 - Alessio Di Florio
Sociale.network